di Rosarita Catani

AMMAN. Ad un anno esatto dallo scioglimento del Parlamento, in Giordania è iniziata la nuova campagna elettorale per le prossime elezioni per il rinnovo della Camera dei Deputati (Màjlis an-Nuwwàb) del Regno di Giordania (al-Màmlaka al-Urdunìyya al-Hàshimiyya). In vista della scadenza, fissata per il prossimo 9 Novembre, gli aspiranti parlamentari stanno gareggiando per accaparrarsi ogni angolo disponibile per le strade di Amman per "appendere" i loro manifesti e striscioni e slogan di clichè. I cittadini sembrano scoraggiati e si lamentano vedendo gli stessi volti e gli stessi slogan delle precedenti elezioni che non riflettono i bisogni della comunità.

Le elezioni del 2007 videro una vittoria schiacciante dei candidati vicini al Governo, candidati "indipendenti" ed espressione dei vari clan ('ashà'ir) del Paese,mentre l'opposizione islamista (Jàbhat al-àmal al-Islàmiyya - Fronte Islamico del Lavoro, vicino ai Fratelli Musulmani)sosteneva che i risultati furono falsati dalla corruzione di molti elettori da parte di elementi vicini al governo.

Un inviato di Al Jazeera assistette direttamente alla compravendita di voti davanti ai seggi elettorali della circoscrizione al-Balqà’ 4. La legge elettorale giordana vieta ai candidati di offrire regali agli elettori per garantirsene il voto: la condanna può essere il carcere o una multa. Tuttavia, la compravendita dei voti è un fenomeno diffuso in Giordania, dovuto anche alla scarsa partecipazione popolare a causa della diffusa sfiducia dei cittadini nei confronti del Parlamento.

Di recente, il Re Abdullah II ha promulgato una nuova legge elettorale. La nuova legge innalza il numero di seggi della Camera dei Deputati da 110 a 120 e mantiene il sistema di voto "un uomo - un voto" per il quale un cittadino può votare solo per un candidato. La nuova legge, inoltre, rinomina i distretti in “zone elettorali”. Ciascuna di esse é divisa in un seggio unico per ogni sottodistretto e il numero totale dei seggi per
la zona elettorale è equivalente al numero dei seggi controllati dai vecchi distretti, eccezione fatta per le quattro zone elettorali dove sono stati aumentati i seggi.

Per esempio, il terzo distretto di Amman aveva cinque seggi. Secondo la nuova legge, il nuovo distretto è diviso in cinque sotto-distretti. Il governo asserisce che il nuovo sistema dovrebbe tenere a freno il tribalismo perché non specifica i confini geografici per i sotto distretti. Gli elettori saranno registrati nelle zone elettorali e saranno in grado di votare dei candidati in lizza per ciascuno dei loro sotto-distretti delle zone elettorali.

I candidati, dall’altro canto, devono scegliere un sotto-distretto in cui candidarsi e, teoricamente, non dovrebbero essere in grado di determinare chi voterà per loro nel loro sotto-distretto. Però da questo potrebbe ottenersi l’effetto contrario, e cioè che con i sotto-distretti più piccoli, i candidati potrebbero fare affidamento più sulle loro affiliazioni tribali e fare campagna elettorale tra un più piccolo gruppo di votanti familiari, rispetto a prima.

Il Parlamento, nella nuova versione espansa, comprende quattro seggi addizionali per le città di Amman, Zarqa e Irbid. I seggi non sono stati aggiunti per adattarsi ai cambiamenti della popolazione, ma per venire incontro, almeno in parte, ad una delle richieste chiave avanzate dai riformatori. Essi hanno a lungo chiesto un aggiustamento per la distribuzione dei seggi che tendono ad essere più a favore
delle aree più tribali, rurali, e poco popolate - dove il supporto per il governo è forte - e contro le aree urbane densamente popolate, dove islamisti e giordani di origini palestinesi tendono a vivere.

L’aumento dei seggi ne riserverebbe sei aggiuntivi per le donne, innalzando il livello della rappresentanza femminile in Parlamento al 9%, che é il livello medio negli altri paesi arabi. La reazione pubblica nei confronti della nuova legge è stata quasi silenziosa; i giordani rimangono disinformati sulle opzioni della legge elettorale e sull’inadeguatezza dell’attuale sistema. Inoltre, anche all’interno dei riformisti non vi è consenso su quale sia il miglior sistema elettorale da adottare e quindi non c’è alcun chiaro messaggio che possa essere tradotto in una campagna di sensibilizzazione per educare l’elettorato.

