di Roberta Folatti

Una scelta coraggiosa quella della Teodora Film, che rema controcorrente rispetto al mercato della distribuzione italiana. La illustrano i responsabili stessi, nelle pagine del sito della società, partendo dall'irritante sensazione di trovarsi in un panorama cinematografico asfittico e totalmente subalterno a quello americano.
"Quest'anno, prevedendo la solita triste estate cinematografica, ci siamo detti: basta, cerchiamo di trovare un'apertura, una piccola fessura fra le leggi del mercato, mettiamo insieme qualcuno dei più bei film che abbiamo visto negli ultimi festival, sottotitoliamolo, rinunciamo quasi del tutto all'esosa pubblicità e diamo al pubblico qualcosa di veramente fuori dal comune, da ricordare. Nell'unico modo che il mercato ci consente".
E il primo dei film fatti circuitare è senza dubbio una pellicola che non si dimentica. 13 Tzameti, del ventiseienne georgiano Gela Babluani, ha ottenuto diversi riconoscimenti in giro per il mondo, tra cui il premio come miglior film straniero al Sundance Film Festival che presenta il meglio della produzione indipendente. Il fatto che sia un'opera prima e di un regista così giovane, lascia stupiti, per la maestria con cui la storia narrata si avvinghia intorno allo spettatore, stringendolo nella morsa dell'attesa e di una crescente inquietudine. Girato in bianco e nero, ambientato per la prima parte nei sobborghi di Parigi e per la seconda in una sordida casa nascosta nei boschi in cui avviene l'inimmaginabile, 13 Tzameti è un film di facce e di atmosfere. La faccia incredula del giovane Sebastien che, credendo di aver trovato l'occasione della vita, piomba letteralmente in un incubo, e quelle di tutti i comprimari, che sembrano usciti da un film di Jean-Pierre Melville o dai romanzi di Jean-Claude Izzo. Facce ambigue, scavate dal cinismo e dalla rapacità, che hanno divorziato per sempre dal più elementare senso di umanità. Il film di Babluani ci proietta di colpo in un mondo in cui la vita vale un pugno di euro e viene freddamente tolta e restituita. Gli istinti più bestiali si dipingono sui volti dei giocatori e delle "pedine" in gioco, in un crescendo di angoscia che invade lo schermo rendendo 13 Tzameti ipnotico e terribile in egual misura. Ma tutto questo Babluani riesce ad ottenerlo senza scene di violenza o effettacci di quel tipo, solo grazie alla bravura degli attori e alla sua abilità registica. A sottolineare l'assurdità della vicenda, ma anche la tangibilie possibilità che essa si verifichi, una colonna sonora inquietante e melliflua come gli animi corrotti dei personaggi in cui incappa il povero Sebastien.

13 Tzameti fa parte di un gruppo di cinque pellicole che, durante l'estate, la Teodora Film proietterà a rotazione nelle sale italiane. Gli altri titoli sono "Soap" di Pernille Fischer Christensen, "The yes man" di Dan Ollman, Sarah Price e Chris Smith (apprezzatissimo al Festival di Berlino), "Le temps qui reste" di Francois Ozon e "Tough Enough" di Detlev Buck. Viste le premesse, è lecito aspettarsi che anche le altre proposte rappresentino un guizzo di novità nella stantia programmazione nazionale, e in particolare in quella estiva.

Per maggiori informazioni sulle date e le sale www.teodorafilm.com


13 TZAMETI (Francia, Georgia 2005)
Regia: Gela Babluani
Sceneggiatura: Gela Babluani
Cast: George Babluani, Philippe Passon, Pascal Bongard, Aurelien Recoing
Produzione: Les Film de la Strada
Distribuzione: Teodora Film
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