di Roberta Folatti

Gli orrori nel nostro piatto

“Tutti prima o poi dobbiamo mangiare un po’ di merda” - questa la cinica battuta pronunciata da Bruce Willis mentre addenta beffardamente uno degli hamburger incriminati. Di fronte a lui, allibito, il dirigente della catena di fast food Michey’s incaricato di indagare sulla presenza di feci nella carne destinata agli hamburger.

Fast food nation è tratto dal bestseller omonimo – ultrapolemico – di Eric Schlosser, che ha anche scritto la sceneggiatura del film insieme al regista Richard Linklater. Un attacco veemente al cosidetto “pranzo democratico”, il cibo prediletto degli americani adatto a qualunque tasca, un’indagine alla fonte, negli allevamenti bovini e poi negli orridi mattatoi, dove l’urgenza di produrre in grandi quantità fa chiudere un occhio (e spesso tutti e due) sull’igiene e sulla sicurezza dei lavoratori.

“Fast food nation” non è solo questo, offre una serie di altri spunti narrativi che si intrecciano, prima fra tutti la storia di alcuni immigrati clandestini che entrano negli Stati Uniti attraversando il deserto messicano – “passeggiata” che causa ogni anno decine di morti – e vengono subito fagocitati da un ingranaggio che li sfrutta, lavorativamente e a livello personale, con ricatti sessuali e angherie varie.

Il film di Linklater, che alterna pellicole sperimentali a lavori più commerciali, non è un documentario, ma i personaggi sono tutti ispirati a persone reali incontrate da Schosser durante la sua inchiesta nel mondo dei fast food. Un’inchiesta lunga due anni che lo ha portato sulle tracce di affaristi senza scrupoli, ma gli ha anche permesso di conoscere allevatori tutto d’un pezzo che cercando di svolgere il proprio mestiere mantenendo fede a una qualche etica. Questi ultimi vengono quasi sempre “stritolati” dal sistema che pretende quantità in tempi brevissimi a scapito della qualità.

“Fast food nation” è una pellicola forte che stempera la sua drammaticità con pennellate ironiche, molti degli interpreti sono nomi noti – oltre a Bruce Willis, Patricia Arquette, Ethan Awke, Catalina Sandino Moreno (Oscar per “Maria full of grace”), il cantautore Kris Kristofferson e un cammeo di Avril Lavigne.
Il film non è perfettamente riuscito, alcune storie si perdono un po’ per strada e non tutte le scene si avvertono come essenziali. Il lungo intermezzo che ha per protagonisti zio e nipote, con la tirata moralistica di Ethan Awke, è superfluo o quantomeno poteva essere accorciato.

Certo il messaggio passa e non lascia indifferenti, il giovane gruppo che si ispira a Greenpeace accenna anche al Patriot Act e alla sua profonda assurdità. Insomma una pellicola militante, che indica la presenza di una cultura antagonista negli Usa e fa ben sperare per le prossime elezioni presidenziali.

Fast food nation (Usa, 2006)
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Eric Schlosser, Richard Linklater
Cast: Wilmer Valderrama, Esai Morales, Luis Guzmán, Catalina Sandino Moreno, Bruce Willis, Patricia Arquette e Ethan Awke
Distribuzione: Dnc




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