Ci si aspettava che, per il Milan, la stagione 2020-2021 potesse essere la migliore degli ultimi anni. Ma nessuno però poteva pronosticare che, dopo quattro giornate, i rossoneri si ritrovassero addirittura da soli in testa a punteggio pieno. E il successo arrivato sabato è senz’altro il più importante fin qui, perché arrivato nel derby contro un avversario in teoria più attrezzato per la corsa scudetto. A decidere la gara è stato l’eterno Ibrahimovic, autore non solo della doppietta decisiva per il 2-1 finale, ma anche di una prestazione di sacrificio voglia di lottare, da vero trascinatore. A Conte, a dir poco appannato nelle scelte di formazione, non basta la solita prestazione encomiabile di Lukaku. Forse una rosa di altissimo livello ha il punto debole proprio nella panchina, incapace di leggere le partite e riparare agli errori di impostazione. Una difesa a 4 con Ranocchia e De Vrij al centro e Darmian o D'Ambrosio a destra e Kolarov a sinistra avrebbe rappresentato ben altra difficoltà per il Milan, anche considerando che Ranocchia avrebbe potuto contendere ogni pallone scaricato sulla testa di Ibra, invece che rendere ridicola la marcatura di De Vrji che non ne ha presa nemmeno una. L'Inter non ha geometrie ma Barella viene inventato traquartista e l'impresentabile Perisic fa scopa con l'altrettanto impresentabile Brozovic; tutto pur di tenere in panca Eriksen, unico dotato di fosforo e tecnica, doti non meno importanti dell'agonismo per fare calcio.

Al secondo posto in classifica c’è un’altra sorpresa: il Sassuolo, che battendo 4-3 il Bologna sale all’impressionante quota di 10 punti.

I neroverdi superano così di una lunghezza l’Atalanta, clamorosamente travolta per 4-1 dal Napoli al San Paolo (e il punteggio era di 4-0 all’intervallo). Per una volta, i ragazzi di Gasperini hanno subìto il trattamento che sono soliti riservare agli avversari. Gli uomini di Gattuso giocano un primo tempo devastante: a segno il messicano Lozano (doppietta), Politano e Osimhen. Nella ripresa il gol di Lammers alleggerisce un po' il passivo per i bergamaschi.

Gli azzurri con 8 punti agganciano così in quarta posizione la Juventus, che si fa fermare sul pareggio dal Crotone. Sotto per il rigore di Simy, i bianconeri pareggiano con Morata. Nonostante l’espulsione di Chiesa, nel secondo tempo i Campioni d’Italia riescono a trovare il raddoppio sempre con l’attaccante spagnolo, ma il Var cancella tutto per un fuorigioco millimetrico sul cross di Cuadrado.

Va ancora peggio alla Lazio, che - orfana dello squalificato Immobile - crolla sul campo della Sampdoria (3-0). Per Inzaghi, che fra pochi giorni si troverà davanti il ben più temibile Borussia Dortmund, le sirene d’allarme suonano a tutto spiano: rosa corta, condizione fisica pessima, infortuni come se piovesse. E, soprattutto, una squadra che sembra scarica anche dal punto di vista mentale.

Sull'altra sponda del Tevere si deve registrare come la Roma, pur soffendo, poi dilaga e rifila un 5 a 2 al Benevento e migliora decisamente la sua classifica. La Fiorentina si fa riprendere il vantaggio

Il Sassuolo va in svantaggio contro un Bologna che gioca un ottimo primo tempo ma nella ripresa riprende la partita, porta a casa i tre punti e si pone al secondo posto in clssifica. La Fiorentina che in quattro minuti segna due gol al La Spezia e s'illude di aver chiuso il match: errore, gli spezzini pareggiano allo scadere della prima frazione di gioco e nella ripresa firmano il 2 a 2. No Chiesa, no party.

