di Sara Michelucci

Il divorzio, visto attraverso gli occhi dei figli, torna nuovamente al cinema, tema centrale del film Quel che sapeva Maisie, diretto da Scott McGehee e David Siegel. Quasi quarant’anni dopo Kramer contro Kramer, che evidenziò in maniera diretta il dolore della separazione di due genitori, il nuovo lavoro di McGehee e Siegel ambienta nella moderna New York il romanzo del 1897 di Henry James, Ciò che sapeva Maisie.

Maisie ha solo sei anni, ma è dotata di uno spiccato spirito d’osservazione che la rende molto più matura della sua età. Quando i suoi genitori, una rockstar (la brava Julianne Moore) e un mercante d'arte, decidono di divorziare, la piccola si ritrova al centro della battaglia tra i due genitori.

Della loro storia non sappiamo molto, perché il tutto si concentra sulla figlia e sulla sua visione delle cose, su come la separazione incide sulla sua vita di bambina che vive l’amore dei genitori come una lotta continua. I due, infatti, vogliono a tutti i costi il suo affidamento e sono disposti a usare qualsiasi mezzo, pur di veder appagato il loro desiderio.

E a Maisie non resta che guarda silenziosa un mondo fatto da adulti capricciosi. Le passano davanti i nuovi matrimoni dei suoi genitori. Il padre sposa la giovane tata Margo, mentre la madre, per ripicca, un giovane barman, cercando così di ottenere la custodia della figlia.

La pellicola, però, non ha quella profondità e quel sapore di verità da pugno allo stomaco come lavori del passato. I luoghi sono piuttosto ingessati e più da cartolina di New York che non da vita vissuta.

Quel che sapeva Maisie (Usa 2012)
Regia: Scott McGehee, David Siegel
Sceneggiatura: Nancy Doyne, Carroll Cartwright
Distribuzione: Teodora Film
Fotografia: Giles Nuttgens
Montaggio: Madeleine Gavin
Musiche: Nick Urata
Scenografia: Kelly McGehee
Interpreti e personaggi: Julianne Moore, Alexander Skarsgård, Steve Coogan, Onata Aprile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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