di Nicola Lillo

La Giunta per le autorizzazioni ha detto no. Nicola Cosentino resta dov’è. La richiesta di arresto, avanzata dal Gip Raffaele Piccirillo alla Camera, è stata cestinata dagli undici deputati nel giro di un’ora e cinquanta minuti. Sei hanno votato a favore, uno si é astenuto: Maurizio Turco, del Partito Democratico. Contrario all’arresto, il deputato si è rifiutato di pronunciarsi esclusivamente per avere l’opportunità di prendere la parola in Parlamento, quando l'aula dovrà esprimersi sulla proposta della Giunta. E abbiamo già un’idea di come sarà la decisione.

Il relatore, Antonino Lo Presti (Pdl), afferma che l'impianto accusatorio gli pare confuso e farraginoso, impostato com'è su talune evidenti incongruenze. Una vasta serie di elementi lo inducono a “ritenere l'ordinanza cautelare claudicante e connotata da un fumus persecutionis in senso oggettivo.” Ribadendo, pertanto, che la Giunta dovrebbe “deliberare nel senso del diniego”. Sulla stessa linea d’onda Antonio Leone (Pdl), Domenico Zinzi (Udc), Luca Rodolfo Paolini (Lnp), il quale afferma che “la concessione dell'arresto sarebbe un atto ingiusto, con cui si otterrebbe di restringere in carcere un soggetto a carico del quale si è proceduto con metodi da inquisizione spagnola, senza il benché minimo elemento fattuale.”

Anche Maurizio Paniz (Pdl) vota contro la concessione all’arresto di “Nick ‘o mericano”, sottolineando “che la Giunta non deve entrare nel merito della vicenda, il quale pure non ha il pregio della concludenza e della verosimiglianza, ma deve limitarsi a verificare se la situazione prospettata possa sovvertire le esigenze della sovranità popolare”.

In sostanza non bisogna assolutamente interessarsi dei reati contestati, a prescindere. L’unico interesse è la derivazione popolare del mandato parlamentare, il quale, secondo Paniz, legittimerebbe le conoscenze e le azioni, considerate illegali dal Gip, del sottosegretario all’Economia. “Nicola Cosentino è stato eletto dal popolo - continua - per svolgere una funzione parlamentare e di governo. Un eletto del popolo non può essere privato della sua funzione senza validi motivi che in questo caso mancano del tutto. Peraltro è doveroso il compito di un esponente politico di intervenire nei fatti del suo territorio e nella nomina delle varie società di servizi (!?)”. Invece i deputati Donatella Ferranti, Anna Rossomando e Marilena Sampieri, del Pd, insieme al casiniano Pierluigi Mantini e al dipietrista Federico Palomba, si dichiarano favorevoli all’arresto.

Le motivazioni sono elementari. Si afferma infatti che gli elementi per una misura cautelare, senza che possa individuarsi un fumus persecutionis, sussistono pienamente. “Il deputato Cosentino ha del resto confermato l'impianto accusatorio quando non ne ha smentito alcun presupposto di fatto ma ha solo sostenuto che così fanno tutti”. Dinnanzi alla Giunta, infatti, il sottosegretario all’Economia non ho distrutto alcuna tesi accusatoria tra le numerose presenti nelle 350 pagine di verbale del Gip. Si è, esclusivamente, rifatto al “così fan tutti” di memoria Craxiana.

Se ripercorriamo la storia della Repubblica, poi, in tema di autorizzazioni, su 65 richieste, soltanto 4 hanno ricevuto il sì. L’ultimo risale a 22 anni fa. Tra gli ultimi deputati graziati dai propri colleghi ricordiamo su tutti Dell’Utri e Previti. Per l’attuale Giunta siamo già al terzo diniego di fila: prima Salvatore Margiotta del Pd, poi Antonio Angelucci del Pdl, ed infine Nicola Cosentino. Un Nicola Cosentino, che già il 22 di Novembre, dichiara, sulle pagine di Libero, che in caso di autorizzazione all’arresto non esiterà a dimettersi da sottosegretario, ma al tempo stesso non abbandonerà la corsa per la regione Campania. “Non mi ritirerei dalla corsa neanche in questo caso. A meno che non fosse Berlusconi a chiedermelo”.

Problema che ora, dunque, neppure si pone. Nella pseudo-intervista sono tante le domande. Poche quelle interessanti. Si va dal “da giovane si sentiva più timido o guappo con le ragazze? Era secchione o somaro? Come ha fatto a conquistare una moglie tanto più bella e alta di lei?”. Per poi arrivare alle curiosità più ovvie per un giornalista dinanzi a un sottosegretario del governo con una richiesta d’arresto sulle spalle per concorso esterno in associazione camorristica. “La sua prima cotta? La sua prima volta? Cosa canta sotto al doccia e cosa porta di superstizioso con se?”.

Cosentino in tutto questo turbinio di insignificanti questioni private afferma, inoltre, che “Saviano è un bravo giornalista e continuo a stimarlo, ma talvolta non è genuino. Se conoscesse la mia storia e la mia famiglia eviterebbe certe affermazioni. Saviano non sa cosa pensano davvero di me i casertani e non ha una vera percezione della camorra”. Su questo, forse non ha tutti i torti. Di sicuro “Nick ‘o mericano” la conosce molto più approfonditamente e, soprattutto, direttamente.

 

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