di Antonio Rei

Sostenere che la legge di Stabilità 2016 sia una manovra di sinistra è assurdo. Nel pacchetto di misure varato dal governo non si rintraccia alcuna preoccupazione per la redistribuzione del reddito. Anzi, si arriva perfino a rinnegare il principio costituzionale della proporzionalità delle imposte, avvantaggiando i ricchi rispetto ai meno abbienti. E per non farsi mancare proprio nulla, il governo Renzi riesce anche a strizzare l'occhio agli evasori, riservando loro un bel regalino.

Senza contare la burla sulle pensioni: avevano promesso di aumentare la flessibilità in uscita (anche per aiutare l'occupazione giovanile), ma hanno partorito il topolino di un part-time che nessuno userà, perché aumenta il costo orario del lavoro (l'azienda pagherebbe tutti i contributi, ma avrebbe il lavoratore a disposizione per la metà del tempo).

Certo, c'è anche il piano per la lotta alla povertà che è meritorio e va sostenuto con forza, ma stiamo parlando di 600 milioni di euro per il 2016 su una manovra da 24-27 miliardi. Una miseria. Conviene dare un'occhiata al resto.

Partiamo dall'innalzamento della soglia oltre la quale è proibito pagare in contanti, che passa da mille a 3mila euro. Si tratta evidentemente di una norma che facilita i pagamenti in nero (lo pensava anche il ministro Padoan fino a qualche tempo fa, anche se ieri ha detto di aver "cambiato idea"), ma l'Esecutivo vuol farci credere che aumenterà i consumi. Già, ma i consumi di chi?

Non dei ricchi, che hanno sempre consumato e continueranno a farlo a suon di carta di credito. Nemmeno dei lavoratori dipendenti, che si vedono accreditare lo stipendio sul conto e di certo non passeranno le ore al bancomat solo per il gusto di pagare 3mila euro cash. Rimane l'esercito delle partite Iva: loro sì che potranno spendere un po' di più in contanti, anche perché in questo modo potranno evitare di versare il denaro in banca e quindi di renderlo visibile agli occhi del Fisco.

Non è proprio un'idea geniale nel Paese con l'evasione fiscale più alta d'Europa e con uno dei tassi di diffusione più bassi dei pagamenti elettronici (tracciabili). D'altra parte, fa il paio con la ridicola legge sul Pos: in teoria, tutti i lavoratori autonomi dovrebbero averlo per consentire ai clienti di pagare con la carta le somme superiori a 30 euro. La legge però non prevede sanzioni per chi sgarra, per cui tutti fanno come vogliono.

Passiamo ora alla punta di diamante di questa legge di Stabilità: l'abolizione delle tasse sulla prima casa. Tutti, ma proprio tutti hanno contestato questa norma (dall'Ue a Confindustria, da Assonime alla Cgil). Lo hanno fatto per motivi diversi, ma tutti corretti.

Alcuni sottolineano che sarebbe stato meglio intervenire sul cuneo fiscale, perché ciò avrebbe avuto un impatto incredibilmente superiore sul Pil e sull'occupazione. Altri pongono l'accento sul fatto che questo taglio, per com'è concepito, è socialmente iniquo: fa la fortuna dei ricchi (che potranno intestare una casa a ogni figlio e non pagare più nulla), mentre per due terzi delle famiglie interessate lo sgravio sarà in media  di 17 euro (il calcolo è di Nomisma).

In questo caso sarebbe grottesco parlare di spinta ai consumi, perciò Renzi va ripetendo che la misura punta a "ridare fiducia" agli italiani. In realtà, l'obiettivo è la pura e semplice propaganda elettorale: ci siamo già scordati di Berlusconi, che ha vinto due elezioni politiche promettendo di tagliare le tasse sulla casa?

Ma torniamo ai numeri. Il Governo assicura che lo Stato compenserà i Comuni per il mancato gettito della Tasi sulla prima casa, e che quindi non sarà necessario appesantire le imposte sulle altre abitazioni. Ma con quali soldi lo farà? A occhio non con quelli dei contribuenti francesi, per cui la cancellazione delle tasse sulla prima casa si ripercuoterà in ogni caso sul bilancio pubblico e prima o poi dovrà essere compensata da altre entrate fiscali, che potrebbero pesare anche su chi una casa non l'ha mai avuta e non l'avrà mai.

Ma seppure i mancati introiti dell’abolizione della Tasi colpiranno la fiscalità generale, stando a quanto trapela fino a questo momento, i nuovi nominati al vertice Rai possono stare tranquilli: il canone nella bolletta della luce lo pagheranno anche quelli che sono in affitto.

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