di Rosa Ana De Santis

Il Dossier Caritas/Migrantes documenta, alla fine del 2011, un aumento di 43 mila persone degli stranieri rispetto all’anno precedente. In Italia gli immigrati regolari oggi superano di poco i 5 milioni, con un aumento complessivo importante rispetto agli ultimi anni. Presenti in maggioranza i comunitari, romeni in testa, mentre per gli extraeuropei è la comunità marocchina quella più presente.

Anche tra gli stranieri si fa sentire la perdita di occupazione e aumenta il numero di quanti perdono il lavoro. Per lo più gli immigrati in Italia sono operai e sono impiegati nelle fasce più basse del mercato del lavoro per maggiore flessibilità a anche grazie a forme più o meno tollerate ed evidenti di sfruttamento a loro danno: soprattutto nel lavoro agricolo.

Oltre 1 milione quelli iscritti al sindacato soprattutto tra coloro che sono esposti a maggiori incidenti di tipo infortunistico visto che dalle ispezioni condotte nel 2011 circa il 60% delle aziende italiane non prevedono tutele di alcun tipo e sono irregolari su vari fronti. Gli immigrati che lavorano con le famiglie italiane rappresentano la risorsa più preziosa e anche quella numericamente a maggior impatto. Solo il 9% degli stranieri sono invece impegnati nel mondo imprenditoriale e vengono dal Marocco, dalla Cina, Romania e Albania.

I bambini, figli di stranieri nati in Italia, arrivano a poco oltre l’8% degli alunni italiani e l’incremento demografico della popolazione stranieri, nonostante un rallentamento recente determinato dalla crisi, è destinato ad aumentare e superare quello della popolazione italiana. Gli alunni stranieri di seconda generazione ammontano a 334.284, il 44,2 per cento degli iscritti di cittadinanza non italiana.

E’ evidente che una certa pressione a gestire sul piano del diritto della cittadinanza questa importante quota della popolazione giovane del paese è assolutamente urgente e necessaria per un paese che non può ignorare i cambiamenti fortissimi che l’immigrazione ha generato nel tessuto sociale e culturale del paese.

All’università solo il 3,8% degli studenti è stranieri. Le necessità economiche obbligano anche ragazzi con titoli di studi elevati ad accettare qualsiasi tipo di occupazione per mantenere in vita il sistema delle rimesse. Altro dato significativo è quello dei matrimoni misti. Soffrono la stessa instabilità delle coppie italiane e anche lì sono in aumento divorzi e separazioni.

Il dossier documenta, numeri alla mano, che la popolazione italiana è già cambiata. Che il lavoro degli immigrati è un elemento di forza ormai insostituibile del sistema paese e che gli immigrati, per tenore di vita e per le necessità che li hanno spinti a lasciare il proprio paese, reggono meglio l’impatto della crisi e il ridimensionamento delle spese.

Gli stranieri sono quindi il futuro, demografico e di sviluppo, del paese e nello stesso tempo indicano un preciso modo di vivere con cui le famiglie italiane dovranno tornare a fare presto i conti obtorto collo: il rigore e la sobrietà proprio come era una volta. Nel 2010 erano 214 milioni gli stranieri e i rifugiati. Una vera diaspora quella che parte dall’Africa tartassata su tantissimi fronti.

E’ evidente che il problema dell’immigrazione che ancora certa politica italiana tratta come un fastidio nazionale non può che essere inserito nel contesto globale che lo spiega e che coinvolge ormai tutti i paesi del Nord del mondo. Il tempo delle cacciate e dei rifiuti incondizionati è superato sia dalle politiche fallimentari che da un necessario sistema di pensiero che, al netto di ogni fratellanza a buon mercato, non può non partire dalla foto dell’Italia del 2012.

Da una città come Milano dove una famiglia su cinque è di stranieri. Dal Sud dove attraccano popolazioni in fuga. Dall’aumento delle richieste di asilo. Dalle scuole dove studiano i figli degli stranieri. Dalle nostre case dove le badanti romene vivono con i nostri nonni o fanno le pulizie mentre le mamme sono a lavoro. L’Italia è terra di stranieri e qualcuno più avvezzo a studiare la storia ci ricorderebbe che lo è sempre stata. 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy