di Roberta Folatti


Cia: la religione del sospetto

Un altro film di spie, questa volta dalla prospettiva opposta. Se “Le vite degli altri” si focalizzava sulla Stasi operante nella Germania dell’Est fino alla caduta del muro, The good shepherd racconta la Cia attraverso al figura di un suo gelido rappresentante che sacrifica vita, emozioni ed affetti al “bene” del suo paese, gli Stati Uniti. Che cosa corrisponda davvero a questo “bene” è ciò che si domanda Robert De Niro, che ha deciso di concretizzare la sceneggiatura di Eric Roth da molti considerata irrealizzabile: troppo costosa e intricata.
E in effetti l’attore americano, alla sua seconda prova come regista, ne ricava un’opera molto lunga, centosessantasette minuti, in Italia un poco ridimensionati, alcuni dei quali non sfuggono al contagio della noia. Però De Niro ha coraggio e dimostra di aver assimilato trucchi e sapienza registica dei maestri che l’hanno diretto. Il suo intento è quello di realizzare una trilogia sulla “Central Intelligence Agency”; a questo scopo si sta documentando da anni, raccogliendo materiale e testimonianze in giro per il mondo; non sappiamo se l’impresa riuscirà visto che The good shepherd in America è stato praticamente un fiasco.

Il film è incentrato sulla figura di Edward Wilson, responsabile dello sbarco americano alla Baia dei Porci che mirava a liberare Cuba dal “giogo” comunista. Siamo nel 1961 e il tentativo fallirà miseramente, lasciando Castro bel saldo al potere e suscitando dentro la Cia un sentore di tradimento. The good Shepherd alterna ai fatti dell’aprile ’61 continui salti temporali all’indietro, ripercorrendo le tappe che hanno condotto il glaciale Wilson ai vertici dell’agenzia spionistica americana, l’unica oltre a Dio a rifiutare l’articolo (in inglese non si dice “the” Cia, come non si dice “the” God).

Scelto fra i rampolli delle famiglie più influenti, Wilson entra prima a far parte della società segreta “Skull and bones” (da cui sono passati anche Bush padre e figlio), e poi accetta di prendere ordini dal generale Bill Sullivan - interpretato dallo stesso De Niro – che sta organizzando la controffensiva americana all’affermarsi del nazismo. La sua inizialmente sembra un’adesione idealistica, la scelta di uno che crede ciecamente nei valori di patria e libertà.

Durante la seconda guerra mondiale tutto diventa lecito. L’Oss, Ufficio servizi strategici, elimina con estrema facilità chiunque sia investito del minimo sospetto, anche alleati colpevoli solo di gusti sessuali un po’ eccentrici. Nel dopoguerra, man mano che cresce l’ossessione americana verso l’avanzata comunista, risulta chiaro che la neonata Cia perseguirà l’affermazione economica, militare e politica degli Stati Uniti con tutti i mezzi, leciti e illeciti, senza scrupoli di natura morale.

Si assiste così al progressivo isolamento psicologico e sociale di Wilson, che sostituisce il cinismo all’iniziale spinta idealistica, dimostrandosi crudele e indifferente anche nei confronti dei suoi familiari, da lui condannati a un odioso deserto affettivo. L’interpretazione di Matt Damon, sottotono, trattenuta, tutta sui toni del grigio, è azzeccata anche se forse, a tratti, appare fin troppo cercata. Angelina Jolie, nei panni di sua moglie, trattiene a stento la sensualità un po’ macchiettistica che la contraddistingue, recitando il ruolo di donna (inspiegabilmente) rassegnata alla freddezza insultante del marito.

L’attività di Wilson si dispiega in rapporti doppio o triplogiochisti con alleati e nemici, l’ambiguità sembra essere la cifra e il nutrimento essenziale di un agente della Cia, insieme al suo essere mirabilmente mimetizzato dietro una vita incolore e piatta. Ma il bene supremo del paese è davvero lo scopo ultimo delle macchinazioni di questi uomini o il gioco del potere diventa fine a se stesso, sottile piacere da perseguire ad ogni costo?
Al di là delle intenzioni di De Niro, è inquietante lo spaccato di una società i cui destini sono manipolati da un gruppo di potere, scelto arbitrariamente e ben poco controllato.

The good shepherd – L’ombra del potere (Usa, 2006)
Regia: Robert De Niro
Sceneggiatura: Eric Roth
Musiche: Marcelo Zarvos, Bruce Fowler
Cast: Matt Damon, Angelina Jolie, William Hurt, John Turturro
Distribuzione: Medusa


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