La sigla non lasciava dubbi, USAID è sempre stata sinonimo di aiuti umanitari statunitensi. Ma, come denunciato da decenni, la bugia cominciava proprio dalla sigla e si estendeva a opere e uomini della struttura USA, nata nel 1961, durante il governo John F. Kennedy nel bel mezzo della Guerra Fredda, e il cui compito era quello di contenere l’influenza sovietica nel mondo.

La ragione di fondo che anima l’esistenza di una struttura come la USAID è duplice: da un lato utilizzare fondi governativi non compresi tra quelli che Senato e Congresso USA destinano agli aiuti bilaterali; dall’altro di mascherare l’ingerenza piena nella vita politica dei paesi con finti programmi di assistenza umanitaria. Dall’Europa dell’Est all’America latina, dai paesi del Maghreb all’Asia, la destabilizzazione socio-politica dei regimi ostili vede il dispiegarsi di miriadi di fondazioni, Ong, associazioni tutte formalmente all’opera per allargare la democrazia, ma tutte sostanzialmente fondate, finanziate e dirette da Washington.

Come agisce? Inventando media di opposizione, costruendo programmi di “formazione politica” destinati alla costruzione ed organizzazione del dissenso nei paesi che si vogliono destabilizzare, organizzando enti socioculturali e finti organismi a difesa dei diritti umani, think tank, centri educativi, campagne di sensibilizzazione, programmi di formazione, rivoluzioni colorate o colpi di stato. Interventi che si aggiungono alla promozione della tensione politica interna al golpismo, alle guerre ai blocchi economici, al terrorismo, alla fornitura di armi agli oppositori, all’isolamento diplomatico, alla negazione dei prestiti internazionali. L’obiettivo è mettere con le spalle al muro i paesi non allineati con la struttura di comando USA sul globo.

Importanza assoluta riveste la modalità dell’agire. USAID, NED, Fondazione Heritage,  Frederich Ebert, IRI, IDI, sono il cuore delle attività svolte da personale non dichiarato come agente straniero. Vengono venduti alle opinioni pubbliche come enti umanitari, ma sono una delle armi preferite dagli Usa nelle ingerenze interne ai paesi terzi. Infatti, agiscono al riparo di legislazioni che favoriscono la loro libertà di movimento data dal registrarsi come enti umanitari. Tramite loro, milioni di dollari provenienti dalle casse delle istituzioni statunitensi vengono destinati alle opposizioni nei paesi i cui governi risultano ostili a Washington.

Nessuna opera caritatevole, nessun aiuto disinteressato, nessun beneficiario e meno che mai anonimo: denaro copiosamente inviato a organismi anti-governativi che proprio in ragione del dichiararsi tali percepiscono quote significative. E il business gira: tanto più elevata sarà la capacità di questi di dimostrarsi attivi, tanto più alto, percentualmente, saranno le somme che arriveranno dall'USAID.

Le ambasciate statunitensi sono il collante operativo e la copertura diplomatica per la maggior parte di queste organizzazioni è il mantello che le copre. Le loro attività - sulle quali amano romanzare gli adepti nelle redazioni dei giornali amici - sono spacciate in chiave umanitaria dalla potenza di fuoco mediatica statunitense, che si adopera per venderle come indipendenti, disinteressate e al servizio delle istanze democratiche.

Nei bilanci pubblici di molte delle istituzioni pubbliche e delle associazioni private statunitensi impegnate nella sovversione interna ai paesi ostili emergono con chiarezza cifre e flussi di investimenti che dagli Stati Uniti vengono destinati allo scopo e, leggendo con attenzione tra i bilanci, si possono trovare le tracce della diplomazia parallela della Casa Bianca. Tanto per avere un’idea del ruolo della USAID si può dire che nel 2023 ha speso più di 72 miliardi di Dollari e nel 2024 il suo budget è risultato superiore a quello di tutti gli altri enti messi assieme e Biden chiese solo per USAID ulteriori 30 miliardi di dollari da stanziare nel bilancio federale del 2025. Dollari spesi in circa 100 paesi per determinare, in forma diretta o indiretta, un orientamento politico funzionale agli interessi statunitensi.