Che ne sarà del calcio ai tempi del Covid? A primavera pensavamo che non avremmo più visto partite per molto tempo. In estate, contro ogni aspettativa, il Campionato si è concluso senza problemi. Ci eravamo illusi che anche la Serie A 2020-2021 sarebbe andata avanti malgrado tutto, ma ora non c’è più aluna certezza. I contagi si moltiplicano e il protocollo stilato a maggio da Figc, ministero della Salute e Cts sembra frutto di valutazioni frettolose, poco ragionevoli e ancor meno lungimiranti.

Sono solo pochi giorni, ma sembra passata una vita da quando i governatori delle Regioni (Lazio escluso) proponevano di tornare a riempire gli stadi al 25% della capienza. Idea balzana quant’altre mai, come dimostrano gli ultimi dati sanitari e il nuovo Dpcm in rampa di lancio.

Nel frattempo c’è stato il pasticcio di Juventus-Napoli, che poteva essere evitato con un minimo di buon senso: non a caso, il giudice sportivo Mastrandrea, in evidente difficoltà nel pronunciare la sentenza, continua a prendere tempo.

A monte di tutto c’è il caso Genoa, a dir poco emblematico: se una squadra si sottopone ai controlli il giorno prima di una partita e poi, subito dopo, scopre di avere 22 positivi, vuol dire che il sistema in vigore non è dei più geniali. Anche perché la settimana prossima i liguri dovranno presentarsi a Verona con la Primavera: i contagiati non sono guariti e gli altri non possono allenarsi, ma il protocollo (colpevolizzando assurdamente chi viene colpito dal Covid) permette il rinvio di una sola partita. Una volta giocato il jollly, scattano gli 0-3 a tavolino. Ma che senso ha?

È molto probabile che - con queste regole - il Campionato non si concluderà mai in modo regolare. Sarebbe il caso quindi di trovare soluzioni alternative.

Il problema è che non ce ne sono molte: l’unica idea davvero efficace è quella della “bolla”, applicata con successo negli Stati Uniti (dove la situazione sanitaria è ben più grave) per disputare i playoff e le finali della Nba. In sostanza, tutte le squadre e gli staff coinvolti sono stati isolati a Orlando, in Florida, nei lussuosi spazi di Disney World. Solo che in quel caso rimanevano tre mesi di partite, non un anno di campionato. Senza contare che, in Italia, una struttura simile nemmeno esiste. Se bolla sarà, quindi, dovrà essere di una forma diversa. Una bolla all’italiana.

Con decine di Paesi collegati da tutto il mondo per vedere Juventus-Napoli, il calcio italiano allestisce uno degli spettacoli più tristi degli ultimi anni. Ricostruiamo gli eventi. Dopo l’annuncio della positività al Covid di (almeno) due giocatori, gli azzurri non partono per Torino su ordine dell’Asl, l’autorità che decide in materia di isolamento. La Vecchia Signora rifiuta di rinviare la partita e annuncia che sarà regolarmente in campo. Poi arriva la nota della Lega che dà ragione ai bianconeri: "Il rinvio delle gare può avvenire solo al verificarsi di condizioni che, al momento, non si applicano al Napoli". Quindi è vittoria per 3-0 a tavolino per i campioni d’Italia, anche se i partenopei faranno sicuramente ricorso.

Ora, senza entrare nei dettagli tecnici della vicenda, è evidente che il calcio italiano stia dando pessima prova di sé di fronte all’emergenza sanitaria. Non si salva nessuno. Il Napoli è accusato di non aver osservato i protocolli concordati. La Juve perde l’occasione di dare una dimostrazione positiva del tanto decantato “stile Juve”, attaccandosi alla burocrazia invece di accettare un compromesso per salvare la partita. La Lega Calcio sembra un elefante in cristalleria: è un’organizzazione divisa, priva di autorevolezza e credibilità, chiamata a occuparsi di questioni evidentemente più grandi di lei. Ci vorrebbero manager con ben altra apertura alare per gestire un campionato ai tempi del Covid, ma tant’è. Situazioni come quella di Juve-Napoli si ripresenteranno certamente: vedremo se il tempo porterà consiglio.

