di Carlo Musilli

Anche quando le Borse volano e gli spread crollano, la guardia non va abbassata. La tensione che da giorni regna fra le cancellerie di mezza Europa dimostra che i mercati non sono uno strumento affidabile per giudicare ciò che avviene in politica. Venerdì, dopo la conclusione dell'Eurogruppo, i listini azionari hanno fatto segnare un rialzo da record. Cosa ancora più insolita, il segno positivo ha resistito anche lunedì (generalmente dopo aver acquistato in massa gli operatori vendono per realizzare i guadagni). Come mai?

Verrebbe da pensare che i leader europei abbiano definitivamente imboccato la strada migliore possibile per risollevare il destino dell'Eurozona, ma ovviamente non è così semplice. Il primo boom è legato a un effetto sorpresa: nessuno si aspettava che la cancelliera Angela Merkel si piegasse alle richieste di Italia e Spagna (e infatti, in realtà, non è stato così). Il secondo rialzo (molto più timido) è motivato invece dalla speranza che questa settimana la Bce abbassi nuovamente il tasso di riferimento, stavolta dall'1% allo 0,75% (che sarebbe il nuovo minimo storico). Nel frattempo però dall'economia reale sono arrivati segnali tutt'altro che rassicuranti. Sempre lunedì l'indice che misura la salute della manifattura nell'eurozona ha fatto registrare i dati più bassi degli ultimi tre anni, ancora in piena zona recessiva.

A ben vedere, quindi, non ci sono molte ragioni per tirare il fiato e lasciarsi andare all'ottimismo. Le stesse misure decise nel corso dell'ultima riunione a Bruxelles sono ancora prive di molti dettagli e perché acquistino concretezza bisognerà aspettare l'Eurogruppo del 9 luglio.

Le mosse programmate per stabilizzare la finanza della zona euro sono tre. La prima - lo "scudo anti-spread" - ha fatto gridare al trionfo politico di Mario Monti, ma non è la più rilevante. In sostanza, al fondo europeo Esm (che sarà operativo a breve) sarà consentito di acquistare i bond dei Paesi che, pur essendo virtuosi in materia di conti pubblici, abbiano dei differenziali eccessivi a causa della speculazione.

Questo intervento permetterà di stabilizzare i rendimenti sui titoli di Stato. Per beneficiarne bisognerà fare richiesta e siglare un memorandum (un particolare in contrasto con le richieste di Monti, che mirava all'attivazione automatica oltre una determinata soglia di spread). Il tutto però senza gli opprimenti tecnici della troika (Ue, Bce e Fmi) a supervisionare.

Il via libera da parte della Germania è arrivato dopo che il Premier italiano - immediatamente seguito da quello spagnolo e sostenuto da Parigi - ha minacciato di non lasciar passare il pacchetto da 130 miliardi per la crescita senza l'ok allo scudo. Nella sostanza però questa misura non è una novità: era tutto già previsto nello statuto dell'Esm. Berlino in realtà non ha fatto alcuna concessione, ma i modi bruschi di Palazzo Chigi non devono comunque esser piaciuti alla cancelliera. Il sospetto è nato lunedì, quando Finlandia e Olanda (tradizionali alleati di Berlino) hanno detto di esser contrarie all'applicazione dello scudo.

Più che un veto, quello dei due Paesi che insieme alla Germania costituiscono "l'asse del nord" è sembrato un segnale politico, un invito a non forzare la mano. A livello di procedure, né Helsinki né Amsterdam hanno la forza di bloccare in via definitiva il provvedimento, come hanno spiegato i vertici della Commissione europea.

Le altre due misure stabilite dall'Eurogruppo rappresentano invece le vere novità. Innanzitutto, il compito di supervisionare le banche della zona euro passerà dalle autorità nazionali alla Bce. Una volta conclusa questa parziale cessione di sovranità, all'Esm sarà permesso di prestare soldi direttamente agli istituti di credito, senza passare per i governi. Non è un dettaglio: in questo modo gli aiuti europei non verranno calcolati nei debiti pubblici e il Fondo, prima di aprire il forziere, potrà imporre le proprie condizioni puntando il dito sul bersaglio giusto: le banche, non i contribuenti. Ora bisogna solo sforzarsi di crederci.
 

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy