di Emanuela Pessina

BERLINO. “Con Berlino ho un rapporto straordinario: ogni volta che ci torno, anziché aver l’esigenza di allontanarmi, ne vengo catturato”. Così si presenta Max Gazzè al primo appuntamento della sua tournée europea, che, partendo dalla Kulturbrauerei della capitale tedesca, ha toccato tutte le capitali del Vecchio continente per continuare poi in Italia. Gazzè presenta Sotto casa, attualmente uno degli album più scaricati da iTunes e uno tra i più ascoltati su Spotify: un innegabile, grande successo che arriva dopo tre anni di silenzio. E che la prima tappa di questa serie di concerti sia stata proprio Berlino, chi lo sa, potrebbe essere un’interessante coincidenza.

Oltre ad aver conquistato il pubblico, il nuovo album di Gazzè ha incontrato anche il favore della critica, che ci ha visto un gran bel ritorno al passato. “È stata una scelta consapevole”, ammette Gazzè. Il singolo Sotto casa ricorda come sonorità Una musica può fare [singolo del 1999, n.d.r], ma si tratta più che altro di una somiglianza di approccio compositivo, spiega il musicista. Perché a contraddistinguere Sotto casa è la sperimentazione, la voglia di adattare la musica alla poesia dei testi, così come l’ironia dei significati: “Sotto casa è come un quadro che ha un bell’equilibrio, tanti colori per una perfetta alchimia di fondo”. Ed è forse in quest’alchimia d’insieme che i critici rivedono un ritorno al passato.

Soddisfatto del suo lavoro e del successo, Gazzè rimane sempre e comunque con i piedi per terra. Reduce dall’edizione 2013 di Sanremo, il musicista cerca di spiegarci la sua filosofia di fare musica. “Sono un musicista e conosco le dinamiche dello sport della musica, fatto di ascese e discese, perché quando finisce l’onda, allora si torna a nuotare”. Ed è per questo che Max porta avanti diversi “percorsi paralleli”: suona con orchestre sinfoniche, collabora con musicisti jazz, partecipa a tournée europee in veste di bassista, pronto ad affrontare poi l’apparizione al grande pubblico in occasione di nuovi lavori. Per Max, il Festival della musica italiana non è che uno dei tanti modi di “comunicare il suo nuovo lavoro”, così come il tour che lo segue. Non ha vinto Sanremo, ma il suo disco è tra i primi tre album italiani più venduti al momento: la realtà delle cose sembra appoggiare questa sua filosofia di apparizioni e sparizioni.

Non poteva mancare una domanda irriverente e curiosa sul pezzo E tu vai via, un testo bellissimo, maturo e malinconico, in cui Max racconta una separazione importante. Venti anni con una persona e tre figli, poi questa persona va via: un’esperienza di famiglia che è sicuramente un successo, ammette Gazzè, ma con la separazione arriva l’amarezza. “E tu vai via contiene una lieve sofferenza, ma è una sofferenza elaborata, che svanisce nell’accettazione”, spiega il musicista, intendendo l’accettazione del cambiamento. “La libertà è non resistere ai cambiamenti perché questi sono sinonimo di vita”. E lasciare fluire i cambiamenti anziché contrastarli, chiarisce il musicista, evita di soffrire.

Anche per quel che riguarda la recente scelta politica degli italiani, Max Gazzè si dice ottimista. “Grillo è una novità felice, c’è incertezza, ma è meglio questa incertezza di un altro Governo Berlusconi”. Per quel che riguarda le parole antieuropee di Grillo, uno dei dettagli della campagna elettorale che più hanno spaventato l’Europa, Gazzè non ha timori: “Anche con il Movimento 5 Stelle non possiamo prescindere dall’Europa. Ci sono delle normative europee da rispettare per chiunque, solo sono differenti le strade da prendere per arrivarci”. E Grillo, Gazzè ne è sicuro, saprà gestire tutto: è una “novità che saprà allinearsi all’Europa senza perdere la sovranità”. Monti? “Monti andrebbe bene a rappresentare l’Italia come ministro degli Esteri, viene da un percorso europeo, più in particolare dagli organismi di controllo della comunità, tra cui la Commissione trilaterale, e durante il suo Governo ha garantito il controllo della situazione Italia dall’Europa.”

Anche Gazzè, in realtà, viene da un suo percorso personale tutto europeo: ha studiato a una Scuola europea, dove i meccanismi della Comunità europea stessa sono materia di studio quotidiano, ha vissuto dieci anni a Bruxelles, tre anni a Parigi e tre a Londra, oltre ad aver partecipato a diversi importanti progetti musicali con cantanti del calibro di Stephan Eicher e Herbert Groenemeyer, con cui ha scritto anche un brano. Ed è proprio dall’Europa che Gazzè comincia il suo tour, più in particolare da Berlino, dove il cantante non ha mai vissuto, ma con cui ha un rapporto straordinario. Rispetto alle altre città, rivela Gazzè con aria intrigata, “l’atmosfera che dà Berlino è qualcosa di meno interpretabile, legata a una percezione che ho della città.

Il pensiero suggerito di Berlino non è sufficiente a cambiare la mia percezione di Berlino stessa e vorrei tornare per restarci qualche mese e comporre musica”. La tournée che accompagna il grande successo di Sotto casa è cominciata proprio qui, nella capitale tedesca: se tra qualche tempo vedremo Max Gazzè girare per le strade di Kreuzberg e Mitte, allora, in quel caso, potremo dire che non si è trattata di una semplice coincidenza.



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