Veniamo alle partite che si sono giocate. L’Atalanta continua la sua marcia da rullo compressore e liquida il Cagliari con un 5-2. A segno Muriel, Gomez, Pasalic, Zapata e Lammers (da applausi). Di Godin (all'esordio con i sardi) l'illusorio pari dei sardi.

La squadra di Gasperini è a punteggio pieno dopo tre partite, appaiata al Milan, vittorioso per 3-0 sullo Spezia: decidono la doppietta di Leao e il gol di Theo.

Sull’altra sponda di Milano, l’Inter torna con un pareggio deludente dalla trasferta di Roma contro la Lazio. I nerazzurri chiudono meritatamente in vantaggio il primo tempo (a Segno Lautaro Martinez), ma si fanno raggiungere nella ripresa da Milinkovic Savic e sprecano diverse occasioni, rischiando anche di perderla. Espulsi Immobile e Sensi.

In uno degli anticipi di giornata, vince la Roma in trasferta contro l’Udinese. Decide un capolavoro di Pedro nella ripresa; friulani generosi ma senza attaccanti pericolosi.

Successo a sorpresa della Sampdoria sul campo della Fiorentina (2-1). Quagliarella e Verre portano i primi punti alla squadra di Ranieri. Alla Viola non basta Vlahovic: Chiesa (forse in partenza verso la Juve) prende un palo clamoroso al 95esimo.

Chiudono il quadro della giornata le vittorie del Sassuolo sul Crotone (4-1), del Benevento sul Bologna (1-0) e del Parma sul Verona (1-0).

Un punto che delude tutti, ma soprattutto la Roma. Nel posticipo dell’Olimpico, i giallorossi passano due volte in vantaggio contro la Juventus, ma due volte si fanno recuperare. Il primo tempo si chiude 2-1: dopo due rigori trasformati da Veretout e Ronaldo, è ancora il francese ad andare a segno su uno svarione della difesa bianconera, clamorosamente sorpresa in contropiede dopo un calcio piazzato in attacco.

Il test non era forse dei più probanti, ma la prima uscita ufficiale della Juventus targata Andrea Pirlo – che fino a non poche settimane fa non era nemmeno un allenatore – è vincente. Contro la Sampdoria finisce 3-0 per i Campioni d’Italia, che archiviano la pratica senza problemi.

La notizia migliore per i bianconeri è la prestazione del giovanissimo Dejan Kulusevski, che va a segno dopo soli 13 minuti – bel sinistro a giro dopo un’azione insistita di Cristiano Ronaldo – e conclude la gara come migliore in campo.

Nel finale, a chiudere i giochi ci pensano prima Bonucci, che raddoppia su azione da calcio d’angolo, poi il solito CR7, che – dopo una traversa nel primo tempo – buca Audero sull’assist di un ottimo Ramsey. Samp non pervenuta: solo nel finale occasioni per Quagliarella ed Ekdal.

Buono anche l’esordio del Napoli, che passa 2-0 sul campo del Parma. Decidono i soliti noti – Mertens e Insigne – ma Gattuso può gioire soprattutto per l’esordio di Osimhen. Entrato nella ripresa, il nigeriano diventa protagonista di quasi tutte le azioni offensive.

Stecca invece la Roma, che sul campo del Verona non va oltre lo 0-0. Con Milik nelle vesti di Godot e Dzeko misteriosamente convocato ma non schierato da Fonseca, per il momento i giallorossi sono drammaticamente a corto di soluzioni offensive.

Fra gli anticipi della prima giornata, vittoria meritata della Fiorentina contro il Torino. I viola s’impongono di misura: nel primo tempo due grandi occasioni per Kouamé, fermato da un grande Sirigu; nella ripresa dominio dei padroni di casa, che segnano con Castrovilli su assist di Chiesa e conquistano la prima vittoria della stagione.

Chiudono il quadro della domenica di calcio il pareggio per 1-1 fra Sassuolo e Cagliari (a segno Simeone e Bourabia) e la vittoria per 4-1 del Genoa sul Crotone (padroni di casa in gol con Destro, Pandev, Zappacosta e Pjaca, appena entrato; per gli ospiti rete del 2-1 di Riviere).


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