di Carlo Musilli

"Che c'avete un'amica per italiano e latino?". La settimana scorsa al Provveditorato di Roma - l'ufficio provinciale che si occupa di scuola - poteva capitare di sentire una domanda del genere. E' così che alcuni impiegati del ministero dell'Istruzione hanno nominato i sostituti dei commissari esterni per gli esami di Stato, la beneamata maturità. Parliamo di chi è subentrato agli insegnanti già nominati che all'ultimo hanno dato forfait. Incarichi assegnati a caso, a chi passava di lì, ad amici e conoscenti dei professori o degli impiegati stessi. Poco importa che altri insegnanti - magari più titolati - avessero fatto domanda proprio per quel posto.

C'era perfino la graduatoria con i punteggi, una vera e propria classifica delle persone che avevano diritto a quel lavoro e a quei soldi (circa 700 euro, oltre la metà di uno stipendio medio nella scuola italiana). Ma bisognava andarle a ritrovare, convocarle, chiedere la loro disponibilità e se non accettavano passare al nome successivo sulla lista. Perché perdere tempo ed energie, quando si poteva risolvere tutto all'italiana? Altrenotizie ha raccolto la denuncia di Stefania: 32 anni, romana, insegnante precaria di storia e filosofia abilitata nel 2007.
Com'è andata al Provveditorato?
"Quando sono arrivata per chiedere la nomina eravamo in cinque. Alla fine della mattina eravamo diventati una cinquantina di professori in tutto. Un'impiegata ha preso i nomi della mia classe di concorso, poi ha iniziato a farci entrare nell'ufficio per assegnarci alle varie scuole. Il problema è che ci ha chiamato nell'ordine della lista che avevano stilato lì per lì, non ha nemmeno guardato le domande, la graduatoria, chi di noi era abilitato e chi no. Tutto nella più assoluta irregolarità".
E voi non glielo avete fatto notare?
"Certo... La collega con il punteggio più alto ha protestato e l'impiegata ha dovuto ammettere che aveva ragione. Da quel momento ha iniziato a seguire l'ordine della graduatoria, lasciando i non abilitati in fondo. Ci ha messo una pezza, ma nemmeno questa era la procedura corretta da seguire".  
Quali dovevano essere i criteri per le nomine?
"Per prima cosa avrebbero dovuto contattare tutti gli insegnanti abilitati che avevano fatto domanda per diventare commissari esterni. Una volta esauriti quei nomi bisognava passare alle graduatorie, a partire ovviamente dai punteggi più alti. Solo come ultima spiaggia si doveva ricorrere ai non abilitati".
E invece?
"Invece ha regnato il caos più totale: praticamente hanno preso in considerazione soltanto le persone che quella mattina passavano dal Provveditorato, a prescindere da chi fossero. Dico solo che verso mezzogiorno è arrivata una collega direttamente dalla spiaggia per chiedere se ci fosse un posticino per lei. Intanto l'impiegata ci domandava se avessimo un'amica per fare il commissario di italiano e latino...".
Ma perché insieme a voi non c'erano tutti i professori abilitati che avevano fatto domanda?
"Semplicemente perché non lo sapevano! Non esiste alcuna norma che obblighi gli insegnanti alla presenza fisica in Provveditorato per ottenere l'incarico. Penso che se tutti lo avessero saputo quella mattina saremmo stati in centinaia. Io ci sono arrivata per sentito dire. Me l'ha detto un'amica...".
Chi sono i non abilitati?
"Sono persone che hanno conseguito solo la laurea, ma non hanno alcuna abilitazione professionale. Possono insegnare nelle scuole private, non in quelle pubbliche (a meno di esaurimento graduatorie) ma capita spesso che per vivere facciano tutt'altre professioni. Fino al 2008 per essere abilitati bisognava frequentare per due anni la SSIS (la Scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario, ndr). Per entrare c'era un concorso pubblico e alla fine bisognava sostenere un esame di Stato. Dal 2012, invece, partono i Tfa (Tirocini formativi attivi, ndr), che durano un solo anno".   
Secondo te in che modo sono stati condizionati gli esami di quest'anno?
"Se io fossi il genitore di un ragazzo bocciato o uscito con un voto molto basso e venissi a sapere che il commissario esterno non era nemmeno abilitato, farei uno di quei ricorsi da togliere anche le mutande alla scuola pubblica. I ragazzi hanno diritto ad essere valutati da chi ha i titoli per sedere dietro alla cattedra. Il voto di maturità può essere decisivo per entrare in certe facoltà universitarie a numero chiuso. Ha una rilevanza perfino in alcuni concorsi. Lavorare così non è giusto né per gli insegnanti né per gli studenti". 

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