di Tania Careddu

Che produca effetti negativi o positivi, la televisione, sui minori, ha un ruolo di ‘rinforzo’: accentua inclinazioni dei piccoli in misura simmetrica e proporzionale. E cioè: i bambini più attivi la utilizzano a scopo informativo, quelli meno reattivi come fonte di intrattenimento. Sebbene veicolata dalla famiglia, dalla scuola e dagli amici, dicono che la tv incida, in qualche modo, sulla costruzione della realtà, alimentando attraverso la rappresentazione, alcuni stereotipi.

Per esempio, di genere. Oppure condiziona l’idea che si possiede di certi sentimenti. O l’immagine della sessualità. Spesso è violenta: una prolungata esposizione dei minori a questi contenuti causa “la diminuzione di stati empatici verso le vittime della violenza con evidenti conseguenze anche a livello comportamentale”.

Seppure non si voglia attribuire la verità a ciò che la letteratura specializzata statunitense chiama ‘effetto spettatore’, è, comunque, pacifico che nella ricerca di catturare l’attenzione del pubblico fruitore e il primato nello share e negli ascolti, si presti poca attenzione alle esigenze dei minori.

Per tutelarli, il Movimento italiano genitori (Moige), per l’ottavo anno, ha stilato una guida critica alla programmazione televisiva italiana, ‘Un anno di zapping’. Trecento i programmi in onda nella fascia protetta, 07.00-22.30, passati in rassegna: ventidue programmi e sei spot si sono distinti per “aver offerto buone potenzialità educative conciliando con gli obiettivi di share, la qualità, la necessità di intrattenimento, i toni e i contenuti adatti”.

E diciassette prodotti televisivi decisamente trash: “irrispettosi dell’intelligenza, del buon gusto e della sensibilità degli spettatori, soprattutto dei minori”. Propongono modelli e immagini diseducativi: quattro trasmissioni di Italia Uno, tipo 2broke girls, About love, Adam Kadmon-Rivelazioni e XLove, tre di Canale 5, cioè l’Isola dei Famosi, Pomeriggio cinque, Uomini e Donne, e tre di Mtv, ossia Diario di una nerd, Superstar 4, Faking it-più che amiche, Catfish-false identità, due su Real Time, vedi Alta infedeltà e Nudi a prima vista, Announo su La7, Il banco dei pugni su Dmax, Il contadino cerca moglie su FoxLife e Shezow su Freesbe. Bocciato anche lo spot dello sgrassatore KH-7.

Al contrario di alcune pubblicità che si sono contraddistinte per saper coniugare finalità commerciali a rappresentazioni positive dell’ambiente familiare. Senza citare nel dettaglio, la lista è di fiction, soap opera, docufiction, reality dispensatrici di buoni sentimenti è lunga. Ma occorre guardare a quella relativa alla televisione dei ragazzi e dei più piccoli.

Assoluta validità per i prodotti di Rai Gulp, specificamente ne Le straordinarie avventure di Jules Verne, dove coesistono avventura e divertimento in una riproduzione moderna di alcune storie fantascientifiche, in Ricette a colori e in Versus-Generazione di campioni che ha promosso valori formativi dello sport avvalendosi di atleti esperti, i quali hanno svolto il ruolo di maestri ed esempi per i giovani telespettatori. Buona anche Rai YoYo per le Storie di Gipo che hanno accompagnato i bambini nel mondo della fantasia, aiutandoli a riscoprire i giochi di un tempo.

Stimolando i ragazzi a fare le cose servendosi della loro creatività e a riconoscere la forza del gruppo, pollice su anche per XMakers: esperimento interessante per suggerire come trasformare oggetti della vita quotidiana in marchingegni all’avanguardia. Morale: è necessaria una dieta mediale, più ricca di contenuti costruttivi che stimolino il loro apprendimento, che li catturi senza impressionarli.

Non solo divertimento e informazione dunque, ma anche valori positivi. Senza cadute di stile o sensazionalismi, una televisione di qualità è ancora possibile.

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