Il governo avrebbe potuto fare di più per riformare la legge elettorale senza minare lo status quo di un parlamento docile con poteri legislativi limitati. Esso avrebbe potuto fare una piccola concessione, ad esempio accettando le richieste dei riformisti di tornare a un sistema elettorale misto. Aggiungendo perfino 10 seggi al Parlamento, per essere scelto da un sistema di rappresentanza proporzionale - avrebbe potuto dare sia ai partiti politici, sia ai leader tribali, un incentivo a lavorare collettivamente sui programmi politici.

Un tale cambiamento non avrebbe alterato la composizione demografica del Parlamento; anzi, avrebbe rappresentato un positivo passo avanti nel supportare una cultura democratica e nel far corrispondere la retorica riformistica del governo ad un’azione concreta. Ma nonostante ciò in alcune parti del paese si sente la voglia, sia nella società che nelle autorità, di dare una svolta al sistema politico giordano, che dimostri
come la democrazia nel vero senso del termine non é solo elezioni ed urne.

Il cambiamento del nuovo modo di fare politica sta nascendo a piccoli passi a Shafa Badran, un sobborgo di Amman, dove la campagna elettorale del candidato Ziad Al Hajjaj, viene condotta dall'Arch. Hmoud Awwad Al Hajjaj, laureato in Italia all’UAV di Venezia ed attivista politico già ai tempi dell'Università. Realizzazione di dibattiti pubblici e convegni, campagne di informazione su argomenti di interesse per i cittadini tramite manifesti e volantini, un sito del candidato aggiornato costantemente dove i cittadini possono lasciare i loro commenti, sono le caratteristiche dell’attività che sta svolgendo per il candidato l’Arch. Hmoud Hajjaj.

Questo modo di fare politica é nuovo per la popolazione giordana, abituata a sontuosi pranzi offerti da aspiranti parlamentari nelle loro campagne elettorali. Ma la campagna condotta dall'Arch.Al Hajjaj per il candidato della 5 circoscrizione, ha un volto nuovo che non vuole essere solo un strumento d'informazione, ma soprattutto l'occasione per coinvolgere i cittadini e stimolarli a segnalare problemi, preoccupazioni, per avvicinarli sempre di più ai lavori della campagna elettorale. Per Al Hajjaaj “la politica é innanzitutto la capacità di ascoltare la gente ed é per questo che attraverso la nostra campagna d'informazione per la presentazione del candidato abbiamo un efficace strumento per ascoltare, capire e rispondere alle richieste dei cittadini”.

Concetti ribaditi anche in altre occasioni: “Le analisi più attente e lungimiranti della situazione attuale in Giordania, insistono nel ricordarci che il mondo non può più funzionare secondo gli schemi dei decenni passati, in cui ha consumato più di quanto potesse distruggendo risorse e incrementando le distanze tra ricchi e poveri, tra sud e nord, lasciando a terra innanzitutto le nuove generazioni”. “Niente sarà più come prima. Dobbiamo e possiamo raccogliere questa sfida positivamente, interrogandoci sul modo in cui la nostra comunità funziona, e quale contributo d’idee e di azioni possiamo dare, per far sì che le nostre risorse materiali e umane non si disperdano per diventino invece la ricchezza possibile delle vite future. Discutere e crescere insieme; non per demolire o distruggere, ma per costruire”.

Al momento sembrano posizioni che sintetizzano l’aria nuova che si respira ad Amman. “Senza ricambio e senza idee forti e passioni - ha proseguito Hmoud Al Hajjaj - pur nella difesa di antichi valori, non si può contrastare l’involuzione politica che tanto pesantemente si è abbattuta sulla Giordania nelle ultime elezioni politiche. Non possiamo, con vecchie logiche, ipotecare il futuro e sacrificare le prospettive di una politica nuova e progressista; bisogna rilanciare e rinvigorire a livello locale le prospettive di un buon governo delle nostre amministrazioni affrontando con spirito adeguato le nuove sfide”.

Vedremo tra pochi giorni quanto questo nuovo approccio sarà penetrato in un elettorato abituato fino ad ora con una logica tradizionale e di retroguardia a cimentarsi con le scadenze politiche del regno. Se insomma, un refolo di vento nuovo saprà togliere la sabbia di una presunta democrazia dagli occhi dei giordani.
 

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy