Dopo l'incontro avuto a Mosca con Putin, Henry Kissinger è volato a New York per guardare in santa pace i mondiali di calcio. L'ex-segretario di Stato USA non andrà neppure in vacanza pur di non perdersi neppure un incontro. A 83 anni compiuti da un mese mantiene inalterata la sua passione per il foot-ball e ricorda con sorprendente nitidezza tutti i particolari delle finalissime degli ultimi 40 anni. Il suo unico cruccio è che oggi non esistano più funamboli come Maradona, capaci di dribblare quattro o cinque avversari alla volta. Qualche giorno prima dell'inizio dei mondiali, la rivista Newsweek ha offerto a Kissinger la possibilità di mettere a frutto la sua competenza tecnica debuttando nell'inconsueto ruolo di commentatore sportivo. L'idea di affidare i rendiconti sportivi ad uno dei massimi artefici della trasformazione del mondo poteva risultare molto originale, se l'ex consigliere di Richard Nixon e Ronald Reagan non ne avesse approfittato per deformare la realtà. Nell'articolo scritto per Newsweek Kissinger conferma che prendere lezioni di trasparenza, sia pure in materia calcistica, da chi si rese complice di guerre sanguinarie e torture, può essere molto rischioso. Usare il calcio come allegoria per ripercorrere la storia è un metodo narrativo buono come un altro; servirsene per tentare di migliorarla è quanto di più politicamente scorretto possa esistere. Vale invece la pena di riscrivere quei punti che riguardarono la dottrina delle atrocità, dove la memoria del vecchio statista in pensione si fa debole.
1970: del 1970, Henry Kissinger ricorda l'incontro con l'asso brasiliano Pelè e le prodigiose piroette che lo resero leggendario. Il Brasile arriverà infatti a trionfare sull'Italia davanti a 108.000 spettatori a Città del Messico. Ma all'altro capo del mondo, 8 americani tra i 20 ed i 21 anni perdevano la vita in quella guerra che Kissinger per primo aveva sostenuto ed ampliato. E come dimenticare che il 1970 è l'anno in cui Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Nixon, fu dietro il bombardamento illegale della Cambogia e il principale pianificatore di quella che fu la distruzione del Cile? In combutta con i futuri golpisti finanziati dalla CIA studiò al tavolino l'assassinio del presidente legittimamente eletto Salvador Allende spalancando le porte alla dittatura di Pinochet.
1974: A Monaco di Baviera, una Germania disciplinata si impone sulla
più eclettica Olanda per 2-1.
Ma gli americani hanno altro da fare: l'85% dei telespettatori è sintonizzato
sulle reti che trasmettono le udienze del Comitato Senatoriale sul Watergate
che costringerà alle dimissioni l'allora presidente degli Stati Uniti
Richard Nixon, anche se in realtà si trattò di dimissioni forzate.
Il Watergate concluderà anche la prima fase dello stragismo in Italia.
Nel mese di luglio, 20 militari americani in Vietnam perdono la vita in un incidente
aereo e i loro corpi non verranno mai ritrovati.
1978: Ai mondiali partecipano quattordici nazioni e il Papa invia la
sua benedizione da Roma. Videla, il generale a capo della giunta militare che
governa il paese, dà il benvenuto a Henry Kissinger, accolto con tutti
gli onori. Il 25 giugno Kissinger siede con i militari in una tribuna dello
stadio Monumental e assiste alla finalissima tra Argentina e Olanda, che vede
trionfare i sudamericani. Approfitta dell'occasione per esprimere il suo apprezzamento
per le azioni "anti-terrorismo" del governo e augura "un grande
futuro" agli argentini. L'Operazione Condor, cioè l'unità
d'azione tra tutte le polizie dei regimi militari e golpisti latinoamericani,
uccide ed incarcera decine di migliaia di oppositori. La regia è della
Cia, l'imprimatur politico è di Henry Kissinger. Le sue esternazioni
vengono interpretate come un incoraggiamento a stringere la morsa dagli spudorati
generali che tengono in pugno il paese servendosi della tortura. I giocatori
della nazionale fanno finta di non sapere ma anni dopo chiederanno scusa per
la loro indifferenza.
