di Roberta Folatti

Un ritratto tutt'altro che folkloristico della Lega Nord, che ha seguito sul "campo", percorrendo in lungo e in largo la Padania insieme al suo operatore.
Claudio Lazzaro l'ha realizzato e fatto uscire in dvd, allegato a l'Unità, poco prima del referendum costituzionale.
Il giornalista di origini milanesi, ma da tempo residente a Roma, a un certo punto ha deciso che il suo lavoro al Corriere della Sera non gli bastava più, così ha lasciato il giornale per fondare la Nobu Production.
"Camicie verdi" è il primo prodotto della sua società, il cui nome viene dalla contrazione di "no budget" ed ha suscitato interesse e polemiche. Ad agosto parteciperà al Festival cinematografico di Locarno.
Abbiamo parlato con il neoregista, che per anni si è occupato di cronaca ed esteri, tra i suoi ultimi lavori per Il Corriere un reportage sull'Iraq. Ad un anno di distanza sei pentito di aver lasciato Il Corriere della Sera per fondare la Nobu Production?
Assolutamente no, anzi! Questo mio primo film ha avuto un buon riscontro ed è servito ad alimentare il dibattito. Ho partecipato a molte proiezioni ed è stato bello e interessante confrontarsi con gli spettatori, anche con quelli di fede leghista. Fare il giornalista in modo onesto significa aiutare la gente a capire e credo che Camicie verdi abbia raggiunto questo obiettivo.

Ma è realistico pensare di riuscire a fare cinema no budget?
E' una scommessa! La mia casa di produzione, che ho chiamato autoironicamente Nobu, è nata per opporsi al pattume dell'offerta cinematografica e per tentare di fare un'informazione diversa.
Come si fa a raggiungere le persone che non comprano i giornali, letti in Italia solo da un'elite? La televisione non informa, basta guardare il modo in cui le reti Mediaset hanno presentato il referendum, una cosa ignominiosa e parziale. Ma l'abitudine ad occupare gli spazi mediatici c'è a destra come a sinistra, l'unica proposta seria di riforma televisiva viene dalla società civile e l'ha fatta Sabina Guzzanti.
Per finanziare il mio documentario mi sono rivolto alle varie emittenti, nessuno ha voluto metterci un euro, i funzionari dicevano "idea stupenda, è proprio quello che si dovrebbe fare...ma non si può fare". In questo quadro desolante l'unica possibilità è cercare di produrre cose a bassissimo costo, ma che trovino una loro nicchia, che si scavino un percorso di mercato possibile perchè alternativo a ciò che offre la tv. Le nuove tecnologie consentono di lavorare quasi no budget, ma lo scoglio grosso rimane la distribuzione. Però i dvd in edicola e la possibilità di scaricare film dal web possono creare nuovi canali distributivi che bypassino il muro mediatico che esiste in Italia.

Il documentario è un genere in crescita?
A mio parere sì. C'è stata la grande lezione di Michael Moore, che peraltro io non ho seguito perchè ho scelto di adottare un approccio più equilibrato, ma sicuramente il regista americano ha aperto la via. Lo spazio per il documentario c'è se si ha il coraggio di raccontare quello che la televisione non racconta. Cosa impossibile da fare se i soldi vengono dalle stesse emittenti televisive. Bisogna svincolarsi, osare, rischiare in proprio. Il mio film l'ho realizzato grazie alla liquidazione del Corriere, solo più tardi sono intervenuti Carlo degli Esposti della Palomar e Roberto Cicutto della Mikado. Anche il cinema dovrebbe osare, quello che ha una committenza televisiva nasce già morto. Se accetti i loro soldi ti lottizzano tutto, dagli attori all'autore delle musiche, non riesci più a fare il film che volevi.

Ma non è anche colpa del pubblico?
In tanti casi il pubblico è più maturo di chi decide cosa produrre e cosa distribuire.

Consiglieresti a un giovane la strada del documentario?
La consiglio caldamente... anche perchè la mia schiena non ha più la resistenza di una volta! E' stata dura scaricare e trasportare le attrezzature! A parte gli scherzi, i giovani devono provarci, io spero di aver dimostrato che è possibile, a loro va il mio pensiero e il mio incoraggiamento.


Per richiedere il dvd a avere maggiori informazioni:
www.camicieverdi.com
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