di Betta Bertozzi


Per una settimana è stato il mio tiggì. Per sette giorni, ogni sera alle sette, mi sono seduta attenta sul mio divano, in attesa del verbo. Ho atteso il verbo mentre si sproloquiava, in un certo qual modo molto borghese, molto “abbiamo-sempre-fatto-le-vacanze-a-capri”, di politica internazionale. Ho atteso il verbo mentre le Meteorine (che non sono ragazze affette da quel brutto disagio per cui ti ritrovi aria in eccesso nella pancia, che non possiamo nominare in un telegiornale per bene, ma semplici “attrici” del meteo) ridacchiavano compiacenti su cirri, stratocumuli e temperature in rialzo. Ho atteso il verbo anche nell’abituale gesto di riassetto dei fogli che contraddistingue il finale del Tiggì di Fede. Ho così tanto atteso il verbo, che soltanto dopo una settimana di Tiggì 4 ho capito che stavo sbagliando: dovevo aspettare il nome.
Fateci caso, fatte la prova anche voi, fate questo giochino scacciapensieri: provate a seguire il Tiggì di Emilio Fede, aggiungendo una semplice parola alla fine e all’inizio di ogni frase. Berlusconi. Fatelo mentre Emilio intervista, con un sorprendente sfondo pseudo-savana, una psicologa di Rignano, paese vicino a Roma dove si sta dando la caccia ai pedofili. Sulla giungla delle segnalazioni, le telecamere del Tg4 indugiano come sul ficus benjamin del salotto pizzoso di mia nonna, ma voi non vi distraete e aggiungete all’inizio e alla fine del commento di Fede la parola Berlusconi. Fatelo anche mentre racconta come stanno andando le elezioni in Francia. Sarà ancora più evidente, si distinguerà chiaramente, il suo disagio. Sarko minaccia feroci repressioni nella banlieu, e Fede scalpita, non vede l’ora di soggiungere la sua parola preferita, come fosse un’invocazione. Berlusconi. Si passa a Mussi, piccolo, nero e baffuto, con una ridda di microfoni davanti, eccolo che dichiara che per la sinistra c’è una speranza di unità. E Fede, da studio, commenta che Mussi sta prendendo una sua strada, ma quelli del Partito Democratico sono Comunisti Pentiti. E lo vedi, lo vedi che gli trema il labbro sdegnato, che la fronte gli s’imperla di sudore, che le mani gli si torturano nevrotiche una con l’altra, lui lo sa, lui vorrebbe invocarlo: Berlusconi. Ed eccolo qua, il servizio del giorno, lo scoop, il motivo dell’esistenza di un nutrito drappello di inviati: il servizio di punta del Tiggì4, oggi, è un’intervista a Vasco Rossi alla Mostra Internazionale dell’occhiale, a Milano; finalmente una dichiarazione definitiva, fra il fumo della politica e le nebbie della pedofilia: “Gli occhiali sono fondamentali per proteggerci dal sole e dagli sguardi indiscreti”. Emilio annuncia che il servizio completo, realizzato per “Sipario”, andrà in onda nei prossimi giorni. Fede sorride, forse pensa alle vacanze, conclude con un sospiro e un’omissione. Berlusconi.

Si passa al servizio sul giuramento delle Guardie Svizzere in Vaticano, tutte quelle belle uniformi colorate, quelle alabarde lucide, il Papa nella Sala Nervi, così grande, così maestosa, i rappresentati delle Istituzioni Italiane schierate in nero in prima fila, anche loro così alte, con quelle teste nere e piene di capelli. Nella voce di Fede, che riprende la linea per presentare il prossimo servizio, senti distintamente una muta invocazione. Berlusconi.

A Napoli s’è di nuovo liquefatto il sangue di San Gennaro, il Cardinale Sepe guida la cerimonia dal pulpito di Santa Chiara. Il cuore di Fede, che commenta l’avvenimento, ha un palpito che muore in un’invocazione inespressa: Berlusconi.

Nel servizio successivo tutti a Cinecittà, per festeggiare i 50 anni degli Studios. Tanta bella gente, toilettes da sera. Fede osserva, commenta e tace, forse cerca un volto fra la folla. Berlusconi.

Paris Hilton stavolta va in galera, l’hanno beccata alla guida senza patente, è una cattiva ragazza e le servirebbero dei genitori con un po’ più di polso. Fede alza gli occhi al cielo, raccolto in muta preghiera. Berlusconi.

Avanti, fatelo anche voi. Aggiungete una semplice, adorabile, parolina all’inizio e alla fine di ogni frase di Emilio Fede. Se il gioco funziona, vi susciterà lo stesso desiderio che ho in questo momento. Firmiamo una petizione, perché Fede possa pronunciare in diretta e per l’intera durata del Tiggì 4 la sola parola che davvero vuole pronunciare: Berlusconi.

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