di Carlo Musilli

Se la campagna elettorale diventasse disciplina olimpica, Silvio Berlusconi avrebbe la medaglia d'oro assicurata nei secoli dei secoli. Il punto ora è capire dove si classifica l'elettorato italiano nella graduatoria della sprovvedutezza. La"proposta shock" arrivata ieri dal Cavaliere si è rivelata degna di una televendita alla Vanna Marchi: oltre ad abolire l'Imu sulla prima casa, il Pdl intende restituire agli italiani i soldi pagati l'anno scorso per l'imposta sull'abitazione principale.

"Le famiglie italiane saranno rimborsate, sarà un risarcimento ad un' imposizione sbagliata - ha annunciato Berlusconi -. Sarò io, come ministro dell'Economia, a restituire agli italiani i soldi dell'Imu, l'imposta che ha dato il via a questa crisi. Non possono essere messe tasse sulla prima casa, che rappresenta la sicurezza per le famiglie". Il rimborso avverrà "sul conto corrente, oppure, specie per i pensionati, in contanti, attraverso gli sportelli delle poste". I cinque miliardi necessari all'operazione saranno recuperati "chiudendo l'accordo con la Svizzera per la tassazione delle attività finanziarie detenute in quel Paese da cittadini italiani. Il gettito è una tantum di 25-30 miliardi, e poi 5 miliardi l'anno".

Ma non è finita: "In cinque anni elimineremo l'Irap, imposta che pesa sulle imprese, un'imposta odiosa che deve essere pagata dalle aziende anche se non chiudono i bilanci in utile - ha continuato il Cavaliere -. Poi non ci sarà alcun aumento dell'Iva e ovviamente nessuna patrimoniale". Il tutto sarà piuttosto semplice da realizzare: basterà un piccolo "aumento delle accise su giochi, scommesse, lotto e tabacchi". Insomma, non diventeremo le Isole Cayman, ma a quanto pare ci andremo vicini.

La credibilità delle proposte berlusconiane è inversamente proporzionale al livello d'informazione e alla buona memoria di cui dispongono gli elettori. Iniziamo con il ricordare quello che dovrebbe essere ovvio: l'Imu non è stata introdotta dai tecnici con un colpo di Stato, ma proprio grazie alla complicità decisiva del Pdl. Era contenuta nel Salva-Italia, ovvero il primo decreto del governo Monti, varato nel dicembre 2011 con i voti favorevoli di Pdl, Pd e Udc (ma non dimentichiamo che il partito di Berlusconi era il solo numericamente indispensabile alla maggioranza: l'unico che avrebbe potuto far cadere il Professore in un batter d'occhio).

All'epoca l'opinione del Cavaliere sull'Imu era ben diversa da oggi: "Monti ha fatto intendere che porterà la tassazione degli immobili in linea con la media europea, mentre ora è al di sotto. È possibile che questo comporti l'introduzione di un'imposta simile all'Ici, da noi già prevista con il federalismo, ma completamente diversa rispetto alla precedente impostazione già nella nostra riforma. Dunque una continuità di linea con il nostro governo, con un probabile anticipo dei tempi rispetto al 2014 che noi avevamo previsto". Queste le parole di Berlusconi in un'intervista al Corriere della Sera datata 20 novembre 2011. Chi non trova alcuna contraddizione ha davvero una creatività invidiabile.

Non ci dilunghiamo sull'affermazione secondo cui "l'Imu" avrebbe "dato il via all'attuale crisi". E' un'evidente falsità per chiunque abbia vissuto in Italia negli ultimi anni. Aumentare la pressione fiscale significa certamente aggravare la contrazione del Pil, ma sostenere che l'economia italiana sia entrata in crisi solo nel 2012 è semplicemente una barzelletta. D'altra parte, stiamo parlando della stessa persona che, sempre nel novembre 2011, ci deliziò con la seguente analisi econometrica: "I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, si fatica a prenotare un posto sugli aerei".

Passiamo ora allo strumento principe con cui Berlusconi intende rimborsare e abolire l'Imu sulla prima casa: l'accordo con la Svizzera. Le trattative per concludere un'intesa del genere con Berna vanno avanti da mesi e non sono affatto semplici. Di certo non si chiuderanno in tempo per il primo Consiglio dei ministri del nuovo governo. Il Cavaliere lo sa benissimo, per questo sostiene che - in attesa della firma - quei famosi cinque miliardi saranno "presi in prestito dai soldi per la Cassa depositi e prestiti". Peccato che le somme recuperabili seguendo la strada svizzera, in realtà, siano del tutto incerte.

L'unico effetto indiscutibile dell' "annuncio shock" è aver fissato definitivamente i riflettori su Berlusconi nelle ultime settimane di campagna elettorale. Come sempre, il Cavaliere detta l'agenda, stabilisce gli argomenti su cui i suoi avversari dovranno affannarsi a rincorrere. Lo fa usando una demagogia da super-professionista, consapevole che poi non dovrà render conto a nessuno del proprio fallimento. Esattamente come nel 2008, quando a un passo dal voto annunciò agli italiani l'intenzione di abolire l'Ici sulla prima casa. E sappiamo com'è andata a finire. 



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