di mazzetta

Ottobre è stato un mese denso di notizie importanti sulle guerre in Iraq e Afghanistan. All'inizio del mese i National Security Archives hanno pubblicato documenti governativi che dimostrano come il governo britannico e quello americano abbiano collaborato al fine esplicito di vendere la guerra all'Iraq alle opinioni pubbliche dei loro paesi e di quelli occidentali.

Numerosi incontri e contatti sono stati stabiliti tra i due paesi per costruire menzogne sulla minaccia rappresentata dall'Iraq, incontri volti esplicitamente non ad analizzare i dati raccolti dalle rispettive intelligence, ma a soddisfare l'agenda politica dei rispettivi governi. Tanto che a un certo punto i due apparati si trovarono a dover rincorrere la fuga in avanti di Bush e Cheney che avevano annunciato la capacità irachena di colpire gli Stati Uniti con armi di distruzione di massa. Dopo tali affermazioni, gli ufficiali incaricati lavorarono ventre a terra per sostenere quella che sapevano essere una clamorosa mistificazione.

Poi c'è stata la pubblicazione dei documenti da parte di Wikileaks, che hanno dimostrato come le vittime irachene siano molte di più di quelle riconosciute dalle fonti occidentali e come gli americani, anche dopo Abu Ghraib, abbiano continuato a torturare i prigionieri, sovrintendendo il lavoro sporco lasciato però a mani irachene o afgane. Cosa grave anche non ufficialmente risaputa, tanto che al Parlamento israeliano è stata presentata un'interrogazione per chiedere di discutere dei “crimini di guerra americani”.

Negli Stati Uniti la cosa ha fatto poco rumore, fonti governative hanno sminuito le notizie dicendo che si trattava di cose già note e la politica, impegnata nelle elezioni di mid-term, ha sorvolato alla grande. Eppure se sono noti crimini, essi non sono stati perseguiti da parte americana e nemmeno irachena o afgana. Identico esito nel nostro paese, nonostante alcune rivelazioni chiamino in causa l'Italia in prima persona; non c'è stata traccia di dibattito politico sul tema.

Pochi giorni dopo il britannico Guardian ha pubblicato una serie di documenti che dimostrano come la Gran Bretagna abbia fornito precise istruzioni ai proprio militari su come praticare la tortura. Anche in Gran Bretagna il dibattito è durato poco, si è alterato il liberale Clegg e poi è finita lì.

L’altro ieri invece è emerso un preciso invito della NATO rivolto alla Russia, affinchè intervenga in Afghanistan con elicotteri e supporto logistico attraverso le frontiere settentrionali. Una notiziona, non solo perché segnerebbe il ritorno dei russi in Afghanistan, ma anche per le conseguenze che l'avvicinamento della Russia alla NATO potrebbe avere sul Grande Gioco asiatico. Difficile immaginare cosa ne penseranno gli associati nello SCO (Shangai Cooperation Organization), la Cina su tutti, e ancora più difficile prevedere le reazioni di pachistani e afgani, che con i russi hanno numerosi conti aperti.

Una buona notizia per americani ed europei che vogliono disimpegnarsi da Kabul, ma che segnala un brusco ribaltamento delle politiche e delle alleanze nell'area, con gli americani che invitano le cannoniere aeree dei russi, quelle stesse che pochi anni fa contribuirono ad abbattere in gran numero fornendo agli afgani i missili antiaerei Stinger.

Ci sarebbe da discutere a lungo di questi sviluppi e soprattutto ci sarebbe da mettere il sigillo definitivo sull'invasione dell'Iraq bollandola come un crimine e cominciando ad ipotizzare processi agli autori dei crimini di guerra. Del resto la notizia é confermata dalle stesse fonti governative che si sono impegnate nella propaganda falsa delle armi di distruzione di massa e della consegna della democrazia alle popolazioni disgraziate dei due paesi.

Invece niente, qualche trafiletto sui giornali e non una sola dichiarazione da maggioranza o opposizione, nessun dibattito in televisione, nessuna campagna-stampa a chiedere conto di una truffa che ha visto il governo Berlusconi agire da protagonista, partorendo la bufala dell'acquisto da parte dell'Iraq dell'uranio nigerino. Nessuna discussione nemmeno per la richiesta (in secondo grado) di dodici anni di carcere per Nicolò Pollari, a causa del suo coinvolgimento nel rapimento di Abu Omar.

Ancora meno attenzione per la richiesta d'ergastolo (in secondo grado) per l'ex-generale Francesco Delfino e per Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, accusati della strage di Brescia. D’altra parte, identico silenzio aveva caratterizzato pochi mesi fa le pesanti accuse ad altri “servitori dello stato” autori di numerosi reati per la “macelleria messicana” in quel di Genova.

Il passato non interessa nel paese senza memoria, ma forse si è addirittura persa l'abitudine di discutere delle questioni gravi e serie, preferendo dar vita all'eterno teatrino del niente per tenere compagnia agli italiani senza turbarli troppo con questioni che in fondo non interessano a nessuno. E ancora meno alle forze politiche, tutte più o meno consenzienti all'andare in guerra e tolleranti verso i metodi illegali in essa impiegati diffusamente dai “nostri ragazzi” e da quelli dei nostri alleati.

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