di Mariavittoria Orsolato

Si vociferava già da tempo che fosse una ghiotta moneta di scambio e ora per il governo Monti i nodi sono giunti al pettine: stiamo parlando dell'assegnazione delle ultime frequenze televisive digitali, uno degli ultimi colpi di coda del governo Berlusconi. Una procedura tutta sbilanciata a favore del duopolio Rai-Set che, invece di adottare le normali gare d'asta, aveva preferito l'escamotage del beauty contest.

Che é un processo di assegnazione assolutamente gratuita che prevede una graduatoria tra i concorrenti in base a tutta una serie di requisiti tecnici e commerciali, come il numero di dipendenti o il possesso di infrastrutture e impianti di trasmissione. Un regalo da quasi due miliardi di euro che l'arbitro Berlusconi ha deciso di elargire a se stesso poco prima dell'allontanamento coatto dal palazzo, e in barba al disperato bisogno di liquidità delle casse statali.

Ora che con la supermanovra si è deciso il prelievo forzato su quelle che a tutti gli effetti sono le categorie più deboli - pensionati sempre più old, affittuari vittime dell'IMU, lavoratori dipendenti ipertassati - la Femi (Federazione dei media digitali indipendenti) ed Altroconsumo hanno ricordato al nuovo esecutivo che forse anche dalla cessione delle frequenze c'è mezzo di beccar su qualcosina.

E l’hanno fatto mandando una diffida formale al Ministro per lo Sviluppo Corrado Passera in cui chiedono che di disporre l’annullamento in autotutela, o la revoca del bando e del disciplinare di gara, provvedendo alla sua riscrittura secondo criteri che assicurino un’effettiva apertura concorrenziale dei mercati e, soprattutto, il buon andamento della pubblica amministrazione nell'interesse dei cittadini. Sono infatti questi ultimi i veri proprietari dei cinque multiplex - ovvero le ambite megafrequenze digitali che possono trasportare fino a sei diversi canali - dal momento che le frequenze su cui trasmettere sono e rimangono un bene dell'intera comunità.

La diffida - predisposta dagli avvocati Guido Scorza, Carmelo Giurdanella, Elio Guarnaccia, Dario Reccia e Francesca Bilardo - è stata notificata anche alla Commissione Europea, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, all’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato ed all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, invitandole ad esercitare i poteri di controllo e di vigilanza di propria competenza. Già dall'insediamento del nuovo governo, negli ambienti politici, s’indicava la questione frequenze come un possibile cavallo di Troia spendibile da Berlusconi per vendere al meglio la sua maggioranza in caso di fiducia, ma per una volta pare che il miracolo (forse) ci sia stato.

Nella seduta alla Camera di ieri Monti ha infatti dato parere favorevole agli ordini del giorno alla manovra presentati da Partito Democratico, Italia dei Valori e Lega Nord che chiedono di annullare il beauty contest indetto dal precedente esecutivo (e avallato dall'Agcom) per indire una gara d'asta realmente competitiva e soprattutto remunerativa. Probabilmente conscio del fatto che all'asta gemella per gli operatori delle telecomunicazioni Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G hanno messo sul piatto 4 miliardi di euro, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha acconsentito e chiesto che gli ordini del giorno siano discussi insieme.

Pare quindi che le frequenze liberate dal passaggio al digitale verranno effettivamente pagate ma già da subito, probabilmente per stizza, Berlusconi si è detto "indifferente" rispetto ad un'eventuale asta, affermando con sicumera che "con il numero incredibile di frequenze oggi disponibili ci sarà pochissima gara per occuparle”. A smentirlo a stretto giro ci ha però pensato la nemesi Santoro che giovedì, nel corso di Servizio Pubblico, ha affermato di poter tranquillamente raccogliere un milione di euro, tramite sottoscrizioni of course, per presentare una sua offerta.

La provocazione del giornalista salernitano è stata subito accolta e rilanciata ieri da Sandro Parenzo, proprietario di Telelombardia - l’emittente capocordata delle televisioni locali che trasmettono sul digitale terrestre il talk di Santoro - che ha indicato alcune corporations americane e inglesi come interessate a partecipare alla gara in caso d'asta.

Che dopo il crollo di consenso dovuto alle misure contenute nella manovra, Monti dovesse elargire il contentino alle sedicenti opposizioni era cosa scontata: che poi lo facesse sul tallone d'Achille di Berlusconi è la conferma dell'inevitabile segno politico dei suoi provvedimenti. Applausi? Ma anche no.

 

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