di Tania Careddu

Se salute, istruzione, lavoro, politica e istituzioni, paesaggio e patrimonio culturale, sicurezza e ambiente funzionano, si può affermare che il progresso di un Paese è a buon punto. In Italia, la dicotomia tra Centro Nord e Mezzogiorno, visibile nella crescita macroeconomica, ritorna anche relativamente allo stato di benessere (equo e sostenibile) che si respira nelle città.

Premettendo che la città metropolitane rimangono il luogo dell’innovazione in cui, rispetto ai contesti provinciali, si evidenziano livelli di scolarizzazione e di reddito più elevati, una maggiore propensione alla specializzazione produttiva, musei e biblioteche più frequentate, una maggiore conciliazione tra lavoro e impegni famigliari, il Nord batte il Sud relativamente a reddito, condizioni materiali e occupazione.

Ma il tacco dello Stivale, secondo quanto si legge nel “Rapporto Istat ‘Urbes. Il benessere equo e sostenibile nelle città 2015”, propone migliori performances circa i reati contro il patrimonio e le problematiche della mobilità urbana. Il Nord è più vecchio con un alto tasso di mortalità per demenze senili e tumori, ha una qualità dell’aria pessima, poco verde urbano e poche aree pedonali, modalità poco funzionali di gestione dei rifiuti. Ma la speranza di vita alla nascita continua ad aumentare, soprattutto a Bologna, Milano, Firenze e Roma.

Più bassa a Napoli, Palermo e Catania, cioè le città che, insieme alle altre del Mezzogiorno (eccezion fatta per Potenza e Catanzaro) sono anche quelle con il più basso numero di laureati. Un Meridione massacrato anche dalla disoccupazione, soprattutto Palermo, Napoli e Reggio Calabria. Le ultime due città, con Catania e Messina, non raggiungono i tredicimila euro di reddito medio procapite delle famiglie. Li superano di poco Potenza e Catanzaro; arrivano a ventunomila Bolzano, Trieste, Parma e Forlì-Cesena.

Però, nonostante tutto, gli abitanti del Belpaese hanno un grande cuore: dal 2001 al 2011, infatti, le istituzioni no profit sono aumentate di nove punti e il volontariato incalza, soprattutto al Centro Nord, con una particolare vivacità a Firenze. E a Cagliari, l’unica nel Sud. Una cooperazione solidale e una coesione sociale favorita anche dalla partecipazione civica e politica: di segno positivo la presenza di donne nelle istituzioni comunali, che passa dal 16,9 per cento del 2004 al 22 per cento del 2013.

Diverso il dato della partecipazione elettorale che a Roma, per citarne una, ha manifestato un vertiginoso calo, dal 73,7 per cento del 2008 al 52,8 per cento del 2013. Uniche eccezioni: Cagliari e Torino. Quest’ultima, al pari di Milano, Bologna, Firenze e Venezia, è anche la più coinvolta nei furti in abitazioni; mentre la sicurezza di Reggio Calabria, Napoli, Bari e Catania è minacciata dagli omicidi, con un tasso che, nel 2012, risultava superiore alla media nazionale.

Ma benessere significa anche godere di un ambiente preservato, gradevole, ricco di verde, con l’opportunità di trascorrere il tempo (quello che rimane dalla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro) in mezzo alla natura, di passeggiare nei parchi cittadini, di respirare aria non inquinata. Sebbene in miglioramento, il grado di inquinamento, soprattutto nei capoluoghi del Nord, resta elevato sia per presenza di maggiori fonti di inquinamento, essendoci una più alta densità abitativa e industriale, sia per la posizione geoclimatica, vedi la Pianura padana, che non aiutano certamente l’affievolirsi della criticità.

Quanto alle aree pedonali, Venezia è la prima in classifica, seguita da Firenze, Cagliari, Torino, Napoli, Parma e Pesaro. Ma la qualità della vita è gravata pure dall’impegno di tempo e di energie personali da dedicare alle esigenze di mobilità. Tanto per avere un’idea: il tempo medio giornaliero di mobilità per studio o lavoro ammonta a trentaquattro minuti circa. Se tutto va bene.

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