Ci sono diversi modi per sprofondare nel ridicolo senza accorgersene. Uno di questi è quello di votare una legge come quella sul diritto all’autodifesa approvata in queste ore. Voluta soprattutto dal PD, la si può definire una legge a orologeria, nel senso che consente di notte quello che non permette di giorno, come fosse una norma sul comune senso del pudore.

 

Si stabilisce che una persona che subisse l’irruzione di ladri o rapinatori nella sua casa o nel suo ufficio durante le ore notturne, è autorizzata a reagire con armi da fuoco senza rischiare d’incorrere nel reato di eccesso di legittima difesa.

Nel caso invece in cui l’aggressione venisse subìta di giorno, la reazione non potrà giovarsi di identica comprensione e sarà pertanto valutata con i coefficienti attualmente in vigore che stabiliscono i confini dentro i quali la difesa è legittima; ovvero quando la proporzione tra offesa o minaccia ricevuta e difesa approntata sia congrua.

Magari in sede di decreti attuativi ci spiegheranno anche la fascia oraria precisa nella quale si passa da imputati a legittimati, e chissà dettaglieranno anche ora legale e solare. Per ora si sappia che di notte si spara e di giorno no. Non c’è memoria di simile imbecillità legislativa nel mondo occidentale. Certo, siamo ormai abituati a tutto, ma continuiamo sempre a sperare che portare il cervello all’ammasso non sia un destino inevitabile.

Ma il problema grave risiede nell'idea che il contrasto alla delinquenza sia questione risolvibile armando i cittadini. Lo sfondo ideologico di questa idiozia sta nel definire la propria abitazione o il proprio locale come se fossero spazi extraterritoriali, come se in casa nostra non vigessero obblighi e diritti come fuori da essa. Ogni reato, quale che sia il motivo o la circostanza nel quale si compie, dev'essere valutato. Privare i magistrati della possibilità di indagare, di verificare se quanto affermato corrisponda al vero, accettando che la sola presenza in casa altrui comporta il rischio di venire uccisi, apre lo spazio ad una infinità di casi nei quali il dubbio sugli eventi resterà per sempre. L’esempio di Pistorius fa scuola: uccise la fidanzata affermando di averla scambiata per un ladro.

Il PD ha deciso che per accelerare ulteriormente la sua corsa a destra, quella di ascoltare la pancia leghista sia una buona strada: chi potrebbe negare il diritto a difendersi? Chi potrebbe sostenere che un’aggressione possa essere solo subita e non contrastata? La conseguenza della semplificazione estrema, però, porta sempre alla barbarie e il caso in questione ne è un chiaro esempio. Perché se si provasse a ragionare sul tema, si dovrebbe ammettere che i reati di specie sono in netta diminuzione e che, nel contempo, l’aumento della diffusione delle armi non ha mai funzionato come deterrente.

Al contrario, la consapevolezza di poter affrontare persone armate, libere da ogni condizionamento circa le conseguenze possibili da un uso eccessivo delle stesse, porterà i delinquenti ad attrezzarsi preventivamente. Ovvero, se ritengono di dover rischiare la vita, si armeranno per fare in modo che la vita a rischio sia quella delle loro vittime. Non a caso nei paesi come gli Stati Uniti, dove il porto d’armi è consentito quasi ovunque e senza motivazioni particolari, e il loro utilizzo è salvaguardato da un impianto giuridico che vede sempre il prevalere del valore delle proprietà materiali sulle vite umane, i reati sono in costante aumento.

Idem dicasi per la pena di morte, il cui unico effetto raggiunto è quello di incrementare i reati di omicidio, perché sapendo che l’esito sarà la camera a gas, il delinquente proverà a non farsi prendere, costi quel che costi. Se poi vogliamo aggiungere le migliaia di morti innocenti che ogni anno si contano negli Stati Uniti per la facilità con la quale qualunque disturbato di mente può detenere o recuperare un arma con assoluta semplicità, il quadro è completo.

A questo si deve aggiungere un concetto di fondo molto pericoloso, quello che ritiene possibile una cessione parziale del monopolio della forza dallo stato ai privati cittadini, concependo così possibili differenze di sicurezza stabilite sulla base della possibilità di armarsi degli stessi. E, non vi possono essere dubbi al riguardo, possedere un arma rende chiunque un potenziale assassino. Non essere addestrati psicologicamente, prima ancora che tecnicamente, all’uso delle armi da fuoco, apre un corridoio di rischi certissimi a fronte di sicurezze ipotetiche.

Sono diversi i commenti negativi alla legge. Particolarmente duro quello di Roberto Saviano, che ha accusato il PD di “essere ormai un partito della peggiore destra”, che cerca consensi attraverso l’imbarbarimento. Salvini, dal canto suo, ritiene il dispositivo insufficiente e ha reagito alla legge con la sobrietà che gli è riconosciuta: “In Italia si permette di rapinare, uccidere, violentare purché di giorno”. Lo ha detto senza felpa, in favore di telecamere.

Ovvio che dice il falso, dal momento che la rapina, la violenza sessuale e l’omicidio sono puniti severamente. Ma lui è Salvini, il senso della sua presenza è quello di spararle grosse comunque, si trovi in una osteria o in Parlamento, dove ormai va raramente per i numerosissimi impegni televisivi.

Quello che preoccupa è che il PD post-primarie si lanci alla rincorsa del peggior populismo becero per scopi elettorali. Infatti, ciò che tiene insieme i cocci giurisprudenziali di questo pastrocchio è la ricerca disperata di voti, il tentativo di parlare alla pancia di un paese che da tempo sembra aver smesso di usare la testa. Così annoveriamo un nuovo esempio di vergogna italiana.

Conforta che non siamo nell’Europa del Nord, dove il fenomeno del sole a mezzanotte dura circa sei mesi all’anno: sai che intricata ragnatela processuale si creerebbe? Ma lì non si vota a breve…

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