di Carlo Musilli

Un po' di sano romanticismo per cacciar via i brutti pensieri. Ale e Fede hanno passato così il pomeriggio, discorrendo amabilmente su Ponte Milvio, cullati dal frusciare del biondo Tevere. E alla fine ce l'hanno fatta: hanno risolto i loro problemi. Non parliamo della crisi di coppia fra due pariolini di quindici anni, ma dell'ultima spinosa questione che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha brillantemente risolto. I temibili lucchetti dell'amore. Roba da affrontare con il piglio e la risolutezza che si confanno a un ex dell'Msi.

Tutto cominciò qualche anno fa, quando l'autore di bestseller puberali Federico Moccia scrisse l'opera che lo rese immortale, "Tre metri sopra il cielo". Dal volume fu tratto un film di culto e l'eco che ne derivò spinse migliaia di coppiette alla melensa emulazione dei graziosi protagonisti: agganciare un lucchetto al parapetto del ponte romano in segno d'amore perpetuo. Solo che, lucchetta tu che lucchetto anch'io, i pegni sentimentali si sono trasformati in un'orrida selva ferrosa, deturpando oscenamente un monumento del secondo secolo dopo cristo. Insomma, una bella grana amministrativa per Gianni. Ma soprattutto elettorale.

Preoccupatissimo di non turbare la sensibilità delle anime gemelle, il sindaco ha pensato bene di chiamare in causa Moccia in persona. In fondo detiene lui il copyright. A chi gli faceva notare che non dovrebbe essere necessario interpellare Fede per rimuovere i lucchetti, Ale ha risposto in tono rassicurante: "Gli chiederò se ha qualche idea, una delle sue suggestive, per un'alternativa".

Non si sa bene chi l'abbia avuta, ma alla fine l'idea suggestiva è arrivata: i lucchetti saranno spostati sull'argine del Tevere. Ora, chiunque conosca un po' il fiume romano sa che le sue sponde non sono proprio il massimo del romanticismo: muraglioni di cemento, sporcizia, qualche topo mutante. E allora un'altra lampadina s'è accesa nella testa di Gianni: "Il municipio preparerà un progetto... Metteremo un parapetto e transenneremo l'area, dei lampioni...". Insomma, "sarà una cosa bella". Possiamo stare tranquilli.

Tanto più che il piano ha ricevuto perfino il placet più importante, quello letterario: "Bisogna trovare un compromesso tra decoro del ponte - ha concesso un illuminato Moccia - e questo romanticismo che, da cinque anni a questa parte, ha reso ponte Milvio il ponte degli innamorati".

Certo, a prescindere dalla soluzione scelta, l'imposizione burocratica rischia di spoetizzare un tantino il significato del gesto amoroso, che di norma dovrebbe sgorgare impetuoso dal cuore, piuttosto che dalla segreteria del Campidoglio.

Per questo è verosimile ipotizzare che qualche allegro figlio di Cupido, pur di non sottostare al diktat che impone di scendere le scalette del fiume, sceglierà di sfidare la Polizia Municipale e allacciare con tracotanza il suo lucchetto nel posto che gli compete.

Ma questo è un problema che il sindaco si porrà a tempo debito, magari facendo ricorso ancora una volta ai preziosi consigli di Fede. Per il momento si torna alla grigia quotidianità. Appena ieri Gianni è stato ascoltato come persona informata sui fatti dal pm di Milano Ilda Boccassini. Il colloquio è avvenuto nell'ambito dell'indagine che nei giorni scorsi ha portato all'arresto del presunto boss della 'ndrangheta Giulio Lampada e del consigliere regionale calabrese Franco Morelli (Pdl). Rimane poi da chiarire la vicenda dei due proiettili calibro 40 inviati per posta alla segreteria del primo cittadino.

Intanto Roma sta per chiudere una delle annate più sanguinose della sua storia recente, con oltre trenta omicidi in appena undici mesi. Ma non ci pensiamo, richiamo di intristirci, di lasciarci sfuggire la magia del momento. Come diceva il poeta? Ah, sì: "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio".

 

 

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