di Mario Braconi

Il nome della strada di Londra dove ha sede la Bank of Ideas (Banca delle Idee) è di buon auspicio: Sun Street, ovvero strada del sole. A prescindere da quale sia la vera origine di quel nome luminoso, esso fa pensare ad un nuovo inizio: esattamente un grande cambiamento quello in cui sperano gli uomini e le donne che hanno l’hanno fondata e la animano, ovvero le persone del collettivo “Occupy London Stock Exchange”. A metà novembre, gli attivisti del movimento anti-banche hanno occupato una palazzina di uffici nel quartiere londinese di Hackney, al momento non utilizzata.

Una mossa davvero azzeccata anche dal punto di vista della comunicazione: non solo infatti gli occupanti si sono assicurati un loro spazio da usare per dibattiti ed attività di resistenza varia, ma lo hanno fatto a spese di UBS, la banca svizzera proprietaria dell’edificio. Non appena gli attivisti hanno preso possesso dei locali, si sono preoccupati di metterli in sicurezza: infatti, secondo le leggi del Regno Unito (per le quali l’occupazione abusiva è questione da codice civile), se si riesce a dimostrare di aver effettivamente preso possesso dell’edificio occupato, ad esempio sostituendo o riparando eventuali vetri rotti, cambiando le serrature eccetera, risulterà molto più difficile per il proprietario buttare fuori lo (gli) squatter: in pratica, non potrà farlo se non dopo un procedimento in tribunale.

Jack Holburn, un sostenitore del movimento, spiega così le ragioni del contrappasso: “Così come le banche si riprendono le case dalle famiglie [in difficoltà che non riescono a stare dietro alle rate del mutuo, 9.000 solo nell’ultimo trimestre secondo Occupy] gli immobili non utilizzati di proprietà della banca sono stati oggetto di riappropriazione da parte del pubblico”. Non a caso, uno striscione fuori dagli uffici occupati recita “UBS: ci devi dei soldi”.

La domenica successiva all’occupazione gli uffici della banca hanno riaperto al pubblico sotto l’egida della neonata “Banca delle Idee”; nelle intenzioni degli animatori, dovrebbe essere un luogo deputato allo “scambio non monetario di idee al fine di dare un contributo alla risoluzione delle attuali pressanti questioni economiche, sociali ed ambientali.” Chiunque è il benvenuto alla banca delle idee, purché si attenga alla regola di astenersi da transazioni che comportino passaggio di denaro: “lo scambio”, infatti “riguarda idee o capacità, nessuno dovrà tirar fuori un quattrino per prendere parte alla attività della banca.”

Attività, giochi, dibattiti continuano alla Banca delle Idee, che è aperta al pubblico da mezzogiorno alle 11 di sera durante i giorni lavorativi e dalle 10 alle 23 nel fine settimana. Contemporaneamente, va avanti il procedimento legale intentato da UBS agli occupanti del suo edificio: era attesa per oggi una sentenza della corte di Hackney che avrebbe dovuto stabilire se la bella avventura della banca delle idee avrà o meno un futuro. Sembra però che la decisione sia slittata alla settimana prossima.

Nel frattempo, il movimento incassa la rumorosa solidarietà di alcune star più cool della musica “intellettuale” britannica. L’altro ieri sera, in un concerto cui sono state invitate un centinaio di persone oltre alla stampa, al piano terra della sede occupata dalla UBS per due ore in un DJ set condiviso Thom Yorke (voce e leader dei Radiohead, in un look molto radical-chic, capelli lunghi e barba fluente), 3D dei Massive Attack e Tim Goldworthy del collettivo UNKLE.

Gli organizzatori hanno fatto sapere che la performance è un modo con cui gli artisti hanno deciso di ringraziare gli uomini e le donne dell’eterogeneo movimento che si batte contro le ingiustizie e lo strapotere delle banche; la registrazione dell’evento sarà presto resa disponibile per il download digitale a pagamento secondo il principio stabilito anni fa dagli stessi Radiohead del “paga quello che vuoi”. Una forma di finanziamento della compagna di occupazione generale. Yorke aveva già dato la sua disponibilità a cantare per gli attivisti di Occupy Wall Street a New York, ma l’evento era stato cancellato a causa dell’eccessivo afflusso di persone, che rischiava di renderlo pericoloso.

Adam Fitzmaurice, uno degli organizzatori della serata, ha dichiarato alla stampa: “Abbiamo incontrato rappresentanti della Chiesa Anglicana, oggi le rockstar. Il movimento Occupy ha talmente tante culture al suo interno”. La speranza è questa eterogeneità non finisca per essere un limite.

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