di Riccardo Menghini

Il parere del Csm sulle nuove misure anticorruzione approvate dal Senato ed ora trasmesse alla Camera sarà definitivamente reso noto entro l’inizio della prossima settimana. Il quotidiano la Repubblica ne ha però già anticipato in parte il contenuto. Nel testo pubblicato, i magistrati bocciano senza mezzi termini i provvedimenti previsti dalla legge, soprattutto per quanto riguarda la diminuzione della pena per il reato di “concussione per induzione”.

Una scelta che comporta la consistente abbreviazione dei termini di prescrizione della nuova figura di reato. In effetti, una norma di questo tipo avrebbe (comprensibilmente) suscitato polemiche e resistenze ben più aspre se fosse stata emanata dal precedente governo. Ma viene da pensare che se l'avesse scritta la squadra di Silvio Berlusconi probabilmente non sarebbe cambiato molto.

Non possono quindi essere condivise le considerazioni di chi riconosce all'attuale Esecutivo la forza di aver finalmente affrontato un tema così complesso e delicato, come auspicato anche dall'Unione Europea. "Sono comunque soddisfatto, pochi mesi fa era impensabile", afferma il premier Monti. Eppure la sua presunta indipendenza dai partiti è venuta a mancare proprio nel momento decisivo per segnare una svolta rispetto al passato.

Immediatamente il vice-presidente del Csm, Michele Vietti, già sottosegretario alla Giustizia e all'Economia nei governi presieduti da Berlusconi (non fa mai male ricordarlo), si è affrettato a smentire le anticipazioni giornalistiche che sarebbero “basate su bozze in gran parte superate, e rischiano di essere fuorvianti', anticipando poi che il parere del Csm ''non sarà una stroncatura, ma anzi si tratterà di una valutazione sostanzialmente positiva, pur in presenza di rilievi critici''.

Vietti ha poi sottolineato che le criticità del ddl anticorruzione sarebbero da ricondurre alle norme sulla prescrizione e in particolare alla legge Cirielli, che ha portato diverse modifiche. Un'opinione quantomeno curiosa, di chi evidentemente non vuole prendere una  posizione critica nei confronti del governo Monti.

Eppure di ragioni ne avrebbe avute. Innanzitutto il ddl anticorruzione non contiene una serie di norme che invece sarebbero state fondamentali per la credibilità del provvedimento: dal ripristino del falso in bilancio (depenalizzato nel 2002 dal secondo governo Berlusconi), al reato di auto-riciclaggio (invocato da Ue e banca d'Italia), passando per la riforma del voto di scambio. Su quest'ultimo punto e sull'incandidabilità per i condannati con sentenza passata in giudicato, il Guardasigilli Paola Severino assicura che il governo sta lavorando. Purtroppo ci vorrà ancora del tempo e ed è probabile che ci ritroveremo dei condannati in Parlamento anche dopo le prossime elezioni.

Ma da quello che manca passiamo a quello che il disegno di legge contiene. Il testo sembra essere assolutamente inadeguato soprattutto sotto due profili: l'introduzione del reato di "concussione per induzione" (che ora si distingue da quella "per costrizione") e la previsione della punibilità del soggetto concusso. Riguardo alla prima, che fa riferimento all'ipotesi in concreto più frequente di concussione, appare inconcepibile la scelta di diminuire le pene previste: quella minima infatti cala da 4 a 3 anni, mentre la massima scende da 12 a 8, con la prescrizione che di conseguenza si riduce da 15 a 10 anni. Un'innovazione che, fra gli altri, metterebbe a rischio anche il processo Ruby, in cui è coinvolto l'ex premier.

Assolutamente controproducente appare poi la possibilità di punire anche il concusso, e cioè la  vittima del reato: con la prospettiva di finire in galera, chi mai andrebbe a denunciare il pubblico ufficiale che gli ha spillato dei soldi?

Per la concussione per costrizione, che si può dire rappresenti un'ipotesi di difficile realizzazione in concreto, dal momento che in tale fattispecie il concussore dovrebbe compiere una vera e propria “violenza psichica” prospettando un “male ingiusto” alla vittima, si  prevede invece un inasprimento delle pene: da un minimo di 6 a un massimo di 12 anni di reclusione.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy