di Mariavittoria Orsolato

 Nonostante i continui assalti a colpi di decreti legge e contratti annullati, Sky sorpassa Mediaset e diventa la seconda televisione italiana per ricavi pubblicitari. Mamma Rai perde colpi, ma si mantiene saldamente in testa alla classifica registrando ricavi per 2.723 milioni di Euro, mentre il network dell’australiano Murdoch - con utili per 2.640 milioni - scavalca RTI, il fanalino di coda con soli (si fa per dire) 2.531 milioni di ricavi.

A snocciolare i dati che segnano la sconfitta della strategia ostruzionista di Berlusconi ci pensa Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che nella sua relazione annuale al Parlamento evidenzia anche l’ascesa delle pay tv a scapito delle televisoni generaliste.

Allo stato attuale delle cose, il mercato televisivo italiano si divide in tre grandi poli dei quali, spiega Calabrò, “RTI è leader della pubblicità e nuovo concorrente nelle offerte a pagamento; Sky è di gran lunga leader nella pay tv e nuovo concorrente nella pubblicità, mentre la Rai mantiene le classiche posizioni attraverso una quota di rilievo nella pubblicità e prelevando le risorse residue dal canone di abbonamento".

Ma se i ricavi complessivi del comparto si mantengono consistenti, segnando un incremento dell’1,7% rispetto al biennio precedente, quelli derivati dalla pubblicità hanno subito un crollo verticale andando a segnare un - 9,3% e avvicinandosi ai ricavi della pay tv, attestatasi su un + 7,4%. Si riduce così ulteriormente la forbice tra le maggiori fonti di entrata, ma cresce invece il gap nazionale per quanto riguarda lo spostamento della tv tradizionale sulla piattaforma di internet.

Evidentemente gli italiani sono ancora affezionati allo scatolone catodico, ma c’è anche da dire che in termini di connessioni il nostro Paese ha risorse talmente limitate che, stando sempre alla relazione presentata dal garante delle comunicazioni, l’uso dei telefonini di nuovissima generazione (gli smartphones) rischia di mandare al collasso l’intero sistema di trasmissione in banda larga.

Tornando all’epico duello Sky-Mediaset c’è però da ricordare che Murdoch ha per ora vinto una battaglia e che la guerra non è ancora terminata: sono già molti, primo fra tutti il presidente Mediaset Confalonieri, a leggere i risultati della relazione dell’Agcom come l’ulteriore conferma che il conflitto d’interesse più volte contestato a Berlusconi non ha ragione d’essere.

Con la recente acquisizione di Endemol, Mediaset si ritroverà però a produrre programmi per la Rai e Sky, aumentando il fatturato e dettando il trend per quanto riguarda i format; in più RTI rimane comunque in testa per quanto riguarda i ricavi pubblicitari, accaparrandosi più della metà del mercato pubblicitario. “E dire che ci davano del monopolista” ironizza Confalonieri incassando la notizia del sorpasso di Sky.

Magari monopolisti no, ma è evidente che con un debito mastodontico (nel 1994 di 4.500 miliardi) e tre reti illegalmente mantenute (lo conferma la multa da 350.000 Euro al giorno che l’Ue ci impone di pagare) reggere la concorrenza delle altre televisioni sarebbe stato praticamente impossibile, se il presidente putativo del biscione non fosse stato anche il Presidente del consiglio italiano.

 

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