di Carlo Benedetti

MOSCA. Era chiuso da tempo per “operazioni di restauro, profilattiche e biochimiche” ed ora riapre. E’ la notizia che riguarda il mausoleo di Lenin che si trova nella Piazza Rossa: si potrà tornare a visitarlo a partire da questo 10 gennaio dopo che, appunto, sono state effettuate operazioni valide per l’ulteriore conservazione del corpo imbalsamato. “Sono state adottate misure estremamente delicate - precisa Valerij Bykov, direttore del centro moscovita di biomedicina - che vengono compiute periodicamente utilizzando una tecnologia particolare che solo noi, in Russia, siamo in grado di utilizzare garantendo la conservazione del corpo ancora per lunghissimi anni”. E sempre Bykov precisa che nel corso di queste operazioni di conservazione “è stato anche cambiato il vestito di Lenin per impedire contaminazioni biologiche”. Sin qui la dura realtà di una cerimonia di “restauro” che si ripete dal giorno della scomparsa di Lenin avvenuta nel 1924. Ma la presenza del mausoleo nella piazza centrale di Mosca (costruito nel 1929-1930 dall’architetto Sciusev) è pur sempre motivo di discussioni polemiche. Promosse, a suo tempo, da Eltsin. Fu, infatti, il vecchio presidente russo ad appoggiare l’allora sindaco di San Pietroburgo, Anatolij Sobciak, che avanzava l’idea di eliminare il “cimitero della Piazza Rossa” che si snoda sotto le mura del Cremlino (con le tombe di Gorkij, Giukov, Gagarin, Stalin, Gerginskij, Breznev ...) e di dare sepoltura a Lenin nel cimitero Volkovo di San Pietroburgo accanto alla tomba della mamma.
Seguirono, sempre nei primi anni post-sovietici, articoli ed interventi di esponenti dell’area “democratica” che chiedevano l’eliminazione del mausoleo. Cominciò allora la caccia a Lenin. E ci fu anche una mezza proposta ufficiale avanzata da un fedelissimo di Putin - Georgij Poltavchenko - che proponeva di “ripulire” - eliminando la salma di Lenin - la Piazza Rossa. E nel coro entrò anche la voce di una emittente privata (la “Echo Moskvij”, nota esclusivamente per il suo viscerale impegno anticomunista ed antisovietico) che sulla base di un suo sondaggio affermò che il 65% degli ascoltatori chiedeva l’eliminazione del mausoleo.

Putin, dal canto suo, ha cercato invece di ostacolare queste campagne. E’ noto un suo intervento del 2001 quando affermò che: “Molte persone in Russia associano la loro vita col nome di Lenin... rimuovere la salma sarebbe come dire loro che hanno rispettato falsi valori, che le loro vite sono state vissute invano”. E alla dichiarazione di Putin si è aggiunta quella del leader dei comunisti, Gennadij Zyuganov: «La devono smettere di combattere contro i morti. Se il potere compirà questo atto sacrilego, organizzeremo azioni di disobbedienza in tutta la Russia”. Di segno completamente opposto la dichiarazione dell’esponente nazionalista Vladimir Zhirinovski che chiede senza mezzi termini che il “cadavere-reliquia” sia portato via dalla Piazza Rossa. E aggiunge, con il suo solito tono dissacrante e provocatorio: «Vi immaginate Hitler che giace in Germania, al centro di Berlino? Chi allora crederebbe che i tedeschi hanno preso le distanze dal nazismo?».Più cauto Michail Gorbaciov che continua a frenare sulla questione del mausoleo: i tempi non gli paiono maturi, teme grosse lacerazioni in seno all’ancora fragile e instabile società postsovietica. Decisamente contro il mausoleo si pronunciano, invece, la Chiesa Ortodossa, il Rabbino-capo e la Direzione Spirituale Centrale dei musulmani. Ritengono infatti che "la mummia" di Lenin debba essere sepolta in quanto “l'esposizione pubblica di un defunto” è un atto “non consono alla civiltà moderna”.
Intanto i comunisti di Zjuganov continuano a raccogliere firme in favore della permanenza del mausoleo nella Piazza Rossa. Nel loro appello chiedono la solidarietà di «tutti quanti hanno caro il nome di Vladimir Ilic Lenin, non hanno tradito gli ideali della grande rivoluzione d’Ottobre, ricordano e rispettano l’eroico passato del Paese dei Soviet, conservano la memoria delle gesta di guerra e di lavoro dei genitori e dei nonni».

Infine sul piano delle “curiosità” che si riferiscono alle vicende del Mausoleo c’è da ricordare che anni fa un certo Stas Namin - musicista di nessun valore - noto solo per essere il nipote di Anastas Mikojan (uno dei padri della storia dell’Urss) dichiarò, pur di farsi notare, di essere disposto a caricare la salma di Lenin in un camper e di portarla in giro per il Paese facendo pagare il biglietto d’ingresso. Gli fu risposto che avrebbe potuto portare in tournee anche la salma di suo nonno... Altro personaggio che si dichiarò disposto a fare soldi con Lenin è stato l’eccentrico e chiacchierato Kirsan Iliumzhinov, presidente della Calmucchia (repubblica autonoma a maggioranza buddista) che si è detto pronto a trasferire Lenin ad Elista, capitale della sua repubblica in cambio di un milione di dollari.

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