di Luca Mazzucato

NEW YORK. Un milione di persone in marcia per Manhattan, al grido di “Grazie Cuomo!” La prima gay parade della nuova era, consapevoli che la vittoria dei diritti è storica e non si potrà più tornare indietro. Una festa colore arcobaleno che da New York si spande in tutta la nazione, in festa non è solo il movimento GLBT ma tutta la città, vecchi, bambini, poliziotti, religiosi, nessuno escluso. Simbolo della città, l'Empire State Building è stato illuminato fino alla punta con i colori della bandiera arcobaleno. Il governatore Cuomo, alla parata, rivendica orgoglioso la sua legge: “Questo è un segnale forte e chiaro, è tempo che tutta l'America segua il nostro esempio e legalizzi i matrimoni gay!”

I carri in maschera che celebrano l'orgoglio omosessuale quest'anno sembrano non finire più. La parata comincia a mezzogiorno e dopo sette ore è ancora un fiume in piena, giù per la Fifth Avenue verso il West Village, roccaforte storica del movimento omosessuale americano.

La sorpresa è che non ci sono solo carri delle associazioni per la parità di diritti, come tutti gli altri anni. Quest'anno, i carri sponsorizzati dalle grosse corporation sono i più grandi. Macy's con i suoi enormi palloni colorati, poi una decina di banche internazionali come la HSBC e la TDBank. Tra tutti, svetta Google, i cui dipendenti brandiscono cartelli con la scritta “Nell'armadio ci stanno solo i nostri computer”, riferimento al “coming out of the closet” di chi rivendica pubblicamente la propria omosessualità.

Un episodio racconta della festa e della gioia condivisa più di ogni altro. Un ramo troppo basso minaccia l'enorme carro in maschera dell'associazione GLBT di Harlem. Non si può proseguire la parata, bisogna rimuovere l'ostacolo. Una camionetta di poliziotti NYPD arriva in pochi secondi. Un poliziotto esce dalla porta posteriore e si arrampica sul tetto della camionetta, nel bel mezzo della strada, mentre i suoi colleghi gli danno indicazioni. Dopo mezzo minuto, con un colpo di reni l'eroe in uniforme strappa il ramo e lo getta a terra. Un boato erutta dalla folla circostante e decine di fustaccioni in perizoma e tenuta da Moulin Rouge accorrono verso la camionetta, lanciando baci roventi al poliziotto salvatore. Che, tra gli applausi dei colleghi e della folla, raccoglie con le mani i baci immaginari e si inchina al suo pubblico adorante. Insomma, per un giorno anche la polizia è gay a New York!

Questo episodio è il segno del clima che si respira in città da quando venerdì scorso il Senato dello Stato di New York, a maggioranza repubblicana, ha approvato la legge di “uguaglianza matrimoniale”, come viene chiamata da queste parti. Per i newyorkesi si tratta dell'orgoglio ritrovato: la nuova legge è una vittoria di tutta la città e non solo del movimento omosessuale. Milioni di abitanti della Grande Mela si sono svegliati sabato mattina con la consapevolezza di essere tornati alla guida dell'America dei diritti, dopo essersi attirati le ire di tutto il mondo con la crisi finanziaria del 2008 a Wall Street.

Quattro senatori repubblicani hanno votato insieme alla minoranza democratica, approvando la legge presentata dal governatore democratico Andrew Cuomo. Questo spirito bipartisan assolutamente inedito è il frutto di un nuovo modo di interpretare la politica conservatrice. Alcuni dei ricchissimi sostenitori del Partito Repubblicano hanno pubblicamente annunciato che avrebbero finanziato generosamente la campagna elettorale di quei senatori repubblicani che avessero votato in favore della legge. Per due motivi.

Prima di tutto, i sondaggi più recenti mostrano che per la prima volta la maggioranza degli americani è in favore dell'uguaglianza matrimoniale. Ma il grosso argomento a favore è quello economico. In un momento di recessione, questa nuova legge porterà ad una vera e propria esplosione di investimenti e di lavoro in città e in tutto lo Stato di New York. Che da oggi ha strappato ufficialmente a San Francisco la bandiera del movimento GLBT. Secondo il New York Times decine tra agenzie matrimoniali, aziende di catering e di pianficazione di eventi hanno traslocato nottetempo da Boston a New York, appena avuta la conferma dell'approvazione della nuova legge.

Uno degli aspetti più interessanti della nuova uguaglianza matrimoniale è il fatto che, chi vorrà, potrà dire il sospirato “Sì!” in chiesa. L'offerta religiosa negli Stati Uniti è tale per cui, anche se il vescovo cattolico di New York non ha commentato ufficialmente la legge, molte confessioni religiose si sono espresse in favore della legge e pronte a celebrare i matrimoni gay. Alla gay parade non mancano infatti i carri religiosi. A partire dalla “più grande sinagoga GLBT del mondo” di rito ebreo ortodosso, ad una congregazione cristiana i cui fedeli innalzano decine di cartelli con la domanda retorica “Gesù ci discriminerebbe?”, una presa in giro del celebre motto della destra cristiana fondamentalista “Cosa farebbe Gesù?”

 

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