La sera della finale, l'Argentina vuole dimenticare per qualche ora le tragedie
nazionali e si abbandona ad una gioia quasi voluttuosa, ma negli anni del regime
anche il calcio ebbe un ruolo molto triste. Qualcuno scrisse che il boato degli
stadi coprì le urla di dolore di chi finì in mano alla polizia
militare. Centinaia di persone scomparvero e fra loro ci furono anche atleti
professionisti come il maratoneta Miguel Sanchez, prelevato alle tre e mezza
del mattino nella sua casa di Berazategui alla quale non fece più ritorno.
Solo le madri e le nonne degli scomparsi rifiuteranno di arrendersi e per questo
verranno definite dal regime "le pazze". Il mondiale fu un affare
enorme gestito completamente dallo stato, che impose ai giornalisti la censura
assoluta sulle questioni politiche. E tuttavia, il premio nobel argentino per
la letteratura Perez Esquivel, finito in un carcere militare per la sua opposizione
al regime, avrebbe ammesso anni dopo di essersi commosso sentendo provenire
da un radio lontana l'urlo dello stadio che segnalava un gol dell'Argentina
e di averne tratto la forza per continuare a resistere. Graciela Daleo, prigioniera
politica viene messa dai suoi torturatori in una macchina e portata a celebrare
la vittoria della nazionale ai mondiali per tutta la notte. Ha la forza di sporgersi
con la testa fuori dal finestrino e chiede disperatamente aiuto ma a causa del
fracasso infernale che fanno i tifosi nessuno la sente.
1982: Quando iniziano i mondiali, Henry Kissinger è in viaggio per un giro di conferenze e deve accontentarsi di vedere solo qualche partita alla televisione. Non ha mai avuto grandi doti oratorie ma lo pagano circa 30.000 dollari per ogni intervento. Il 1982 è anche l'anno in cui inaugura la Kissinger &Associates, che ancora oggi annovera tra i suoi clienti la Exxon Oil. Ha molto tempo libero perché non fa più il segretario di Stato e passa il tempo a fare da tramite tra corporazioni miliardarie e governo. E' uno dei pochissimi americani per i quali la legge varata il 2 aprile 1982, che impedisce a chi non è autorizzato di accedere ai documenti degli archivi di stato, non vale. Davanti ad 80.000 spettatori l'Italia diventa campione del mondo battendo la Germania per 3-1. E' l'estasi collettiva per il paese.
1986: Kissinger ha troppi impegni e non assiste alla finale dei mondiali.
Forse non legge neppure le dichiarazioni di un militare pentito ex appartenente
agli squadroni della morte de El Salvador che racconta delle torture imposte
a civili innocenti lasciati morire dissanguati. Ma non ignora che gli Stati
Uniti spendono nel 1986 otto miliardi di dollari in armi nucleari.
Qualificata di diritto perché vincente ai precedenti mondiali, l'Italia
parte per il Messico. L'Argentina, che ruota completamente attorno a Maradona,
inizia con il piede sbagliato ma vincerà il titolo mondiale battendo
la Germania per 3-2. Molti argentini hanno seguito la nazionale in Messico e
i cori andranno avanti tutta la notte. Ma il tempo ha cambiato anche i cori
da stadio: aboliti gli sfottò bonari, inizia l'epoca delle offese razziste.
Un cambiamento in perfetto tono con l'epoca della globalizzazione.
1990: I mondiali vengono organizzati dall'Italia per la seconda volta
e 56 milioni di abitanti si trasformano nottetempo in arbitri di calcio. Nessuno
si accorge invece di quanto si stia deteriorando il sistema politico. E nessuno
si accorge dei morti sul lavoro che i subappalti per la costruzione dei nuovi
stadi hanno causato. Eppure calcio e politica sono sempre stati un binomio inseparabile
per gli italiani.
Dall'altra parte del mondo, il Nicaragua è stato costretto a cedere alla
prepotenza americana. Saranno gli Stati Uniti a determinare il futuro politico
del paese. L'Argentina è sconfitta dal Camerun, ma arriverà comunque
in finale dove sarà però costretta ad arrendersi alla Germania
l'8 luglio 1990, serata di chiusura dei mondiali.
1994: Si gioca in America ma l'accoglienza della gente è fredda.
Gli americani amano fare i bastian contrari e dimostrano un regale distacco
verso il calcio. Lo stesso che hanno dimostrato al momento di firmare i trattati
ai quali aderito quasi tutte le altre nazioni. Il calcio è destinato
probabilmente a rimanere ai margini.
Non è facile spiegare perché ma, grosso modo, si può dedurre
che venga associato all'immigrazione. O, dio-ce-ne-scampi, considerato il figlio
del comunismo. Lo stesso George Bush, in corsa per la carica di governatore,
dichiara al New York Times che si tratta di uno sport "inesistente".
