di Emanuela Pessina

BERLINO. Una “prima volta” di grande successo per i Subsonica a Berlino, approdati il 19 marzo allo storico club S036 di Kreuzberg nell’ambito di un tour europeo che li porterà poi a Londra, Barcellona e Parigi. Nati a Torino nel 1996, i Subsonica sono forse il gruppo più rappresentativo dell’alternative rock italiano: in 15 anni di storia e 6 album prodotti hanno sempre saputo mantenere il proprio stile senza rinunciare a una decisa evoluzione musicale, e senza mai deludere i propri fan. L’ultimo album, Eden (2011), li ha portati a condire basi di rock melodico con elementi dub, drum’n bass, industrial e reggae, per un mix musicale che ha riscosso grande popolarità anche fuori dal Belpaese.

La band ama presentarsi come cresciuta “sull’onda dell'elettronica, dei raduni semiclandestini organizzati nelle fabbriche dismesse e delle notti affollate ad alto volume lungo il fiume sotto piazza Vittorio”, a Torino. A questa descrizione possiamo solo aggiungere che il progetto Subsonica ha unito gli esponenti più validi della scena musicale alternativa torinese degli anni ‘90, un particolare che spesso viene omesso dalla band, forse per modestia. A Berlino abbiamo incontrato Boosta, il tastierista dei Subsonica, che accompagna il gruppo fin dagli esordi.

Altrenotizie: Eden (2011), il vostro ultimo album, ha preso forse una direzione più elettronica rispetto agli altri, avete provato a fare un esperimento oppure avete semplicemente seguito un’emozione?

Boosta: Eden è semplicemente quello che è venuto fuori. Arriviamo da Eclissi (2007), un disco molto “di flusso” e poco “di canzoni”: direi che forse è stato quello il progetto più elettronico. Con Eden è stata semplicemente la voglia di ricominciare insieme con un disco “di canzoni” che si differenziasse da quello precedente, c’è stata anche una virata nei confronti del tema, che si è infatti discostato dall’ultimo. Eclissi è un disco assolutamente più cupo, un po’ premonitore di quello che sarebbe poi avvenuto in questi anni appena trascorsi, e cioè una specie di rinascita per noi: e per rinascita intendo il modo di guadagnarci una sorta di paradiso personale in cui ognuno possa cominciare a costruire un benessere che parta dalle persone che ha a fianco. E in particolare sto parlando del gruppo, quindi questo nostro stare di nuovo insieme dopo 4 anni: ricominciare a lavorare insieme e ricreare i rapporti per me è stata una bella soddisfazione. Musicalmente siamo un gruppo di 5 persone che fanno la loro esperienza e si ritrovano insieme a scrivere musica.

Altrenotizie: Sanremo, festival della canzone italiana. Voi avete scelto di partecipare nel 2000 con una bella canzone, giovane, forse un po’ fuori dalle righe rispetto allo stile dell’evento stesso, perché vi siete lanciati in questa “sfida”?

Boosta: Perché è stato l’unico modo per andarci, non abbiamo scelto di proporre una canzone fuori dalle righe, ma abbiamo scelto di portare una canzone che rappresentasse i Subsonica, quindi se, come è successo, l’organizzazione Sanremo ha voluto il nostro gruppo, si suppone ci abbia voluto perché facessimo la nostra musica.

Altrenotizie: Come l’hanno recepita secondo te i fan?

Boosta: Guardando 12 anni dopo direi piuttosto bene, visto che siamo a Berlino per il nostro secondo tour europeo, non è andata sicuramente male.

Altrenotizie: Infatti ora suonate a Berlino, in Germania. In Italia siete conosciuti, sono 15 anni che calcate le scene; che rapporto avete con l’Europa e soprattutto che aspettative avete dall’Europa?

Boosta: Decisamente un buon rapporto, questo è il nostro secondo tour europeo e abbiamo vendite con numeri in crescita. Potrei dire che nell’arco di 3 anni da quello precedente stiamo raccogliendo i frutti, non so se del lavoro più virale della rete che diffonde la nostra musica, o del nome che si divulga, fatto sta che i sold-out ci sono. Certo le dimensioni non sono quelle dell’Italia, ma è anche vero che partire dalla dimensione del club, come stasera, è davvero bello; sono tutti posti che in Europa hanno segnato la storia della musica delle rispettive nazioni e noi siamo solo felici di poter mettere i piedi su questi palchi, e di metterli consapevoli di avere un pubblico sotto che ci guarda.

Altrenotizie: Una curiosità: la scaletta delle canzoni che presentate in una città europea è la stessa che presentate anche in Italia?

Boosta: No, tendenzialmente usiamo scalette che definiamo “ci piace vincere facile”, partiamo al massimo dall’inizio fino alla fine e poi vediamo che succede.

Altrenotizie: Incantevole, da Terrestre (2005): forse uno dei vostri successi più conosciuti e più diffusi. L’avete girato a Praga, c’è qualche motivo particolare che vi lega a questa città?

Boosta: In realtà è una questione di logistica, perché la storia fa riferimento a un posto romantico, e quindi è stato necessario rappresentarla in una città per gli innamorati. Direi che in Europa Praga è stata una delle prime scelte.

Altrenotizie: Sono 15 anni che i Subsonica compongono dischi e fanno concerti, un bel po’ di tempo, qual è la tua visione del panorama attuale della musica Italiana?

Boosta: La musica sta bene, grazie a Dio, è una forma d’arte che difficilmente può morire: è più facile che muoia l’industria musicale, come è successo negli ultimi 10 anni, ma è improbabile che muoia la musica stessa. Noto una ripresa sia di concerti dal vivo, sia di persone che scelgono di fare musica, o meglio, che scelgono di tornare a farla con gli strumenti. Per certi versi, forse, è finita l’infatuazione massiccia da elettronica, quello stile che si è avuto con l’avvento dei computer, delle registrazioni a basso costoso. O forse, quell’infatuazione si è semplicemente evoluta. Ai giorni nostri per registrare musica basta che qualcuno abbia un computer: probabilmente gli anni a cavallo del 2000 sono quelli che hanno visto le sale più vuote, perché con l’arrivo della tecnologia molti ragazzi hanno smesso di suonare per stare insieme, invece adesso sostanzialmente vediamo che c’è una bella ripresa.

Altrenotizie: Siete di Torino, non può mancare una domanda sul movimento NO-TAV, ancora in questi giorni si è manifestato. Da una parte il Governo che ha paura di rimanere fuori dall’Europa senza Alta Velocità, dall’altra i cittadini, che pensano alle proprie condizioni di vita, in una terra cui sono legati dalla quotidianità. Cosa ne pensi?

Boosta: Io penso che, per sentirci una nazione europea, dovremmo finire prima le infrastrutture che ci mancano, tra cui ad esempio l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, prima di pensare a quei pochi chilometri di alta velocità che vanno a occupare solamente su una dorsale e non sull’altra. La TAV non è assolutamente fondamentale per lo sviluppo italiano. È vero che porterebbe posti di lavoro in più, però non possiamo dimenticare che la maggior  parte degli esperti dicono che poteva essere un progetto interessante 20 anni fa, e se dopo 20 anni ne parli ancora e non cominci a farlo vuol dire che sei già fuori tempo massimo.

Altrenotizie: Progetti futuri?

Boosta: Il progetto futuro è terminare questo tour europeo e poi buttarsi in un nuovo tour per festeggiare i nostri 15 anni di attività, spegnere le candeline, e poi alla fine di quest’anno che sarà dedicato ai live, cominciare a scrivere un disco nuovo.

 

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