di Carlo Musilli

Mentre la bagarre sulla manovra bis continua, l'Europa tenta l'ennesima strigliata alla politica italiana. E' "essenziale" che entro due anni e mezzo il nostro Paese raggiunga il pareggio di bilancio. Questo il messaggio che Jean Claude Trichet ha lanciato oggi dal Forum annuale di Cernobbio. Il presidente della Bce è evidentemente preoccupato dal teatrino che Pdl e Lega hanno messo in scena nelle ultime settimane sul decretone di Ferragosto. A fargli eco è arrivato perfino un videomessaggio del presidente Napolitano, che ha chiesto "chiarezza e certezza d'intenti" per approvare la nuova legge "presto e bene".

Ma il banchiere francese è andato ancora oltre, tornando a invocare per l'Italia "riforme strutturali forti". Forse non si è accorto che nel Parlamento romano sono ben lontani dal porsi problemi del genere. Al momento, non solo con la nuova manovra l'Italia spreca la terza occasione in due mesi per favorire la crescita: anche l'obiettivo di far quadrare i conti rimane una chimera.

A turno pidiellini e camicie verdi ripetono che "i saldi restano invariati" nonostante gli ultimi emendamenti, ma la verità è che non possono esserne certi. Nell'ultimo vertice di Arcore hanno rimpiazzato il contributo di solidarietà con un nuovo pacchetto di misure anti evasione. Questo significa che a un gettito sicuro di 3,8 miliardi si sostituiscono entrate impossibili da quantificare con precisione. Un'incertezza che venerdì ha spinto Olli Rehn, commissario economico dell'Ue, a dichiararsi "preoccupato" per la tenuta dei conti italiani.

Insomma, un pasticcio. Eppure i patti erano chiari. In cambio del provvedimento da 45,5 miliardi che ci dovrebbe consentire di azzerare il deficit nel 2013, l'Eurotower si è esposta a nostro favore acquistando a piene mani titoli di Stato italiani. Un intervento che non rientrerebbe nemmeno nei compiti di Francoforte, ma che ci ha consentito di frenare la corsa dello spread e di arginare la speculazione a Piazza Affari. Purtroppo la pacchia non può durare ancora a lungo.

A rassicurare i mercati dovrebbe pensarci la politica economica del governo. Tanto più che su Trichet si fanno sentire sempre più forti le pressioni della Germania. La prima economia europea non ci sta a pagare più del dovuto per i nostri errori. In ogni caso, se alla fine l'Europa si risolverà a portare pazienza, c'è da giurare che i mercati non faranno lo stesso.

 

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