di Sara Michelucci

Il contagio, la malattia, sono il filo conduttore dell’ultimo lavoro di Steven Soderbergh, Contagion. Il rischio di una nuova pandemia su base planetaria allerta i medici del Center for Disease Control e dell'Oms. Occorre isolare velocemente il nuovo virus, trovare una cura e circoscrivere il contagio iniziato a Hong Kong. Mentre i medici tentano di limitare i morti, si diffondono notizie false e incontrollate che alimentano la psicosi collettiva innescando disordini civili. Si tratta di un’influenza simile alla Sars o all’Aviaria, ma capace di svilupparsi anche per contatto con estrema rapidità.

Il virus letale parte da una donna (Gwyneth Paltrow) che, durante un viaggio di lavoro a Hong Kong, cena in un ristorante e viene contagiata. Da qui si scatena l’inferno: la sua morte, e a seguire quella di tutti coloro che le sono stati accanto, genera un effetto domino dalle vaste proporzioni. Il male è qualcosa che non si vede, che è dentro di noi, un Alien che richiama tanta letteratura e tanto cinema, spesso horror, che hanno fatto dell’invisibile e dell’ignoto il fulcro per raccontare i drammi e i mali di una società.

Soderbergh fa lo stesso: parte da un fatto che spesso è stato oggetto di cronaca vera, quello dell’epidemia, per poi parlare anche di altro. Dalle storture della comunicazione e informazione fino alla generazione del sentimento della paura collettiva che, sovente, è utilizzata per soggiogare e impedire la vera circolazione delle informazioni.

Un cast corale quello scelto dal regista di Traffic, con attori del calibre di Marion Cotillard , Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow e Kate Winslet. Per ognuno c’è una storia a sé che poi si ricongiunge a un tutto rappresentato appunto dalla lotta al virus letale. Il film segue infatti diverse trame che interagiscono, partendo dal focolaio iniziale e sviluppandosi nei diversi tentativi di contenere l’epidemia. Intorno a tutto questo si accende il panico e la decadenza dell'ordine sociale, che sarà ripristinato solo con l’introduzione di un nuovo vaccino.

Il tema del contagio, come detto, è caro al cinema, soprattutto di origine americana. Basta pensare a 28 giorni dopo, dove il regista Danny Boyle sceglie di mettere in mostra il contagio con l’utilizzo di zombi di “nuova generazione”. Ma il male in quel caso era esterno, ben visibile, mentre Soderbergh predilige un male invisibile, interno alla società.

Contagion (Usa 2011)
regia: Steven Soderbergh
sceneggiatura: Scott Z. Burns
cast: Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Kate Winslet, Laurence Fishburne, Chui Tien You, Josie Ho, John Hawkes, Stef Tovar
fotografia: Steven Soderbergh
montaggio: Stephen Mirrione
musiche: Cliff Martinez
produzione: Double Feature Films, Participant Media
distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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