di Sara Michelucci

Nessuna grande sorpresa per gli Oscar 2015. L’87esima edizione degli Academy Awards al Dolby Theatre di Los Angeles ha rispettato le aspettative, consacrando il film di Alejandro Gonzales Innaritu, Birdman, il migliore di quest'anno. Ed è proprio un film “antihollywoodiano” a conquistare, invece, l’Academy.

Il regista messicano ha fatto incetta di premi, portando a casa anche la statuetta per miglior regista, migliore sceneggiatura e miglior fotografia. A bocca asciutta, invece, il suo protagonista, il bravo Michael Keaton, a cui è sfuggito il premio come miglior attore protagonista, andato invece a un commosso Eddie Redmayne, che ha vestito i panni del fisico malato di Sla, Stephen Hawking, ne La teoria del tutto.

Altro premio atteso è stato quello per la migliore attrice protagonista, conquistato dall'altrettanto valente Julienne Moore, che ha vinto con Still Alice, il film che porta sul grande schermo la sofferenza dell'Alzheimer. La Moore, con le lacrime agli occhi, non ha infatti mancato di sottolineare l'importanza di parlare di questa malattia che coinvolge molte persone.

Interessanti i premi conferiti agli attori non protagonisti. Spunta, infatti, per il ruolo al maschile un eccellente J. K. Simmons premiato per Whiplash, dove interpreta il ruolo di un insegnante di jazz dai modi poco ortodossi.  Durante il suo discorso ha detto: “Per tutti quelli che hanno ancora i genitori, non mandate mail e sms, tirate su il telefono”.

Per il miglior ruolo di non protagonista femminile la spunta Patricia Arquette, che batte un mostro sacro come Meryl Streep, grazie al ruolo interpretato in Boyhood. La Arquette, che nel film veste i panni di una madre, ha parlato, nel suo discorso di premiazione, della necessità che ci sia maggiore eguaglianza per le donne: “È difficile avere un’eguaglianza di stipendio per le donne negli Stati Uniti ed è ora che ne parliamo”. Discorso che ha sollevato numerosi applausi, soprattutto tra le sue colleghe.

Ma ce n’è anche per l’Italia, anche se si tratta di un premio tecnico. Dopo l’Oscar a Sorrentino, lo scorso anno per La Grande Bellezza, questa volta il Bel Paese porta a casa la statuetta per i migliori costumi, premiando Milena Canonero, alla sua quarta statuetta, grazie a Gran Budapest Hotel. Il bel film di Wes Anderson conquista anche i premi per la miglior colonna sonora, il miglior trucco e la migliore scenografia.

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