L'unica eccezione saranno le città della costa orientale, ma Texas, California,
ecc. dimostrano di non aver "metabolizzato" il gioco del pallone nello
stile di vita. Solo 16 milioni di americani su 250 assisteranno all'evento.
I bambini hanno dimostrato più interesse degli adulti ma solo quelli
al di sotto dei dieci anni. Nonostante tutto, ai mondiali l'America travolge
il Portogallo e, al 36° minuto del primo tempo, vince già per tre
a zero. La frammentazione dell'Unione Sovietica ha automaticamente aumentato
il numero delle squadre e, di conseguenza, delle candidature al titolo. Manca
naturalmente la Jugoslavia che, nel 1994, è dilaniata da una guerra sanguinaria.
Esce il libro di Henry Kissinger "Diplomazia". Il fatto che sia un
esperto in materia di diplomazia non vieta che gli rubino la macchina. A Susan
McFarlane, del New York Times, che gli chiede una dichiarazione sul furto
della costosa Mercedes, Kissinger risponde che quello che vorrebbe dire non
può essere pubblicato sul giornale. Durante i mondiali, assisterà
solo alle partite della Germania, più che altro per spirito patriottico,
visto che è nato a Feurth e, prima di diventare americano, era tedesco.
L'Italia arriva in finale ma viene battuta dal Brasile, come era già
avvenuto nel 1970.
1998: La Francia trionfa su tutte le altre nazioni. La presenza di giocatori di origine straniera nella nazionale fa dire al rappresentante Le Pen che "non è stata una vera vittoria francese". Ovviamente, i francesi se ne fregano, ma è sorprendente che dopo tanti anni di fuoriclasse stranieri in Europa si usino ancora considerazioni a carattere razzistico per denigrare gli avversari. Di sicuro non si tratta di razzismo che nasce negli stadi, ma è figlio di quella discriminazione dell'altro inculcata dalle destre. Nell'agosto del 1998, Bill Clinton, in pieno sexgate, fa bombardare il Sudan con decine di missili Tomahwak, facendo carta straccia delle leggi internazionali. Kissinger assume il ruolo di portabandiera nella lotta al terrorismo e non siamo ancora arrivati all'11 settembre. Badino quelle nazioni che non ritengono opportuno fare "qualcosa" contro l'Afghanistan. Ma c'è la realtà dei fatti e rivela che è stato proprio lui il primo apologeta dei talebani adoperandosi per tenerli fuori dall'elenco dei terroristi.
2002: E' il primo mondiale organizzato dall'Asia. Infatti, il nome ufficiale
è Fifa World Cup Korea/Japan e durerà dal 31 maggio al
30 giugno. Delle 32 squadre, gli ospitanti Sudcorea e Giappone, assieme alla
Francia che ha vinto il mondiale precedente, non hanno dovuto sostenere alcuna
partita di qualificazione per partecipare. Soprattutto, è il primo mondiale
dopo l'11 settembre. George Bush nomina Henry Kissinger presidente alla Commissione
incaricata di chiarire gli eventi dell'11 settembre 2001. S'inizia a parlare
delle armi di distruzione massa. In un'intervista ad un giornale italiano Kissinger
ribadisce la pericolosità di Saddam Hussein. Gli scontri in Bolivia hanno
causato sette morti e centinaia di feriti. Vince il Brasile per la quinta volta,
deludono Italia e squadre africane.
2006: Per escludere l'Iran è stato fatto di tutto. La FIFA ha rifiutato di mettere la squadra iraniana al bando e l'Iran c'è. Ma c'è anche l'America e molti sperano che la rivalità tra i due paesi si limiti alla tenzone sportiva. Vada come vada, i mondiali saranno visti da non meno di tre miliardi di telespettatori. Un sito americano inventa una preghiera scritta da un sacerdote appositamente per i tifosi, ricordando loro che anche i tifosi sono dei peccatori come tutti. Qualche intellettuale USA mostra deboli segnali d'interesse nei confronti del calcio. Non si registra invece grande attenzione nei confronti della guerra in Iraq. Solo la foto del cadavere di Al-Zarqawi, mostrata proprio contemporaneamente all'inizio dei mondiali, suscita un certo giubilo. Secondo il Pentagono, è "un grande successo". Non è il calcio che fa paura. E' la dottrina delle atrocità.