di Emanuela Pessina

Berlino. Un informatore misterioso ha messo a disposizione del Governo tedesco i nomi di 1500 grandi evasori fiscali: i dati, in realtà molto confidenziali, sono stati rubati agli istituti bancari svizzeri presso cui i “poveretti” in questione avrebbero depositato grosse quantità di denaro non dichiarato. Per questi nomi, l’informatore Mister X chiede 2,5 milioni di Euro e il Governo tedesco si è dichiarato disposto a pagarli. Contro l’evasione fiscale, l’imparziale Germania sembra veramente pronta a tutto: anche a mettere a repentaglio i rapporti con l’ex paradiso fiscale della vicina Svizzera.

L’informatore misterioso del Fiskus federale ha già dimostrato al governo di Angela Merkel di possedere materiale di straordinario interesse: a prova dell’attendibilità delle notizie in suo possesso, Mister X ha già svelato cinque dei nomi contenuti nel cd. Secondo quanto riporta il quotidiano berlinese Tagesspiegel, un’ispezione successiva ha rivelato, per ognuno dei nomi svelati, un debito fiscale di circa un milione di euro.

ll Ministro federale delle Finanze Wolfgang Schaeuble, da parte sua, ha autorizzato l'acquisto del discusso cd, spiegando che “non c’è alternativa”. Un caso simile, infatti, è già avvenuto nel 2008, quando le autorità tedesche si sono procurate, attraverso un’azione di “spionaggio fiscale”, un dvd con i dati di un migliaio di evasori tedeschi che avevano i loro conti nel piccolo Principato del Liechtenstein. Nei 200 processi che hanno seguito lo scandalo, ha ricordato Schaeuble, nessuna corte ha rifiutato di utilizzare i dati “spiati” come prova, legalizzandone così la portata.

La questione, tuttavia, non è piaciuta per niente alla Svizzera, che si è detta indignata e delusa dalla scelta del Governo tedesco. Le banche e i politici della Confederazione hanno accusato Berlino di macchiarsi di ricettazione e hanno rifiutato di offrire il loro appoggio ufficiale: appropriarsi di dati rubati è reato, indipendentemente dal fine e dall’uso che se ne voglia fare, e - in questo caso - viola la privacy dei clienti delle elitarie banche svizzere. “Nessuno Stato di diritto può intraprendere la strada della ricettazione”, ha detto a questo proposito il presidente del Partito liberale radicale svizzero (FDP) e consigliere nazionale Fulvio Pelli al maggiore quotidiano svizzero Blick, sottolineando la propria disapprovazione.

Come avverrà concretamente la compravendita dei dati trafugati non è ancora chiaro. Si sa che i dati sono stati offerti a un finanziere di Wuppertal (Ovest della Germania), altrettanto misterioso, e che il “riscatto” di 2,5 milioni di euro verrà pagato dal Governo federale insieme alle singole Land federali cui appartengono gli evasori. Uno Stato democratico, tuttavia, non si può permettere di oltrepassare neppure di un passo l’ambiguo confine tra legale e illegale: e l’acquisto di dati ottenuti illegalmente, benché riguardanti evasori fiscali, può risultare abbastanza controverso.

Anche se, in realtà, la proposta indecente del misterioso informatore non dovrebbe risultare così problematica: teoricamente, infatti, non ci sono più paradisi fiscali, e la Svizzera, in particolare, ha regolarizzato la sua posizione di recente.Nella primavera scorsa, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) aveva inserito la Svizzera nella "lista grigia" dei paradisi fiscali, provocando l’indignazione del presidente della Confederazione e ministro delle FinanzeHans-Rudolf Merz.

La situazione si è risolta a settembre, quando Berna ha firmato la dodicesima convenzione con un Paese (il Quatar) garantendo a quest’ultimo la cooperazione in materia fiscale.In questo modo, la Svizzera ha rispettato le esigenze del G20 e si è garantita l’irreprensibilità dal punto di vista fiscale. La Confederazione e la Germania, tra l’altro, sono attualmente in trattativa per un accordo bilaterale sulla doppia imposizione e, quindi, per una collaborazione fiscale.

Se è rimasto qualche scheletro nell’armadio, è ora tutto da vedere. Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung,  la banca interessata è la Credit Suisse (CS), che però, da parte sua, smentisce categoricamente ogni fuga di notizie riservate. Certo è che i telefoni dei consulenti delle banche svizzere suonano in questi giorni all’impazzata: i grossi clienti tedeschi si preoccupano. E, intanto, il ministro Schaeuble, con un sorriso perverso, invita i presunti evasori ad autodenunciarsi. Meglio pagare in ritardo che pagare in ritardo con multa, avverte il Ministro. La guerra dei nervi è cominciata.

 


 

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