L’USAID finanzia giornali, ONG, partiti e organizzazioni sindacali - spesso inesistenti negli stessi paesi - in una chiara e sfacciata intromissione negli affari interni, con il proposito di cospirare ed elevare il conflitto politico interno. Come dimostrò Wikileaks, solo in Ucraina, la Usaid finanziava già dai primi anni del 2000 oltre 6200 giornalisti, 707 media e 279 ONG. Negli ultimi anni si sono distinte le operazioni di destabilizzazione in Georgia (36,59 milioni di dollari), Moldavia ($ 24,25 milioni), Armenia (223.35 milioni di dollari), Bielorussia ($ 171,14 milioni) e molti altri.

Significativo è il ruolo della NED, che agisce in totale sinergia con la USAID. Non si tratta di una lettura cospirazionista o complottista di una attività benefica. In una intervista al New York Times, nel 1991, di Allen Weinstein, uno dei fondatori della NED, disse: “Quello che fa la NED oggi è quello che un tempo veniva fatto in maniera clandestina dalla CIA”. E Marc Plattner, un vice-presidente della NED, spiegò a sua volta così il ruolo dell’organizzazione: “Le democrazie liberali favoriscono chiaramente gli accordi economici che fomentano la globalizzazione e l’ordine internazionale che sostiene la globalizzazione si basa nel predominio militare americano”.

 

La sinergia con Soros

Dall’inizio degli anni ’90, a USAID si è affiancata la Fondazione Open di George Soros, particolarmente attiva nell’opera di destabilizzazione dei paesi ostili agli USA. La sinergia nasce dalla firma di un accordo (1993) per il Programma di Formazione Manageriale delle Fondazioni Soros per addestrare trenta “professionisti” da Bulgaria, Estonia, Polonia, Romania e Slovacchia. Nei primi anni Duemila, una serie di colpi di Stato mascherati da “rivoluzioni colorate”, dal Caucaso all’Europa Orientale, ha visto in prima linea le ONG di Soros e i finanziamenti a pioggia di Washington. Non a caso, nel 2003-2004, USAID e la “International Renaissance Foundation” di Soros lavoravano fianco a fianco per sostenere la “rivoluzione arancione” in Ucraina. Una sinergia che valeva, nel solo 2003, 54,7 milioni di dollari, a cui si aggiungevano 34,11 milioni nel 2004.

Mike Benz, ex funzionario del Dipartimento di Stato sotto la prima amministrazione Trump, nel programma del giornalista Glenn Greenwald, ha affermato che un esempio chiave è il Sepsis Consortium for Excellence in Political Process Strengthening, un’iniziativa congiunta tra Dipartimento di Stato, USAID e NED, che ha avuto un ruolo centrale nella censura online e nella promozione di leggi contro la cosiddetta “disinformazione”. Benz ha descritto l’Usaid come braccio operativo della politica estera USA, impegnata in operazioni di regime change e ingerenze politiche in Paesi stranieri.

 

Cosa cerca Trump?

Alla base della decisione di Trump di passare al pettine finanziamenti e operazioni clandestine della USAID e di metterla agli ordini della Casa Bianca, c’è sicuramente la vendetta contro l’amministrazione Biden e il blocco del deep-state che rappresenta George Soros e quel circuito dell’establishment globalista che ha nel partito Democratico la sua sponda politica. Ma è anche indicativo di come la Casa Bianca intenda riconfigurare un sistema di relazioni internazionali concepito sulla base del business e dei vantaggi per gli USA più che sul procedere incessante della destabilizzazione internazionale in paesi che ritengono tutto sommato periferici e di scarsa importanza globale per le necessità degli USA. Non perché Trump abbia riserve sull’uso della forza ma perché ritiene che l’investimento in destabilizzazioni deve avere un suo riscontro finanziario, unico valore politico a suo modo di vedere.

Lo stop ai finanziamenti all’USAID non è la fine di una modalità d’ingerenza, semplicemente un reset dell’agire imperiale. Non meno pericoloso del globalismo democratico, solo più complesso e più viziato da una lettura della crisi del sistema nordamericano che vede nel pensiero liberal il nemico più vicino.

Ci sarà tempo e modo di comprendere come e in che direzione andranno le politiche di penetrazione interna ai paesi nell’era Trump, ma illudersi circa una stagione migliore è fuori luogo. Resta comunque la sovranità il vaccino migliore contro le due varianti dello stesso virus.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy