di Mario Braconi

Per una volta, bisogna dare ragione all’Osservatore Romano: lo IOR (acronimo - sarcastico? - di Istituto per le Opere Religiose) “non può considerarsi una banca nell’accezione corrente”. Niente di più vero: pur essendo gli armadi delle istituzioni finanziarie piene zeppi di cadaveri (veri e figurati), è difficile trovare un intermediario con un pedigree come quello della banca vaticana. Leggendo la sua storia la si può diagnosticare come apparentemente affetta da una patologica inclinazione a delinquere - le accuse vanno dal falso in bilancio al concorso in bancarotta fraudolenta, dal riciclaggio del denaro mafioso all’intermediazione di maxi-tangenti. Ripercorrere gli eventi salienti dell’Istituto è, in effetti, passeggiare in un ideale museo delle cere per amanti del genere horror: Gelli, Sindona, Calvi, Markincus, Fiorani, Balducci, tra gli altri.

Per non parlare dei singolari “incidenti” capitati alle persone al corrente del particolare modus operandi dello IOR: segretarie che volano dal quarto piano dell’ufficio, banchieri transfughi appesi sotto un ponte, sedicenti banchieri stroncati da caffè al cianuro, commissari liquidatori coraggiosi e onesti ridotti al silenzio perenne a colpi di pistola (e c’è qualcuno che, dallo scanno del Senato che occupa molto indegnamente, ha osato dire che quella fine se l’era cercata). O del modo davvero hollywoodiano con cui l’hanno fatta franca i pochissimi colpevoli su cui faticosamente la giustizia italiana era riuscita a mettere le mani: passaporti diplomatici (vaticani) o interpretazioni di comodo dei mai abbastanza vituperati Patti Lateranensi...

A quanto sembra, decadi di scandali e nuove nomine al vertice non cambiano le abitudini della banca: lo scorso 21 settembre il suo presidente (Ettore Gotti Tedeschi) e il suo direttore generale (Paolo Cipriani) vengono indagati per violazione del decreto legislativo 231 del 2007, cioè della legge anti-riciclaggio. I media italiani, ossequiosi come sempre, gareggiando in prudenza: ricorda il Corriere della Sera, ad esempio, che al momento non si sta procedendo per riciclaggio, ma per semplice omessa segnalazione. Distinguo interessante, soprattutto perché non è chiara la ragione per la quale si dovrebbe scientemente violare la legge contro il riciclaggio, se non per... effettuare appunto operazioni di riciclaggio. A meno che non si sia disponibili ad ammettere la possibilità di una sfida gratuita lanciata dallo IOR alle Istituzioni italiane.

Non è rassicurante, questa notizia, perché conferma quello che ogni italiano per bene sa già: gli anni passano, ma la singolare sindrome italiana (quel cocktail appiccicoso di spregio della legge, arroganza, violenza, vigliaccheria, clericalismo) continua ad avvinghiare il corpo minato della Repubblica. Eppure, uno spiraglio di luce si vede: è vero, ci sono voluti ben 59 anni (dalla fondazione dello IOR nel 1942 alla sentenza della Cassazione n. 22516 del 2003) per stabilire l’ovvio principio che la banca vaticana è soggetta alla giurisdizione italiana.

Ne sono poi stati necessari altri sette per includere il Vaticano nella lista dei Paesi Extracomunitari le cui banche devono sottostare alle normative antiriciclaggio italiane, peraltro rafforzate (è infatti del Gennaio di quest’anno una lettera con la quale l’Istituto di Vigilanza, forse rispondendo ad una richiesta non del tutto innocente del Credito Valtellinese, ha sancito questo principio).

Però, finalmente, un organismo nazionale sta contestando un reato allo IOR senza vedere vanificato il suo lavoro da schermi vari (immunità o extraterritorialità). E se ciò è potuto accadere è solo perché al timone dell’Istituto di Vigilanza oggi c’é Draghi, ex banchiere d’affari allergico all’incenso, anziché Fazio, amico affezionato del potere clericale ma azzoppato dagli scandali.

Ma vale la pena entrare nel dettaglio: come ricostruisce Il Sole 24 Ore, a seguito della comunicazione della Banca d’Italia di gennaio 2010 sopra citata, il Credito Valtellinese scrive a Palazzo Koch, dichiarando di voler interrompere l’operatività con lo IOR (suo cliente) in attesa che nuove regole vengano definite (non si capisce bene quali, visto che la lettera della Banca d’Italia è chiarissima). Questo non impedisce però allo IOR, cinque mesi dopo, di disporre dal suo conto presso il Credito Artigiano (posseduto dal Credito Valtellinese) due bonifici da 20 e da 3 milioni rispettivamente diretti verso JP Morgan di Francoforte e alla Banca del Fucino.

A questo punto, è bene specificare che nel cosiddetto Consiglio di Sovrintendenza dello IOR, presieduto da Gotti Tedeschi, siede tra gli altri anche Giovanni De Censi, presidente del Credito Valtellinese, guarda caso, la banca che controlla il Credito Artigiano. Una coincidenza tanto singolare che, a voler essere malevoli, potrebbe far supporre che le transazioni poi bloccate dalla Banca d’Italia e nella lente della Procura di Roma, siano state veicolate proprio attraverso una banca “amica” e pertanto disponibile ad assumere atteggiamenti più “rilassati” nei confronti delle leggi italiane. Ma, a causa di un automatismo informatico, o forse dell’intervento di un qualche funzionario coraggioso, parte la segnalazione alla Banca d’Italia, la quale blocca la transazione: non vi sono dubbi, la legge anti-riciclaggio è stata violata, e quindi scatta anche l’inchiesta della procura romana.

Mentre si moltiplicano le inevitabili manifestazioni di solidarietà ai due alti dirigenti della discussa banca vaticana da parte di membri della Chiesa come dei soliti penosi politici italiani più papisti del Papa (unica eccezione, il radicale Turco, che rilancia con la richiesta di una commissione d’inchiesta), vale la pena vagliare con attenzione la reale tenuta delle dichiarazioni di Gotti Tedeschi. Il presidente dello IOR si è infatti affrettato a dichiarare che le due operazioni incriminate erano semplici giroconti diretti ad altri conti dello IOR: ma se è così, per quale ragione non è stato chiaramente identificato il beneficiario del cospicuo pagamento, visto che coincideva con l’ordinante? Chissà se conosceremo mai la risposta.

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