Cisgiordania, il fantoccio di Israele

di Mario Lombardo

Il discredito dell’Autorità Palestinese (AP) in Cisgiordania, un territorio che controlla di fatto per Israele, sta toccando il punto più basso da circa un mese a questa parte dopo l’inizio di una campagna di polizia diretta non contro il regime di occupazione o lo strapotere dei coloni, ma contro la resistenza palestinese che minaccia il suo declinante potere. Al centro della repressione...
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Trump, il risiko dell’impero

di Michele Paris

In queste ultime settimane che precedono l’insediamento formale di Trump alla Casa Bianca, a tenere banco nel dibattito politico americano e non solo continuano a essere le dichiarazioni del presidente eletto sull’ipotesi di annessione da parte degli Stati Uniti di territori di paesi sovrani; tutti, nessuno escluso, alleati di Washington. Parlando alla stampa nella giornata di martedì, Trump non solo non ha smentito le minacce precedenti, ma ha ribadito la disponibilità dell’amministrazione entrante a valutare anche l’uso della forza per far diventare territori americani a tutti gli effetti, tra gli altri, il canale di Panama e la Groenlandia. Dietro la solita arroganza verbale del tycoon di New York ci sono questioni vitali per...
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La foto del giovane Bilal risale al 1992, mostra un cadavere sfigurato, con un'enorme cicatrice dal mento all'inguine. Il ragazzo diciannovenne, che per anni aveva lanciato pietre contro i carri armati israeliani a Nablus, venne ucciso in un'operazione dell'IDF e il suo corpo sparì per alcuni giorni. Quando l'esercito lo rese alla famiglia, al momento della sepoltura il sacco si aprì, mostrando l'orribile cicatrice. Secondo l'IDF il corpo aveva subito un'autopsia a Tel Aviv, secondo i genitori il ragazzo è stato ucciso a sangue freddo e i suoi organi prelevati. Il giornale svedese riporta anche altre testimonianze di parenti di palestinesi rapiti durante i raid dell'IDF, uccisi e poi ritornati con la caratteristica cicatrice “zip” dalla testa allo stomaco. Nell'articolo viene inoltre riportato uno studio, secondo il quale la metà dei reni trapiantati in Israele dal 2000 ad oggi sono stati acquistati illegalmente in Turchia, Europa dell'Est e Sudamerica. Secondo il giornale, il Ministero della Sanità israeliano è al corrente del fenomeno ma non è mai intervenuto (il Ministero non ha smentito la notizia, riproposta in Israele da Ha'aretz).

L'ambasciatore svedese a Tel Aviv si è affrettato a condannare l'articolo, ma il governo svedese ha censurato l'ambasciatore, ribadendo che in Svezia la libertà di stampa è uno dei pilastri della Costituzione e il governo non deve intromettersi. Il governo israeliano ha denunciato la storia come un caso emblematico del peggiore anti-semitismo. Il ministro degli esteri, Lieberman, ha rievocato a questo proposito il fatto che, proprio come durante la Seconda Guerra Mondiale, la Svezia ancora una volta non fa nulla per salvare gli ebrei. Il premier Netanyahu ha rincarato la dose, esigendo “non delle scuse, ma una condanna formale da parte della Svezia.” Il capo dell'Ufficio Stampa del governo israeliano ha infine revocato il pass all'autore svedese dell'articolo e, con macabro umorismo, gli ha chiesto un esame del sangue per accertare se è un potenziale donatore di organi. La reazione del quotidiano Aftonbladet a queste critiche è stata immediata e decisa: l'editore conferma la storia e ne pubblica una seconda puntata, anche in risposta alle accuse di anti-semitismo dei quotidiani rivali.

Questa vicenda ai confini della realtà ha già avuto un risvolto imprevedibile: un migliaio di israeliani hanno dato il via al boicottaggio dell'IKEA di Netanya, nei pressi di Tel Aviv, partendo da una petizione online e promettendo azioni sul campo. Nel frattempo, l'ambasciata svedese a Tel Aviv è presidiata da decine di persone che chiedono scuse formali da parte della Svezia. Mentre la stampa israeliana, su Yedioth Ahronot, comincia a chiedersi perché il ministro degli esteri Lieberman abbia dato così grande risalto all'articolo invece di ignorarlo, mentre Ha'aretz chiede a Netanyahu di licenziare Lieberman per i danni che sta arrecando al paese.

La veridicità della storia, che se avallata da altre fonti potrebbe portare all'accusa di crimini contro l'umanità, resta tutta da dimostrare. Anche se casi isolati di traffico di organi sono plausibili in un contesto di occupazione militare o di guerra, sembra inverosimile l'ipotesi che l'IDF abbia coperto attivamente il crimine lungo un periodo di diciassette anni. Ma parlando di traffico di organi, non può non balzare alla mente la recente ondata di arresti a New York e in New Jersey.

Cinque rabbini ultra-ortodossi e tre sindaci dell'area newyorchese capeggiavano un cartello criminale dedito, tra le altre attività, al traffico di organi e la contraffazione di borse griffate. Ispirandosi liberamente al celebre sketch sul "trapianto di organi vivi" dei Monty Python, i rabbini convincevano gente bisognosa, ma in buona salute, a cedere un rene in cambio di diecimila dollari, per poi rivenderlo al prezzo di centosessantamila. Resta da chiarire a cosa servissero le borse Gucci taroccate: pare venissero usate al posto di quelle originali, per non rovinarle durante le operazioni di trasporto degli organi. La maggior parte del denaro in contanti utilizzato per le attività criminose era di provenienza israeliana. Anche se per il momento non ci sono legami tra le due storie parallele di traffico di organi, molto resta ancora da scoprire...
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