di Rosa Ana De Santis

Il linciaggio è iniziato sul web con il video “ironico” sulla Presidente della Camera, come ora i grillini lo definiscono, la scorsa settimana al grido di battaglia lanciato dal leader Grillo. E la Rete si è scatenata contro Laura Boldrini. Questa volta è lei il capro espiatorio designato che in una sola notte raccoglie migliaia di messaggi, commenti e offese sessiste di assoluta gravità e una ridicola icona in baffetti hitleriani. La Rete è libera, si difende il Movimento e l’adunata convocata da Grillo è proprio su questa libertà spregiudicata che continua a fondare la propria forza e la legittimità della propria esistenza.

Esiste una libertà che è quella formale e istituzionale degli Stati nazionali moderni, quella per intenderci che non costruisce le società sull’etica, sui manifesti dei valori e sui costumi morali, e ne esiste una che è fatta di pancia e arbitrio senza contegno. Non molto diversa, per intenderci, da quella che ha di fatto autorizzato il Cavaliere Berlusconi e imboscare le sue amanti nei ruolo istituzionali o a sentirsi ab-solutus in nome della legittimazione popolare. Tirannidi sotto traccia, populismi.

Solo che nel caso di Berlusconi avevamo un amorale Re Mida, nel caso di Grillo abbiamo Savonarola e la ghigliottina. Difficile stabilire cosa sia più pericoloso. I Cinque stelle infatti, questa la pericolosa differenza, rivendicano la libertà di essere eretici rispetto a leggi e convenzioni e di poter fare e dire la qualsiasi in “nome del bene e del giusto”: la posizione in cui si trovano come sacerdoti indiscussi della moralità e del buon costume.

E’ questo a renderli estranei ad ogni simpatia: la volontà di epurare il Parlamento secondo criteri valoriali (dettati dal loro guru) e di farlo abusando degli strumenti democratici, confondendo la libertà di espressione con il “pestaggio”mediatico - come ha definito la Presidente quello contro Fazio, Augias e Daria Bignardi che le avevano espresso solidarietà.

Il caso Boldrini è solo uno dei tanti ghigliottinamenti mediatici dei grillini, con l’aggravante simbolica e non solo del sessismo: dagli inviti allo stupro, alla prostituzione, alle più volgari bassezze e violenze. In un Paese afflitto dalla piaga del femminicidio, che tutto questo abbia un’investitura dalle stanze del Parlamento dove questi signori siedono solo grazie al voto dell’esasperazione popolare, è un’aberrazione e un pericolo enorme.

Sarebbe stato opportuno prendere le distanze dalla violenza verbale e invece gli onorevoli a cinque stelle si sono sperticati nell’arringa della libertà di espressione. Il linguaggio sdoganato dai Cinque Stelle e incredibilmente legittimato ormai è un’azione di violenza a tutti gli effetti. Non si sta parlando delle ragioni del governo o delle sue inadempienze, ma di metodo democratico o meno. Al riparo dell’anonimato sul web o della tanto vituperata (per gli altri) immunità parlamentare, niente è più facile che scagliare insulti e odio, sapendo di non dover pagare il conto.

Il Movimento utilizza un linguaggio ad personam, ascrive al singolo problemi di ordine generale, alimenta - in uno stile vistosamente squadrista - la “caccia all’uomo”. Non con la camicia nera e l’olio di ricino, ma con i post su Facebook e con la difesa strenua della non censura. Perché tutti sono titolati a parlare e ad esprimere qualsiasi opinione. Questo spiega il Movimento dei signori qualunque. Quindi anche quanti scriveranno che i campi di sterminio non sono esistiti, o che gli ebrei andavano eliminati, o che i neri e gli stranieri vanno espulsi e lasciati annegare, o che le donne non hanno gli stessi diritti?

Devono fare una scelta gli uomini e le donne cooptati dal guru. Pensano di essere Savonarola nelle parole e negli emendamenti, nello stile e nella policy delle censure, ma si rivelano mandanti di una spedizione anti istituzionale attraverso cui, in nome della giustizia popolare da loro emanata, taglieranno forse un po’ di stipendi d’oro e di privilegi, ma ci lasceranno in cambio una devastazione peggiore: un governo trasformato in una piazza. Quella delle forche. Questo rimane di solito delle repubbliche degli uomini santi.

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