di Sara Michelucci

È quel genio pazzo e arrabbiato di Charles Mingus a ispirare il nuovo lavoro dei Quintorigo che propongono un originale melange di suoni e generi: dal classico al rock, dal punk al blues. È la commistione l’elemento che piace ed entusiasma e sui cui il gruppo sapientemente costruisce lo spettacolo, con pezzi che strappano numerosi applausi.

La stessa commistione cara a Mingus, che studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso e che era ossessionato dagli atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti, sia da parte dei bianchi che dei neri, viste le sue origini meticce. Questo gli darà una spinta in più che lo condurrà verso il successo.

Quintorigo Play Mingus è l’ultimo spettacolo che Visioninmusica propone, già protagonista di una fortunata tournée nei più prestigiosi teatri e festival d’Italia, con il quale i Quintorigo hanno trionfato nel referendum Top Jazz come migliore formazione jazz, oltre a piazzare il relativo album fra i migliori tre dell’anno. Il gruppo propone al pubblico una rilettura moderna e affascinante di uno dei più innovativi geni del jazz moderno.

Il progetto nasce proprio a 30 anni circa dalla scomparsa del grande contrabbassista e nel concerto vengono proposti gli arrangiamenti in stile Quintorigo dei brani più celebri di Mingus, affiancati dalle letture di alcuni passi significativi della sua autobiografia e alcuni elementi scenografici che danno un quid in più all’esibizione. Quasi un dialogo, quello che si crea, tra i Quintorigo e Mingus, fra jazz e contaminazioni. Un modo altro per offrire anche uno spaccato sulla società americana dell’epoca, con elementi politici, di costume e razziali ben connotati.

La soluzione scenografica porta indietro nel tempo, all’epoca dei jazz club newyorkesi anni ’50 e l’intercalare tra musica e letture aiuta a ricomporre il complesso puzzle Mingus. Un’attenta riflessione, dunque, mossa da un amore incondizionato da parte del gruppo nei confronti del musicista e dell’uomo Charles Mingus.

I tributi al genio del jazz esistono, come quelli di Joni Mitchell e Bill Frisell, ma nessuno ci si era mai cimentato in Italia. Non esiste nemmeno un’opera monografica sul grande compositore, nella sua esperienza artistica ed esistenziale. Per questo il gruppo ha deciso di dar vita a questo progetto organico, con  l’intento preciso di far conoscere al vasto pubblico del jazz (e non solo) una consistente parte dell’opera di Mingus. Quintorigo play Mingus è quindi un progetto articolato, che si muove e si sviluppa tra il disco e le esibizioni dal vivo.

I Quintorigo si fanno conoscere al grande pubblico partecipando al Festival di Sanremo 1999 con il pezzo dal titolo Rospo. Lo stesso anno vincono il Premio Tenco e si presentano nuovamente a Sanremo nel 2001 con Bentivoglio Angelina. Nel 2005 John De Leo (voce) si separa dal gruppo e da questo momento i Quintorigo si dedicano al progetto su Charles Mingus con la voce femminile di Luisa Cottifogli. Dal 2008 inizia la collaborazione con il cantante Luca Sapio.

Fra le collaborazioni più importanti ricordiamo quelle con Roberto Gatto, Franco Battiato, Enrico Rava, Gabriele Mirabassi (presente in uno degli ultimi spettacoli all’auditorium Gazzoli di Terni), Antonello Salis, Carmen Consoli e Ivano Fossati. E, come ha detto il grande Mingus, “Anyone can make the simple complicated. Creativity is making the complicated simple” (Chiunque può rendere complicata una cosa semplice. La creatività è rendere semplice una cosa complicata).

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