di Antonio Rei

Ci vuole del talento a dribblare le responsabilità, negare le colpe, nascondere i propri interessi sempre e comunque. La classe politica italiana ne ha da vendere, ma questo non basta a cancellare l'evidenza. Giuseppe Orsi, ormai ex amministratore delegato e presidente di Finmeccanica, non ha ottenuto i suoi incarichi per caso. La sua nomina è stata indiscutibilmente politica: decisa sotto l'ultimo governo Berlusconi, sancita e confermata dalla squadra di Mario Monti. E' una verità scomoda, visto che siamo in campagna elettorale e Orsi è appena stato arrestato per corruzione. Ma rimane pur sempre una verità.

Lo scaricabarile degli ultimi giorni fa sorridere per una ragione elementare: il Tesoro è azionista di Finmeccanica con oltre il 30% del capitale ed è quindi assolutamente ovvio che sia l'Esecutivo a scegliere il management. E a dover rispondere di quelle scelte.

Vediamo di ricostruire in breve la storia di Orsi, che è diventato ad del gruppo della difesa il 4 maggio 2011. La sua investitura è arrivata dopo una lunga battaglia fra l'allora ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che sosteneva la candidatura di Pier Francesco Guarguaglini, già da nove anni presidente della società.

A spuntarla è stato il numero uno del Tesoro, che poteva contare sull'appoggio della Lega e dell'Udc (attuale alleata di Monti). Oltre a una certa dimestichezza con l'ambiente cattolico, Orsi poteva contare in particolare sull'amicizia di Roberto Maroni. Per quanto il leader leghista oggi possa cercare di smarcarsi, minacciando perfino querele a pioggia, ci sono dei dati (o dei sospetti) innegabili.

Il primo è un'intercettazione in cui Orsi si rivolge al buon vecchio Bobo in questi (sgrammaticati) termini: "Io dico sempre comunque se non c'è Roberto Maroni a fare l'ultimo miglio, col cavolo che io qua c'ero". E Maroni risponde serafico: "Esatto… Esatto…". Secondo: la moglie del capo del Carroccio lavora da anni all'Aermacchi, società del gruppo Finmeccanica.

Proseguiamo con l'era dei tecnici. Orsi è diventato presidente della società (carica che ha cumulato a quella di ad) a inizio dicembre 2011, il che ha fatto di lui il primo manager nominato dal governo Monti. Il via libera decisivo è stato quello del ministero dell'Economia, in quei giorni guidato dal Professore in persona, con Vittorio Grilli a fare il vice.

In un'altra intercettazione, Orsi rivela all'amico Ettore Gotti Tedeschi (ex IOR) di aver visto "consulenze inutili" di Finmeccanica all'ex moglie di Grilli e dice: "Gli ha lasciato qualche casino in giro, di buchi. (...) Gli ho sistemato la cosa". Le consulenze sono state poi smentite da Orsi, da Grilli e dall'ex moglie. Nessuno però ha mai capito per quale assurdo motivo l'ex dominus di Finmeccanica ne abbia parlato a Gotti.

Fingendo d'ignorare tutto questo, diversi commentatori sostengono che l'anno scorso - quando Orsi ricevette l'avviso di garanzia - Monti avrebbe voluto sostituirlo, ma non ha potuto farlo per l'opposizione di Pdl e Lega. Che i due partiti di destra fossero contrari è facile da credere, ma questo non toglie che per rimuovere i manager di una controllata pubblica non ci sia bisogno di una votazione in Parlamento. Insomma, se davvero avesse voluto, Monti avrebbe potuto decapitare Finmeccanica. Difficile che il Pdl potesse far cadere il governo per il licenziamento di un manager indagato.

Ma quali sono le accuse contro Orsi? La sospetta corruzione risale a quando il manager era a capo della Agusta Westland, controllata di lusso di Finmeccanica. I pm parlano di una tangente da 51 milioni di euro versata ad alti funzionari e generali indiani su una commessa da 550-600 milioni di euro per la fornitura di 12 elicotteri.

La mazzetta sarebbe stata pagata dal vertice della società a intermediari residenti all'estero: Guido Ralph Haschke e Carlo Gerosa, entrambi arrestati in Svizzera. Ma non è finita, perché di quei 51 milioni - sempre secondo l'accusa - 10 sarebbero stati girati all'inglese Christian Michel, indicato dai magistrati di Napoli come "uomo di Orsi". I pm - stando a quanto riporta Gianni Dragoni su Il Sole 24 Ore - scrivono che i 10 milioni sarebbero tornati "a Orsi per soddisfare le richieste di alcuni partiti politici italiani, la Lega Nord e Cl ed in particolar modo la Lega Nord che lo avrebbero appoggiato per la sua nomina ad amministratore delegato di Finmeccanica". Perché è così che si fa con gli amici.

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