di Rosa Ana De Santis

Il Sindaco Alemanno annuncia gli Stati Generali della Capitale al pari di un debutto. Va in scena il piano strategico di sviluppo di Roma, la pianificazione di un progetto socio-economico generale anche in vista delle Olimpiadi del 2020. Le parole d’ordine della Giunta Capitolina sono competitività, solidarietà e sostenibilità. A guastare la festa, la concomitanza, poco gradevole, di arrivare a quest’appuntameno con una giunta rimpastata da poco e con gli scandali di parentopoli sulle municipalizzate che ancora scottano. Per non parlare degli ultimi stupri in pieno centro storico e dell’incendio costato la vita a quattro bambini nomadi.

La seduta al Palazzo dei Congressi dell’Eur è iniziata con l’allontanamento da parte delle forze dell’ordine dei presidenti dei Municipi di centro-sinistra che distribuivano volantini di protesta. L’avvenimento, giustificato con la mancata autorizzazione al sit in, rappresenta invece la quintessenza di come Sindaco e giunta abbiano governato la città negli ultimi tre anni.

Accentramento, scollamento tra Campidoglio e territorio, superfinanziamenti destinati allo staff del Sindaco e alla sua squadra sovradimensionata di addetti alla comunicazione. Il tutto in una cornice di gradimento popolare sempre più basso, di cui la sconfitta della Polverini su Roma alle ultime regionali ne era già stata una prova evidente.

I numeri del piano strategico di sviluppo rimandano a una sfida complessa che avrà bisogno del massimo impegno e della più rigorosa responsabilità da parte delle Istituzioni capitoline. Questo il messaggio arrivato dal presidente della Repubblica. Parliamo, infatti, di progetti per 21,9 miliardi, di cui 3,5 già attivati per quanto riguarda il pubblico e 240 milioni per quanto riguarda il privato. Tutti da spendere per salvaguardare il passato di Roma e preparare al meglio la città per tutti i traguardi futuri.

Quindi si parlerà di una Roma Internazionale e della necessità di costruire un melting pot per gli stranieri, di un’Agenzia per lo sviluppo utile ad ottimizzare gli sforzi degli imprenditori romani che hanno contribuito a svecchiare Roma e a reggere benissimo l’urto della crisi economica. Infine le Olimpiadi: occasione di business e anche di tonnellate di cemento. Speriamo almeno non con lo stesso epilogo delle strutture incomplete e lasciate a metà per gli ultimi Mondiali di nuoto.

Non c’è dubbio che un effetto d’immagine immediato questa parata di Istituzioni, Accademie e Industriali lo abbia ottenuto, rimandando Alemanno in prima pagina non più per gli scandali delle assunzioni all’Ama e all’Atac e tacendo tutti i problemi irrisolti. Non si è infatti accennato, nella kermesse elettoralistica del sindaco, alle perle che lo hanno etichettato ormai come Ale-danno: la sicurezza, lo smantellamento dei grandi campi rom abusivi, il rimpallo con la Regione sul sito di Malagrotta e la politica dei rifiuti; quindi la gestione a singhiozzo della raccolta differenziata, l’alto indice di disoccupazione giovanile, la mancata riqualificazione di tante aree non solo periferiche che versano nel peggior degrado.

Su questi “dettagli” hanno provato a rinfrescare la memoria al sindaco i Municipi esiliati dalla parata istituzionale e identificati in piena atmosfera di regime. Alemanno risponde con il progetto di Tor Bella Monaca di Leon Krier, con l’idea di fare della periferia un altro Eur e con un super ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino.

Insomma Alemanno racconta, nella sontuosità di questi stati generali, un’altra Roma. Diversa da quella che vede ogni giorno la gente comune. Il Sindaco annuncia una città in vita, ricca di opportunità e di slanci, di modernità, con una fittissima agenda davanti a sé. Per ora manca anche solo una parola per i cittadini, per i disoccupati, per le famiglie in difficoltà e per gli stranieri. Ma gli Stati Generali non sono per loro e nemmeno per i romani. Servono tanto invece a questa Giunta, alla sua politica arrotolata su se stessa, allo sfarzo del grande vertice che nasconderà per un attimo le nefandezze su cui sta indagando la magistratura.

Quelle che fanno saltare i nervi al sindaco ad ogni intervista con fin troppa evidenza. Ma oggi è il giorno del futuro e della speranza, le polemiche sono quasi di cattivo gusto. La nuova Roma sarà non soltanto fucina d’idee, ma anche grande cantiere e quindi lavoro per tanti. Speriamo non per altri mille figli e amanti degli amici.

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