di Tania Careddu

Un dattero di mare impiega circa ottant’anni per raggiungere dimensioni di appena dieci centimetri e la sua estrazione comporta la frantumazione di un ampio tratto di roccia. Con la conseguenza di una grave alterazione dell’ecosistema marino. Oltre che dalla pesca illegale, nell’ambito della quale, nel 2015, sono stati commessi seimila e ottocentodieci reati, è aggredito anche dalla cattiva depurazione e dagli carichi selvaggi, contando 4542 infrazioni, tante quante, più o meno, quelle legate al ciclo del cemento. In totale, 18.471 illeciti, due e mezzo per ogni chilometro di costa, ai danni del mare italiano. Troppi, e per giunta, in aumento del 27 per cento rispetto all’anno precedente.

La metà di questi sono stati compiuti nelle regioni del Sud, quelle a “tradizionale presenza mafiosa”, secondo quanto si legge nel dossier Mare Monstrum 2016 di Legambiente: Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, le zone nemiche del mare per eccellenza, insieme al Lazio che, rispetto alle rilevazioni precedenti, nelle quali si collocava al settimo posto delle graduatorie, conquista il podio. Terzo per il cemento illegale e nella pesca di frodo, quarto per infrazioni al codice della navigazione e quinto per l’inquinamento delle acque e del suolo.

In barba alle regole edilizie, alla naturale bellezza del paesaggio e alla qualità dei manufatti, i litorali italiani sono deturpati dai frutti dell’abusivismo edilizio, rintracciabile, a differenza del resto d’Europa, solo nel mar Mediterraneo. Dove, dal 2001 al 2011, sono sorti diciottomila nuovi edifici e, nella seconda metà del secolo scorso, pure industrie chimiche e petrolchimiche, porti turistici e infrastrutture commerciali, autostrade e reti ferroviarie. Alterazioni profonde dell’ecosistema terrestre e marino, che si sono aggiunte agli storici ecomostri.

Pizzo Sella a Palermo, in cui un milione di metri quadrati di cemento hanno devastato un’area a vincolo idrogeologico alle spalle del mare di Mondello; il villaggio di Lesina, a Torre Mileno in provincia di Foggia, caratterizzato da un insediamento a pochi metri dal bagnasciuga, senza reti fognarie né allacci; l’albergo, mai finito, di Aloha Mare ad Acireale, all’interno della riserva naturale della Timpa; Capo Colonna a Crotone, puntellato di villette e condomini abusivi, in una zona a connotazione archeologica; e le case abusive di Ischia, in un territorio estremamente fragile.

Tutti reati che, oltre a deturpare irreversibilmente il paesaggio, pesano sull’inquinamento marino. Il 21 per cento dei maggiori comuni, eccezion fatta per le virtuose Sardegna, Basilicata, Puglia, Toscana e Marche, presenta una rete fognaria non allacciata a un depuratore, fondamentale per garantire la rimozione di scarichi inquinanti che si riversano nei corsi d’acqua o direttamente in mare. Tanto che, ai sensi della conformità europea, il Belpaese sconta un ritardo decennale, commisurabile a ben quattrocent’ottanta milioni di euro l’anno di sanzioni.

Meno evidente degli ecomostri ma altrettanto nefasta, la pesca di frodo. Che pesa, oltretutto, sulla salute dei consumatori e sull’economia italiana. Prodotti ittici catturati senza licenza, sia perché sottomisura sia perché presi in periodi non consentiti dalla legge, spacciati per freschi ma conservati in pessime condizioni igieniche. Merce non tracciata o scaduta, frodi commerciali, vendita di prodotti vietati od omesse informazioni nel commercio al dettaglio, alimentano il mercato nero e aggrediscono le specie protette, tonno e datteri in primis.

E’ nemica del mare anche la navigazione fuorilegge, quella praticata dai diportisti che non rispettano i divieti a tutela della aree marine più delicate. E lo fanno sette natanti ogni giorno. Una marea.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy