di Carlo Musilli

Caro contribuente, forse non lo sapevi, ma la tua casa è un servizio comunale. Un “service”, in English. Però non farti illusioni: rimane una proprietà privata su cui continuerai a pagare il mutuo o l’affitto, oltre alle tasse. Solo il vituperato acronimo “Imu” andava tolto di mezzo. E, dopo il bianchetto, una bella freccia ha spostato l’intero pacchetto sotto un’altra voce. Una nuova creatura un po’ confusa, eterogenea, dal nome inquietante: in prima battuta l'avevano chiamata Taser, poi (santo Google) si sono accorti dell'omonimia con le pistole elettriche usate per stordire i manigoldi e hanno fatto marcia indietro.

Acronimi imbarazzanti a parte, si tratta della “service tax” (sempre in English) che nascerà l’anno prossimo e comprenderà una serie di prelievi per vari “servizi” comunali: dalla Tares sui rifiuti alla tanto odiata imposta sulla casa (anche la prima).

Vari colonnelli delle larghe intese si sono sperticati in manifestazioni di giubilo per l’abolizione dell'Imu - cancellata del tutto per il 2013 su abitazione principale, terreni e fabbricati agricoli -, eppure la "tax" partorita dal governo è ancora un oggetto del mistero per molti, troppi aspetti. A cominciare dalle famigerate coperture: per pagare la cancellazione della prima rata i soldi ci sono, ma per il saldo di dicembre ancora no.

Le fonti di finanziamento saranno messe a punto solo nelle prossime settimane e otterranno il via libera presumibilmente a metà ottobre, con la legge di stabilità. Il solito rinvio non ha mancato d’insospettire Bruxelles, al punto che il commissario agli Affari economici Olli Rehn si è affrettato a tirarci le orecchie: “I miei uffici controlleranno il decreto, l’Italia garantisca la copertura”. Con altrettanta fretta il premier Enrico Letta ha rassicurato l'Europa: “L’Italia rispetterà il limite del rapporto deficit-Pil al 3%”.

Dal governo sono arrivate anche altre due promesse. Primo: per finanziare l’intervento sull’Imu non saranno alzate altre tasse. Anzi, si cercherà perfino di evitare il rincaro automatico della terza aliquota Iva, che senza ulteriori interventi salirà dal 21 al 22% a partire dal primo ottobre. La squadra è talmente compatta su questo punto che Stefano Fassina si è lasciato andare al seguente vaticinio: il rincaro Iva è ormai inevitabile - ha scritto sull'Huffington Post il viceministro dell'Economia -, viste le risorse sottratte all’azione del governo dall’operazione Imu.

L'ultima promessa riguarda i soldi che dovremo scucire l'anno prossimo: la misteriosa "tax" sarà meno cara della somma di Tares e Imu. Ora, a quanto si è capito, il nuovo prelievo potrà tener conto della metratura delle abitazioni, e questo è l'aspetto più positivo, perché dovrebbe aumentare la progressività dell'imposta.

Tuttavia non significa affatto che alla fine il conto sarà meno caro, almeno non per tutti. Secondo l'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco (Pd), ad esempio, "pagheranno di più gli affittuari (ceti popolari e giovani)" e "alla fine l'onere differenziale si scaricherà sui ceti medi". In ogni caso, si farà sempre in tempo incolpare i sindaci, visto che la nuova tassa sarà di loro competenza.

In uno slancio che ricorda quello del bambino nella favola del “Re nudo”, ieri Fassina ha ricordato anche un’ovvietà che in queste ore tutti fingono d’ignorare: “E’ stata abolita l'Imu, non la tassazione sulla prima casa”. Dopo tutto quello che abbiamo detto sembra una precisazione lapalissiana, ma a leggere le dichiarazioni trionfanti del Pdl si cambia idea.

"Una promessa realizzata - ha scritto Silvio Berlusconi in una nota -. Un punto cardinale pratico e simbolico del programma che abbiamo voluto come scelta qualificante negli accordi che hanno portato alla formazione del governo di larghe intese".

Ancora più ispirato il vicepremier Angelino Alfano: "I tg e i giornali porteranno nelle case degli italiani una bellissima notizia: dovevano pagare una tassa e non la pagheranno. E' una misura fatta nel modo giusto, è tax free". Ma è anche "still a tax", visto che alla fine la tassa rimane...

Al Pdl, evidentemente, interessava soltanto cancellare l'Imu in quanto tale. Farla rientrare dalla finestra sotto mentite spoglie non è un problema: avevamo promesso di abolire l'Imu e lo abbiamo fatto, che volete ancora?

Su questo simpatico gioco delle tre carte si misura tutta l'importanza del decreto varato mercoledì dal Consiglio dei ministri. Se in termini economici il suo contenuto è discutibile e incerto, sotto l'aspetto politico è l'esito migliore possibile per entrambi i litiganti: i pidiellini cantano vittoria davanti agli elettori, mentre il Pd riesce nell’intento di non fornire agli alleati-avversari un buon pretesto per incrinare la maggioranza e allo stesso tempo mette in cantiere una tassa-Frankenstein apparentemente sostenibile. Rimane da capire se all'inizio l'abbiano chiamata come una pistola per darci un consiglio.









Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy