di Roberta Folatti


Alla larga dal matrinomio

Può succedere che uno dei partner di una coppia in salute si faccia suggestionare a tal punto dalle decisioni degli amici da incominciare a desiderare il matrimonio. Un desiderio in contrasto con la filosofia abbracciata sino a quel momento, che mette in crisi l’altra metà della coppia e scompagina equilibri ben rodati. Un desiderio concepito in un certo modo – matrimonio in atmosfere caraibiche con pochi parenti e solo gli amici più stretti – e poi “mutilato” orribilmente dall’ingerenza di familiari non proprio in buonafede. Di questo parla, con verve ma anche una punta di riflessiva introspezione, Finché nozze non ci separino della regista francese Julie Lipinski. Una commedia frizzante e maliziosa che inquadra in modo originale un argomento – quello del matrimonio e dei suoi “doveri” sociali – trattato mille volte in mille film, riuscendo a cogliere gli aspetti divertenti e le contraddizioni.

Lola e Arthur sono insieme da cinque anni e si amano, tutto sembra filare a meraviglia anche se lui, giornalista non proprio in carriera, progetta un libro che non si decide mai a realizzare e lei nasconde qualche “piccolo” segreto. Ma quando Lola, vedendo due coppie di amici fissare le date dei rispettivi matrimoni, scopre (o crede di scoprire) di essere molto sensibile all’argomento, Arthur non è disposto ad approfondire i motivi di questo cambiamento. Così si lasciano, anche se la separazione si rivela, per entrambi, più dura del previsto...

Ma è nel momento in cui tornano insieme che cominciano i veri guai, perchè la “resa” di Arthur all’idea del matrimonio innesca una catena di eventi che nessuno è più in grado di fermare. Parenti che si intromettono, ex che ricompaiono, amiche in crisi e adii al celibato decisamente esplosivi – la Lipinski orchestra con arguzia una divertentissima girandola di gag supportata da un valido gruppo di attori, quasi tutti provenienti dal teatro e con un buon curriculum alle spalle.
“E’ opinione diffusa – spiega la regista – che il matrimonio sia soprattutto un gesto romantico; spesso invece si trasforma in uno strumento di guerra, sottomettendo tutto e annientando la vera natura delle persone coinvolte. Tra il peso della tradizione, il turbine delle dinamiche familiari, le ossessioni alimentate dalla società di oggi, qualsiasi tentativo di sposarsi in modo “diverso” è praticamente impossibile...”. Queste le premesse “battagliere” di una pellicola che è soprattutto una satira spumeggiante delle convenzioni e di certe inveterate abitudini.
Premiato nella recentissima edizione del MIFF Film Festival Internazionale di Milano, come miglior film e miglior sceneggiatura, “Finchè nozze non ci separino” è distribuito dalle Officine Ubu di Franco Zuliani, società che punta alla promozione di nuovi talenti – tra i loro titoli ricordiamo “La spettatrice” e “Fame chimica”.

Finché nozze non ci separino (Francia, 2004)
Regia: Julie Lipinski
Sceneggiatura: Laurent Tirard, Julie Lipinski
Montaggio: Valerie Deseine
Cast: Helene de Fougerolles, Jonathan Zaccai, Marisa Berenson, Francois Berleand
Distribuzione: Officine Ubu



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