di Eugenio Roscini Vitali

Inaugurato il primo luglio scorso, è stato riaperto a Prora il gigantesco complesso turistico voluto dal regime nazista per i lavoratori tedeschi affiliati al Kraft durch Freude (KdF - Forza attraverso la gioia), l’organizzazione ricreativa associata al Deutsche Arbeits Front (DAF - Fronte Tedesco del Lavoro), il sindacato unitario del Terzo Reich che dal 2 maggio 1933 prese il posto di tutte le associazioni di categorie presenti in Germania in quegli anni.

Per il momento verrà rimesso in funzione il blocco 5, che ospiterà un ostello da 400 posti letto; per i blocchi 1 e 3 è invece in programma la realizzazione di 3.000 appartamenti, mentre il blocco 4 continuerà ad essere la sede del centro di documentazione permanente Macht Urlaub. Costruito sull’isola di Rugen, sul Baltico occidentale, il centro vacanze di Prora venne progettato a Colonia dall’architetto Clemens Klotz, ideatore per il partito Nazista dei campi educativi di Krössinsee, Vogelsang e Chiemsee.

La struttura che avrebbe dovuto stupire il mondo e che restò comunque incompiuta, fu solo l’inizio della politica del tempo libero pensata dal Fuhrer: il Reich aveva in programma la costruzione di 60 navi da crociera, 5 complessi balneari e 20 alberghi da 2.400 letti ciascuno; progetti che non videro mai la luce, nel 1939 scoppiò la guerra e con essa svanirono i piani della KdF.

Dalle vacanze per i lavoratori si passò così a pensare a ben altri problemi, finanche al “progetto Borghild”, le bambole gonfiabili, occhi azzurri e capelli biondi, ordinate dal Fuhrer per i suoi soldati dopo l’allarme lanciato dal capo delle Schutzstaffeln (SS), Heinrich Himmler, che nel 1940 scriveva: «Il pericolo più grande a Parigi sono la diffusione e la presenza incontrollata di prostitute, che adescano clienti in bar, sale da ballo e altri posti. E' nostro dovere impedire ai soldati di rischiare la salute per il piacere di una rapida avventura».

La costruzione del complesso turistico di Prora, un gigante che secondo i voleri di Hitler in caso di guerra sarebbe dovuto diventare un ospedale militare, ebbe inizio nel maggio del 1936: quarantotto aziende e 9.000 operai impegnati nella realizzazione di strade, ferrovie e di un porto per le navi da carico, oltre al cantiere per un fabbricato lungo 4,5 chilometri, da costruire sulle rive della baia di Prorer Wiek, tra la laguna di Kleiner Jasmunder Bodden e la spiaggia che unisce il comune di Binz al porto di Sassnitz. Composto da blocchi di sei piani ciascuno, il complesso avrebbe dovuto avere otto ristoranti, un teatro, due piscine e un’arena capace di ospitare i 20.000 ospiti presenti nel complesso.

Secondo il progetto, premiato all’Expo di Parigi del 1937, ogni piano sarebbe stato dotato di bagni e docce in comune e le 10.000 stanze (5 metri per 2,5 attrezzate con 2 letti, un armadio e un lavandino) avrebbero avuto la vista sul mare. Durante una visita ai cantieri il Dr. Robert Ley, leader sindacale del DAF, lo definì il modello tedesco del Butlins British “holiday camps”, la catena di centri vacanze per lavorati inglesi fondata a Skegness da Bill Butlins.

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale Berlino decise di fermare i lavori e gli operai furono trasferiti a Peenemünde, una piccola città sull'isola di Usedom, a circa 50 chilometri da Prora, dove il Generale Dornberger stava traslocando le infrastruttura tecnico-logistiche del progetto Vergeltungswaffe 2 (V2).

Le due piscine e l’arena non vennero mai iniziate, mentre gran parte degli edifici, del teatro e del cinema non rimasero che gli scheletri; prima di cadere nelle mani dell’Armata rossa, le poche sezioni completate vennero adibite a rifugio per i civili scampati ai bombardamenti e per gli sfollati fuggiti dalle città distrutte.

Dopo il 1949, con la nascita della Repubblica Democratica Tedesca (DDR), l’isola di Rugen divenne parte della Germania Est e il più gigantesco relitto della storia nazista prese il nome di “Walter Ulbricht Home”. Anche se gran parte del sito venne chiuso ed abbandonato a se stesso, lo Stato socialista, sfruttando il lavoro dei dissidenti, portò a termine la costruzione di alcuni edifici che dopo il 1956 divennero un centro vacanze del il personale militare del Nationale Volksarmee, l’Armata Popolare Nazionale della Germania Est.

Si tornò a parlare del monumentale colosso di cemento dopo la caduta del muro di Berlino, quando una parte dell’opinione pubblica tedesca decise di riportarlo in vita. Per alcuni il centro vacanze di Prora ancora rappresenta, insieme al Reichsparteigelande di Norimberga e all’Olympic Stadium di Berlino, il grande patrimonio architettonico del nazionalsocialismo, un’eredità storica che in qualche modo spiega come mai la Germania rimase così affascinata dal Terzo Reich; per altri il futuro dell’edificio non riguarda soltanto la memoria della repressione nazista, ma anche parte della storia della Germania dell’Est e delle persone che ebbero il coraggio di dire no al regime comunista.

Secondo i più critici la mostruosa struttura in cemento potrebbe diventare altresì un cimelio carico di simbolismo, un’occasione per attirare i fanatici dell’estrema destra e trasformare l’ostello in una reliquia del nazismo.

 

 

 

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