di Carlo Benedetti

MOSCA. Per i polacchi e per tutta l'Europa dell'Est è un luttuoso "Na drugi dzien" con tanti e tanti interrogativi su un futuro al momento imprevedibile. E in questo clima c'è anche chi vuol ricordare quell’emblematica espressione - "L'ordine regna a Varsavia" - pronunciata alla Camera dal ministro degli Esteri francese dopo la durissima repressione russa, nel settembre 1831. Ma la realtà di oggi è ben altra. Nessuna recriminazione, nessuna speculazione che, visti i tragici fatti della catastrofe, non avrebbe senso.

Il ricordo ora va solo alla Polonia colpita dalla catastrofe del 10 aprile mentre tutti si preparavano a commemorare la strage di Katyn del 1945 quando i militi della polizia stalinista fucilarono, nella foresta di Smolensk, 4421 ufficiali polacchi internati nel territorio dell’URSS. Il Cremlino coprì l'eccidio e poi ne addossò la colpa ai nazisti. E fu una tragica menzogna di uno stalinismo vergognoso che per decenni ha macchiato le relazioni tra Varsavia e Mosca. Ed ora dopo che Putin nelle settimane scorse aveva reso omaggio ai martiri polacchi ristabilendo la verità storica arriva un messaggio del presidente russo Dmitrij Medvedev.

"Cari amici - dice l'uomo del Cremlino in un messaggio trasmesso in russo e in polacco da tutte le stazioni radiotv dei due paesi - io e tutti i cittadini della Russia siamo sconvolti dalla spaventosa tragedia - la morte del Presidente della Repubblica Polacca Leh Kacinsky, di sua moglie Maria, di tutti i cittadini polacchi che si trovavano a bordo del vostro aereo. In questi giorni con voi ci siamo ritrovati a ricordare le vittime dei tempi totalitari. Lech Kaczynsky si stava dirigendo in Russia per rendere omaggio, in prima persona, al ricordo degli ufficiali polacchi fucilati a Katyn. Sia come Presidente che come cittadino del suo Paese. Tutti i russi condividono ora il vostro dolore e il lutto. Vi prometto che tutte le circostanze dell’incidente aereo saranno scrupolosamente accertate in piena sintonia con la parte polacca. Ho già dato le relative indicazioni esaurienti alle strutture di pubblica sicurezza. A nome del popolo russo esprimo ora  un sincero cordoglio e una viva solidarietà a tutto il popolo polacco, il nostro dolore e la nostra partecipazione ai familiari e parenti dei morti e lunedì 12 aprile, in Russia sarà osservato il lutto nazionale".

Intanto sul piano delle indagini vengono esaminate tutte le varianti. Ma si fa sempre notare che il "number one" della presidenza polacca era curato in modo particolare e proprio di recente era stato sottoposto ad una revisione generale. Quanto alle previsioni per il futuro istituzionale e politico sulla Polonia colpita dalla strage dell'intero gruppo dirigente c'è ora l'ombra delle presidenziali. E si parla già della successione a Lech Kaczynsky. E qui si fa cenno ad una possibile candidatura del gemello Jaroslaw, il quale rivela sempre più le comuni caratteristiche biologiche ed ideologiche e  la cui linea di condotta è sempre stata quella del più duro e fanatico nazionalismo.

Come il fratello si è battuto e si batte contro l'Unione Europea dividendo il paese e ghettizzandolo in un assurdo isolamento. E nel conto di questo gemello c'è anche il suo stretto rapporto con quella stazione "Radio Marija", segnata da un viscerale antisemitismo e da un profondo fondamentalismo cattolico. Ma sulla scena delle prossime settimane avanzano già altre figure. In primo luogo quella del pragmatico premier Donald Tusk, uno degli "eroi" del periodo delle lotte di Danzica, impegnato da anni nel partito della destra moderata liberal-europea ("Piattaforma Civica") ed attore principale del riavvicinamento con la Russia di Putin. Posizione, questa, che ai nazionalisti non è andata mai a genio. Come non è stato mai accolto il pragmatismo che caratterizza i suoi rapporti con l'Est in generale.

L'altro candidato è Bronislaw Komorowski (58 anni) con un passato nel sindacato "Solidarnosc". Ora in vista delle prossime elezioni è presidente ad interim dal momento che è speaker della Camera bassa. Anticomunista accanito (e questa non è una novità per la classe dirigente polacca attuale...) Komorowski punta a serrare a destra le fila del Paese. Bisognerà vedere, ora, se le forze in campo - mentre il clima generale del Paese è di calma relativa - riusciranno a tagliare quel duro cordone ombelicale che ha unito in questi anni le destre alla reazionaria chiesa cattolica locale.
 

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy