di Mario Braconi

Uno spaccato agghiacciante è quello che viene fuori dalla pubblicazione di una lista di italiani “sgraditi” sul forum neonazista “Stormfront”. Il sito italiano s’ispira alle “idee” (si fa per dire) di tale Don Black, che, a dispetto del suo nome tutt’altro che bianco, è un ex “grande drago” del Ku Klux Klan, nonché accalorato sostenitore della “causa” della supremazia bianca negli Stati Uniti. Ironia della sorte, la sua ex moglie, che l’ha mantenuto per il periodo in cui era disoccupato, si batte per i diritti dei neri e degli ispanici americani (quando si dice il contrappasso!) Un utente del sito italiano, nickname “Costantino”, lancia la sua sfida online sostenendo di essere arrabbiato più con coloro che “aiutano gli “allogeni” [letteralmente, “nati altrove”] e ne traggono un tornaconto economico”, che con gli stranieri stessi.

In effetti, il ragionamento, dal punto di vista dell’infermità mentale che lo ha fatto proprio, è coerente: gli stranieri sono Untermensch, subumani, che pertanto non meritano nemmeno l’odio. Oggetto invece di un odio acre, virulento, sono indistintamente tutti coloro che, in un paese mediocre e confuso, si ostinano a considerare gli stranieri per quello che sono, ovvero esseri umani, per inciso titolari di un complesso di diritti e doveri al pari degli “ariani”: ovvero giornalisti, giudici, politici di ogni colore politico, sociologi, preti e volontari, tutti accomunati dal fatto di essere dei “coccolanegri”.

Agli occhi dei suprematisti bianchi “de noantri”, che usano il logo americano - una croce celtica bianca su fondo nero decorata con le parole White Pride World Wide (Orgoglio Bianco nel Mondo) - ad esempio, l’assessore della Regione Toscana Stella Targetti, che si è messa nei guai per il suo eccesso di idealismo: non è piaciuto agli amanti delle svastiche le sue dichiarazioni in cui sosteneva di volere una scuola “dove nessuno sia ‘straniero’”. Tanto è bastato per essere insignita dell’oscena minaccia in rima “bastarda immigrazionista, sei nella lista”.

Non parliamo di Gad Lerner (che già parte svantaggiato per la sua origine ebraica): “Costantino” e i suoi sodali non hanno gradito lo stile di conduzione della sua trasmissione sui crimini razzisti di cui si è macchiato il “camerata” Casseri. Laura Longo, il pm di Torino incaricato delle indagini sul rogo Campo Rom di Continassa a Torino, ha avuto l’ardire di contestare ai criminali che hanno dato fuoco al campo Rom di Cascina Continassa l’aggravante dell’odio razziale, che dovrebbe valere ai due un sostanzioso aggravio di pena.

A proposito di ebrei, Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, è stato messo sulla lista dei cosiddetti “italiani delinquenti” per aver “dato non pochi guai ai fratelli di Militia”, l’associazione neofascista che annovera tra i suoi iscritti due persone, arrestate il 14 dicembre a Roma per aver progettato attentati con ordigni esplosivi che avrebbero dovuto colpire, oltre a Pacifici, un certo numero di politici (Alemanno, Schifani, Fini e George Bush).

I suprematisti bianchi non sopportano poi l’insistenza con cui Pacifici lamenta la circostanza (effettivamente incresciosa) che in Italia ancora non esista una legge “contro i negazionisti dell'Olominchiata”. Il gup Carlo Fontanazza di Lamezia Terme è stato schedato per aver “chiesto e ottenuto la riduzione all'assassino marocchino che sotto gli effetti della droga ha travolto e ucciso 8 persone”. Anche Luca Gibillini, Mirko Mazzali e Anita Sonego, esponenti di SEL di Milano e il sindaco di Reggio Emilia Graziano Del Rio sono nella lista nera. Del Rio, in particolare c’è finito per aver espresso il suo favore ad una legge che riconosca la cittadinanza ai figli degli immigrati.

“Costantino” ha un modo tutto suo, forse non particolarmente articolato ma di certo orripilante, di esprimere la sua netta contrarietà a questo civilissimo principio fatto proprio da Del Rio e recentemente ventilato anche dal noto “estremista” Napolitano, Presidente della Repubblica (che dovrebbe essere) antifascista: gli immigrati e Del Rio, par di capire, sarebbero “gente di merda, meritebbero una pallottola in quelle loro teste di merda”, altro che cittadinanza! “Protesilao”, un compagno di deliri di “Costantino”, ci mette del suo: “Segnamoci il nome, Graziano Delrio, un nostro nemico”.

Qui non si tratta di lotta di idee, per quanto folli ed esecrabili, ma di reati veri e propri: da quello, scontato e molto tollerato di apologia di fascismo, alle minacce vere e proprie. Pur essendo fortemente scettici nei confronti di ogni forma di censura di stato, anticamera della fine della libertà di espressione e di pensiero, il caso Stormfront è talmente grave che occorre riconoscere che non è inappropriata la richiesta di oscuramento del sito proposta da tre delle vittime della schedatura neonazista, tutti volontari della ONG antirazzista EveryOne.

Forse il contributo più brillante è quello di Aurelio Mancuso, capo di Equality, “rete trasversale per i diritti civili”, il quale crede che “non sia sufficiente chiedere la chiusura del sito di questi neonazisti nostrani. C'è bisogno di una potente rieducazione culturale: una volta individuati gli autori e processati per crimini d'odio, la pena preveda l'affidamento alle persone menzionate nella black list, così che possano far provare a questi spavaldi giovanotti ciò che vuol dire impegnarsi nei confronti dei diritti delle persone migranti”. Sogno di un visionario? Forse. Ma, è bello essere dei sognatori; e ancora meglio rendersi conto che, come avrebbe detto Lennon, non siamo i soli ad esserlo.

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