di Bianca Cerri

“Arrivano nel mio ufficio in lacrime perché sono disoccupati o guadagnano troppo poco per pagare l’affitto e mandare i figli a scuola”, dice Charlie Terrance, assistente sociale di Gasden, in Alabama. Ma la località poco importa, perché se lo stesso avviene a New York, dove i lavoratori vengono sfrattati e sono costretti a fare la fila fuori dalle mense pubbliche per sfamarsi. I loro figli finiscono negli istituti e non è raro che le madri che si ribellano vengano ricoverate nelle strutture psichiatriche dopo essere state etichettate come schizofreniche. Neppure durante la Grande Depressione si erano viste scene orribili come quelle che accadono oggi né intere famiglie erano costrette a ricorrere alla carità per un po’ di cibo. Dai marciapiedi di Detroit all’entroterra del Kentucky, al profondo Sud all’Oklahoma, l’America si va affollando di nuovi poveri e la tubercolosi ha fatto il suo grande ritorno. A New Orleans, una volta spenti i riflettori, il governo ha dimenticato le promesse e la città è finita in mano agli imprenditori che approfittano dello stato di bisogno degli abitanti per assicurarsi manovalanza a basso costo. Sistema idrico e linee telefoniche non sono state ancora completamente ripristinate e il numero di alcolizzati è aumentato in modo stratosferico, insieme a disparità di classe e razzismo. I malati di diabete non hanno più un centro dove rivolgersi e la fatica di vivere condiziona migliaia di abitanti. I giovani considerano gli anziani un peso e si dimostrano insofferenti nei loro confronti.

Qualcuno, come padre Schloss, ex-dirigente Wal-Mart, si considera fortunato, senza la “chiamata divina” che gli ha assicurato una parrocchia e i relativi benefici, sarebbe anche lui un homeless come molti altri. Schloss, beato lui, considera la povertà “un privilegio che porta dritti a Dio” perché si sa che gli ultimi eccetera eccetera. Sarà, ma milioni di posti di lavoro perduti non appaiono esattamente come una manna e la povertà servirà magari per guadagnarsi il paradiso ma in America non è una via praticabile. Dieci milioni di americani sono oggi alla ricerca disperata di un lavoro e due milioni e mezzo di anziani vivono in stato di completo abbandono. Quattro milioni e mezzo di bambini con difficoltà di apprendimento sono privi di insegnanti di sostegno e non godono di assistenza sanitaria.

A Battle Creek, in Michigan, ma anche a San Francisco, gli operai che lavorano in nero sono spesso costretti a rivolgersi al Banco Aimentare per sfamare sé stessi e la famiglia, esattamente come fanno gli homeless. “Vorrei crescere in un altro paese”, dice Taylor Finley, nove anni, ma per ora dovrà adattarsi a restare dov’è perché entrambi i suoi genitori hanno perso il lavoro e non hanno mezzi per trasferirsi altrove. Come altri quaranta milioni di adulti, i Finley non usufruiscono di assistenza sanitaria e vivendo nella zona dei monti Appalaci, dove gli inverni sono freddissimi, devono stare attenti a non ammalarsi perché non saprebbero dove farsi curare.

E’ l’America della crudeltà e della miseria, dove il divario tra classi si fa sempre più ampio e anche alimenti basilari come latte e farina sono diventati generi di lusso per migliaia di famiglie. Basta girare per le strade per vedere gente disperata alla ricerca di un lavoro qualsiasi, ma le imprese assumono ormai col contagocce e non è facile sopravvivere senza un reddito. Capita di incontrare gente anziana in lacrime fuori dai grandi supermercati anche a due passi dalla Casa Bianca. Durante l’ultima campagna elettorale il tema della povertà è stato però sfiorato solo occasionalmente. I politici preferiscono far finta che non esista.



Ai repubblicani soprattutto piace continuare a dire alla gente che la nazione è prospera e felice. Ma la verità è molto più brutale: in America abbondano difficoltà, problemi, violenza e malessere. Lo dicono le cifre riferite al 2006

- 85.000 morti per colpi d’arma da fuoco
- 20% di alunni delle scuole elementari hanno già fatto esperienza di droga
- sette milioni di persone hanno chiesto aiuto alla psichiatria
- 45.000 le morti causate da incidenti stradali
- 30.000 i bambini che hanno riportato danni permanenti per le percosse ricevute in famiglia. Gli abusi famigliari colpiscono i bambini molto più delle malattie.
- 50.000 i bambini scomparsi nel corso dell’anno.
- 900.000 i minori costretti a lavorare anche nelle ore notturne
- cinque milioni i lavoratori che hanno riportato danni permanenti sul lavoro
- 14.000 le morti sul lavoro
- 100.000 le morti dovute a danni alla respirazione causati da sostanze inalate durante l’esercizio di una attività
- 60.000 morti da inquinamento
- 20.000 contagi da alimenti avariati o scaduti, in particolare carni trattate ecc.
- 126.000 bambini nati con difetti a causa della mancanza di cure prestate alla madre durante la gravidanza.
- 5.000 i bambini uccisi da un famigliare
- 160 persone entrate in carcere ogni settimana
- un quarto della popolazione afro americana vive nell’indigenza più assoluta

Se negli anni ’40 John Steinbeck riuscì a fare un ritratto di graffiante onestà dell’America povera e a trasmettere la speranza che gli uomini avrebbero sempre contato più delle cose, gli scrittori di oggi non riuscirebbero a fare lo stesso. Perché oggi la povertà è considerata una vergogna e i poveri portatori del nulla.

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