di Rosa Ana De Santis

Sabato 18 ottobre il sindaco Marino procederà alla trascrizione di alcuni matrimoni tra omosessuali che sono stati celebrati all’estero. Il Prefetto, Giuseppe Pecoraro, ha invitato il primo cittadino a non andare avanti, data la circolare del Ministro Alfano che ammoniva i sindaci con il disconoscimento di unioni di fatto considerate fuori legge secondo la normativa italiana.

Accadrà che i matrimoni trascritti subito dopo saranno annullati d’ufficio, in quanto illegittimi, annuncia già il Prefetto. Ma accadrà che se altri sindaci andranno avanti, impugnando in nome dei propri poteri istituzionali diritti civili e questa questione in primis, evidentemente sempre più urgente, il livello dell’attenzione politica dovrà aumentare e portare la questione ad un piano più alto e centrale, salvo disconoscere in toto l’azione di tanti Comuni italiani.

Una disomogeneità che diventerebbe insidiosa e fuori controllo e che non può essere liquidata a colpi di circolari impositive da parte del Viminale. Del resto è un tipo di esperimento, quello in corso, cui non siamo disabituati in materia di diritti civili in Italia. Quando la politica rimanda troppo alcuni temi che sono spinti dalla società civile, è la stessa che li rivendica a colpi di tribunale, di ricorsi o di richieste come quelle avanzate ai sindaci coinvolti.

I registri di questi matrimoni esistono già a Bologna, a Grosseto, a Napoli e numerosi sindaci si sono allineati a questa cordata dei diritti civili. Del resto analoga questione si pone anche per i registri delle unioni civili tra le coppie di fatto eterosessuali. Esistono in alcuni Municipi della stessa Capitale senza una chiara investitura legislativa dall’alto che ne disciplini diritti e doveri.

Insomma i cittadini si appropriano di uno spazio che per pavidità e incompetenza, o precisa strategia, la Politica maiuscola rifiuta di disciplinare creando da un lato una vitale e bella tensione di dibattito, una progressiva preziosa coscientizzazione e dall’altra una pericolosa confusione e un depauperamento della capacità di governo delle nostre Istituzioni che si lasciano di fatto sottrarre competenze e autorità.

Ancora una volta, come ha ricordato anche il leader di SEL, Niki Vendola - parte in causa come cattolico e come omosessuale - nella trasmissione “Otto e Mezzo” mercoledì 15 ottobre, arriva dalla Chiesa cattolica un affronto e una sfida ai cattolici seduti in Parlamento, dimessi, ortodossi e eteroguidati dalla Curia di Roma.

Il nuovo Sinodo, il nuovo manifesto di Papa Francesco, pur ostacolato da tanti alti prelati più o meno invischiati nei movimenti talebani (ortodossi sui diritti ma spregiudicati negli affari) come CL, Opus Dei, Neocatecumenali, Legionari di Cristo, Focolarini e simili, prevede di spalancare le porte alle differenze, quindi anche agli omosessuali.

Il sostegno mediatico è pressocchè appannaggio del quotidiano Il Foglio di Giuliano Ferrara, cui segue l'intendenza ottusa, tipo Gasparri e qualche altro reduce dei due ventenni finiti male.

Chissà se sapere che a Roma siede un vicario di Cristo cosi fedele al messaggio cristiano, rilasserà gli animi e aprirà le menti. O se invece non ci ritroveremo nello scenario grottesco di dover rincorrere il Vaticano sui diritti civili e sulla più antica lezione secolare di cosa sia democrazia, uguaglianza e libertà.

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