di Roberto Giardina

BERLINO. Arme Angela, povera Cancelliera. La sua Germania è stato il primo paese a uscire dalla crisi, i disoccupati continuano a scendere (tra qualche mese saranno meno di 3 milioni, livello mai raggiunto dalla riunificazione) l´industria è in pieno boom, i tedeschi esportano di tutto e fanno fatica a far fronte alle ordinazioni, soprattutto verso India e Cina. Per il 2011, è previsto un aumento del Pil del 3,5, il triplo di quello italiano. Eppure la coalizione di Frau Merkel, alle elezioni regionali a metà legislatura va incontro a una disfatta dopo l´altro. Sono folli questi tedeschi?

Anche all´estero, Frau Bundeskanzlerin raccoglie solo critiche, per la sua ostinazione a non seguire i partner europei, tanto da essersi guadagnata il soprannome di “Madame Non”. Due anni fa, in piena crisi, rifiutò di partecipare a un piano comune: “Ci metteremo anni a trovare un accordo. Intanto faccio da me”. A quanto sembra, non ha avuto tutti i torti. Oggi, è disposta ad aiutare i “cattivi”dell´euro, la Grecia, l´Irlanda, e il Portogallo, ma aggiunge: “Non siamo gli ufficiali pagatori della Comunità. Adesso bisogna cambiare le regole.” Dura, ma irragionevole?

Più grave ancora, il “No” reciso a partecipare alla campagna di Sarkozy e di Cameron contro Gheddafi. Berlino ha voltato le spalle agli alleati, per unirsi alla Cina e alla Russia di Putin, l´hanno accusata. Berlino ha rotto l´asse con Parigi e si è isolata in Europa. E´un torto finire in minoranza se si ha ragione, come l´andamento della situazione in Libia sta dimostrando?

La Merkel deve tener da conto i suoi elettori. “Abbiamo tagliato gli aiuti ai disoccupati e ai poveri e oggi troviamo miliardi per le banche e per i greci”, accusa Die Linke, il partito dell´estrema sinistra. Qualche dichiarazione demagogica va messa in conto. Poi dovrebbero contare i fatti, e la Germania si dimostra europeista, al di là delle parole. Solo il 55 % dei tedeschi giudica positivamente la moneta unica, il che in fondo non è poco, e Frau Angela li ammonisce: “La nostra prosperità dipende anche dall´euro”.

Lei paga soprattutto il cedimento degli alleati liberali. L´FDP che due anni fa aveva sfiorato il 15 %, se si votasse domani rischierebbe di non superare nemmeno lo sbarramento minimo del 5. Colpa di promesse elettorali non mantenute, anche a causa della crisi (investire il 15 % del Pil nell´istruzione). I tedeschi non dimenticano. A guadagnare non sono i socialdemocratici, che continuano a perdere ovunque, ma i “verdi” che stanno diventando un partito a larga base popolare, approfittando dei guai altrui.

Non sono tutti di sinistra, come si ritiene all´estero. E i “Grünen” sono stati favoriti anche dalla tragedia nucleare in Giappone. Oggi accusano la Merkel di aver prolungato la vita delle centrali lo scorso settembre. Ma il loro Joschka Fischer, quando era vicecancelliere e ministro degli esteri con Gerhard Schröder, prese pragmaticamente la stessa decisione.

Nelle elezioni del Baden-Württemberg, 37mila kmq e 11 milioni di abitanti, un Pil quasi pari a quello del Belgio, e da sempre una roccaforte cristianodemocratica, i verdi per la prima volta guideranno la nuova coalizione insieme con l´SPD, sia pure per un solo seggio (36 a 35). Ma il loro primo ministro, Winfried Kretschmann, 62 anni, non è affatto un ribelle. Severo professore di liceo, non ama le decisioni avventate e idealistiche, tanto da essere stato a lungo contestato dal suo stesso partito.

Se si votasse la prossima domenica, Frau Merkel sarebbe costretta a sloggiare. La sua CDU/CSU otterrebbe un modesto 33%, l´FDP rischierebbe di non entrare al Bundestag e i socialdemocratici potrebbero riformare la coalizione con i verdi, come nel 1998 (fino al 2005). Paradossalmente, potrebbe risultare un vantaggio il continuo cedimento dell´SPD, a cui mancano personalità di rilievo. Secondo i sondaggi otterrebbero appena il 26 % contro il 24 dei Grünen. Quasi un testa a testa.

Ma se fra due anni avvenisse un sorpasso come a Stoccarda? Al voto nazionale, i tedeschi potrebbero avere il timore di ritrovarsi con un Cancelliere verde. E quale? I vecchi leaders nazionali sono diversi dagli ecologisti della provincia, più arroganti e imprevedibili. Inoltre, in questi due anni i verdi dovranno saper gestire il potere. Come chiudere le 4 centrali nucleari che forniscono il 60 % dell´energia al Baden - Württemberg, la regione più avanzata e innovativa d´Europa, che ospita industrie come Daimler, Porsche, Bosch?

Si brucerebbero 5 miliardi di euro, rischiando migliaia di posti di lavoro. A Stoccarda i Grünen hanno anche promesso di bloccare la costruzione della nuova stazione che, secondo loro, sconvolge il cuore della città, e devasta la zona con le linee per i treni superveloci. Kretschmann è un realista ed è in grado di giungere a un compromesso. Sarà sufficiente per gli elettori?

La Merkel confida nel tempo ed è più che probabile che nel 2013, dopo anni di potere, possa tornare a guidare una Grosse Koalition insieme con i socialdemocratici. Senza escludere la possibilità di un´alleanza tra cristianodemocratici e Grünen, come ad Amburgo. “Madame Non” non è ancora matura per la pensione.

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