di Carlo Musilli

Come ogni telenovela che si rispetti, anche questa si è chiusa con dei colpi di scena che promettono un sequel. Dopo lungo peregrinare per studi televisivi, ieri Renata Polverini ha firmato la lettera di dimissioni dalla presidenza della Regione Lazio. L'annuncio in conferenza stampa era arrivato però lunedì sera. Perché mai tanto ritardo? La governatrice, costretta al passo indietro dall'abbandono dell'Udc, ha avuto bisogno di tempo per mettere a punto le sue mosse.

Il gesto politico più importante pre-dimissioni è stato la riduzione degli assessori da 15 a 10, con tanto di redistribuzione delle deleghe.

Ufficialmente il taglio è servito a snellire il team (e i costi) in vista dell' "ordinaria amministrazione" da qui alle elezioni. Ufficiosamente è stato qualcosa di molto simile a una dichiarazione di guerra. I cinque nomi cancellati dalla giunta sono tutti del Pdl: Gabriella Sentinelli (assessore alla Scuola indagata per corruzione e turbativa d'asta dalla Procura di Viterbo), Marco Mattei (Ambiente), Stefano Zappalà (Turismo), Angela Birindelli (Politiche agricole) e Francesco Lollobrigida (Trasporti). "Tengo solo quelli di cui mi fido", avrebbe detto Polverini nell'ultima riunione con la sua squadra.

Almeno tre degli epurati (Mattei, Birindelli e Zappalà) sono molto vicini all' "innominato" rivale Antonio Tajani, il "personaggio ameno che si aggira per l'Europa", come lo ha definito la governatrice nella conferenza stampa di commiato. Attualmente a Bruxelles in qualità nientemeno che di vicepresidente della Commissione europea, Tajani ha sempre voluto tenere più di un piede nel natio Lazio.

Vero e proprio capocorrente, è considerato tra i massimi responsabili della bagarre interna al Pdl che ha provocato le dimissioni di Polverini.

Proprio lui ha sponsorizzato Franco Battistoni, il capogruppo Pdl nominato a luglio in sostituzione "der Batman" Franco Fiorito. E l'unico di cui Polverini ha preteso immediatamente la testa dopo lo scoppio del Laziogate.

Veniamo ora all'aspetto pratico della faccenda. Un emendamento a una legge regionale proposto lo scorso dicembre dall'ineguagliabile Batman prevede che, dopo due anni e mezzo di mandato, consiglieri e assessori esterni al Consiglio abbiano diritto a quattromila euro mensili di vitalizio. Un bell'assegno intascabile dalla tenera età di 50 anni, a patto che gli interessati paghino i contributi mancanti di tasca loro (almeno questo...). Ora, i due anni e mezzo di questo Consiglio scadono a fine ottobre. Ecco servita la vendetta nei confronti di Birindelli, Mattei e Lollobrigida, che non avendo altri contributi precedenti da sommare vedranno sfumare la meta della super baby-pensione a pochi metri dal traguardo.

Gli altri licenziati non hanno questo problema, ma dovranno comunque rinunciare allo stipendio, che invece sarà regolarmente corrisposto a tutti gli altri consiglieri fino alle prossime elezioni. Il che vuol dire fino ad aprile, se davvero si voterà nell'election-day (politiche più regionali) voluto dal governo per ridurre le spese.

Ma non è finita. Oltre alle epurazioni, prima di dimettersi Polverini ha trovato il tempo di fare anche qualche favore. Mercoledì l'esecutivo laziale ha rinnovato il contratto a nove direttori generali, fra cui spiccano le nomine di due amici della governatrice provenienti dall’Ugl: Raffaele Marra (al personale) e Giuliano Bologna (capo dell'avvocatura). Due investiture che erano state bocciate dal Tar a giugno e su cui il Consiglio di Stato si pronuncerà di nuovo a ottobre. "Questo è lo spirito legalitario della Presidente Polverini nel rispettare le leggi e le sentenze", hanno scritto dal sindacato interno dei dirigenti DirerDirl.

Intanto, come sempre, la nostra classe politica si preoccupa di non farci annoiare proponendoci ogni giorno nuovi deliziosi dettagli di colore. L'ultimo è stato svelato dal settimanale L’Espresso, che ha pubblicato anche le foto. In breve, lo scorso 24 giugno Polverini è stata accompagnata dall'isola di Ponza, dove era stata per il premio Caletta, fino al porto di Anzio da una motovedetta di 22 metri della Guardia di Finanza. La governatrice era insieme a quattro amici e a scortarli c'era anche un’altra imbarcazione delle Fiamme Gialle. Per la precisione un'imponente V2050, usata di solito per la lotta al contrabbando. "Abbiamo fatto scuola", ha detto mercoledì Polverini uscendo dalla Conferenza delle Regioni. Come darle torto?

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