di Mariavittoria Orsolato

Dopo l’annuncio dello scorso 15 settembre, alcuni attivisti appartenenti alla comunità Lgbt hanno dato seguito alla promessa di pubblicare online la lista con i nomi delle personalità politiche pubblicamente omofobe ma privatamente omosessuali. “Questa iniziativa - spiegavano in un messaggio gli attivisti sul loro sito - nasce per riportare un po’ di giustizia in un paese dove ci sono persone che non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva”.

Puntuale, alle 10 di ieri mattina, il blog listaouting.wordpress.com ha reso noti i primi 10 nomi di quanti, tra gli scranni del centrodestra nasconderebbero la loro identità sessuale dietro posizioni del tutto contrarie al riconoscimento dei diritti e della dignità omosex, in questo caso quelli che hanno votato contro l’ultima legge sull’omofobia promossa dalla deputata Pd Paola Concia. Tra i nomi che compaiono in quello che verrà ricordato come il primo web outing della storia italiana, un ministro, un presidente di regione e un portavoce istituzionale: molti insospettabili, altri - a voler essere onesti - no.

Gli autori della lista, tutti rigorosamente anonimi e accreditati su una piattaforma estera, non hanno fornito alcun tipo di prova o dimostrazione a suffragio della loro tesi ed è più che probabile che a questa azione dimostrativa segua a ruota un’azione penale. Di fatto la privacy di 10 persone è stata violata e nonostante l’intento fosse proprio quello di smascherare l’ipocrisia di certa politica, anche dalla comunità Lgbt si sono levate voci di perplessità e dissenso, prima tra tutte quelle del presidente dell’Arcigay Paolo Patanè.

Questi ha apertamente condannato l’iniziativa degli hacker anonimi, arrivando a identificarla con quella “macchina del fango” che ammorba la vita politica italiana e la comunicazione. Difficile dargli torto. Stando infatti a quello che è il vocabolario omosex, l’outing è cosa ben diversa dal coming out: se quest’ultimo risponde ad una volontaria dichiarazione del proprio orientamento sessuale, il primo è invece un atto forzoso, uno svelamento che avviene contro la volontà del diretto interessato.

Certo l’idea di mettere a nudo l’incoerenza tra atti pubblici e comportamenti privati dei nostri politici è un’azione sacrosanta di informazione e, in un certo senso, di pubblico servizio: un cittadino/elettore ha tutto il diritto di sapere se il suo voto è destinato ad una persona degna di fiducia o meno. Purtroppo però, quella messa in atto dagli attivisti di “listaouting” non può definirsi un’operazione trasparenza con tutti i crismi. Se infatti l’anonimato è in questo caso condizione necessaria alla propria tutela legale - in base alla legge italiana l’outing è configurabile come reato di diffmazione e gli avvocati, si sa, costano - il fatto di non citare fonti o produrre prove a riscontro di quanto affermato rischia di inficiare le buone intenzioni con cui questa azione è stata comunque pensata e portata avanti.

La stessa Paola Concia ha definito "metodo estremo" la pubblicazione della lista, che certo non ha trovato estimatori. Stilando una lista di nomi e pubblicandola così, nuda e cruda, si rischia inevitabilmente di diventare epigoni di quei Feltri o Belpietro che pubblicano lenzuolate di battute basate su aria fritta. Che questi 10 politici si siano macchiati di grave incoerenza, rinnegando la loro intima natura, è cosa che, evidentemente, sanno solo gli attivisti responsabili di aver compilato la lista; vuoi perché testimoni oculari di certi comportamenti, vuoi perché in ambienti “ristretti” le voci girano sempre. A conferma di quanto da loro affermato non c’è infatti nulla: non una fonte, non una citazione, nemmeno una nota di polizia che affermi come i soggetti siano stati “attenzionati” per i loro comportamenti privati. E questo purtoppo non è informare correttamente.

C’è però da dire che, in un certo senso, questi attivisti anonimi si sono semplicemente adeguati a quelle che sono le tecniche più in voga al momento nella complessa scena politio/sociale: detto in parole povere, lo sputtanamento dell’avversario. Di fatto questa è diventata la dinamica più praticata nel confronto tra parti e in fin dei conti sbirciare nella camera da letto per poi divulgarne i contenuti ha sempre pagato. Che qui in Italia esista una persona che ancora pare esserne immune è un altro paio di maniche.

Se questa azione, alla prova dei fatti, risulterà risultare controproducente in visione del riconoscimento dei diritti e della dignità omosessuale, lo dirà solo la soglia di tolleranza che gli italiani hanno raggiunto nei confronti dei cosiddetti “scandali sessuali”. Quelli lanciati da “listaouting” sono, alla fine dei conti, attacchi personali e, nell’economia spiccia delle battaglie per i diritti civili, risultano abbastanza inutili, dal momento che non si tratta di spostare voti o di creare consenso ma semplicemente di sovvertire con i numeri una realtà conclamata e assolutamente ingiusta.

Nel XXI° secolo, tronfi di scienza e con bagagli di conoscenze e strumenti impensabili solo 50 anni fa, non è infatti più accettabile che esistano cittadini di serie B, discriminati nelle opportunità solo in ragione del loro orientamento sessuale. E questo è sempre bene tenerlo a mente.

Quello di oggi è comunque solo un antipasto: gli autori del blog annunciano che l’elenco di personalità incoerenti con le loro prese di posizioni pubbliche è destinata ad allungarsi a breve e che tra quelli destinati alla lettera scarlatta saranno presenti anche i nomi di molti sacerdoti. La curiosità certo non manca, gli strascichi di polemiche che inevitabilmente seguiranno nemmeno. Lo stesso dicasi per il buon gusto, se il "metodo Boffo" fa proseliti tra le sue vittime.

 

 

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy